Il Papa: “Dio è tra noi e abbatte anche i muri della disperazione”

All’Udienza Generale la Catechesi sul tema della speranza. Poi lo scherzo sugli auguri in anticipo: “porta iella”.

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Il Papa: “Dio è tra noi e abbatte anche i muri della disperazione”

“Quanto è brutto quando troviamo un cristiano che ha perso la speranza!  - Ma io non spero nulla, tutto è finito per me - così dice un cristiano che non è capace di guardare orizzonti di speranza e davanti al suo cuore soltanto un muro”. All’Udienza Generale la Catechesi di Papa Francesco è dedicata alla speranza: “Dio distrugge questi muri col perdono! E per questo dobbiamo pregare, perché Dio ci dia ogni giorno la speranza e la dia a tutti, quella speranza che nasce quando vediamo Dio nel presepio a Betlemme”.

 

Piedi che corrono veloci

 

Per introdurre la sua riflessione il Papa ha letto un brano del Profeta Isaia (Is 52,7.9-10). Ambientato in un momento storico molto importante, il canto narra la fine dell’esilio di Babilonia: Il Signore si fa vicino, e il “piccolo resto” - cioè il piccolo popolo che è rimasto dopo l’esilio e che in esilio ha resistito nella fede, che ha attraversato la crisi e ha continuato a credere e a sperare anche in mezzo al buio - potrà vedere le meraviglie di Dio.

 

Francesco si è soffermato a riflettere sulle parole di Isaia che “fanno riferimento al miracolo della pace, e lo fanno in un modo molto particolare, ponendo lo sguardo non sul messaggero ma sui suoi piedi che corrono veloci: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero…»”.

 

Sembra lo sposo del Cantico dei Cantici che corre dalla sua amata: “Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline” (Ct 2,8). Così anche il messaggero di pace corre, portando il lieto annuncio di liberazione, di salvezza, e proclamando che Dio regna.

 

Questa è la gioia del Natale

 

Dio non ha abbandonato il suo popolo e non si è lasciato sconfiggere dal male “perché Egli è fedele, e la sua grazia è più grande del peccato”. “Questo - ha sottolineato il Papa - dobbiamo impararlo, Perché noi siamo testardi e non lo impariamo. Ma io farò la domanda: chi è più grande, Dio o il peccato? Dio! E chi vince alla fine? Dio o il peccato? Dio. Egli è capace di vincere il peccato più grosso, più vergognoso, più terribile, il peggiore dei peccati? Con che arma vince Dio il peccato? Con l’amore!”.

 

Questo vuol dire che “Dio regna”; sono queste le parole della fede in un Signore la cui potenza si china sull’umanità, si abbassa, per offrire misericordia e liberare l’uomo da ciò che “sfigura in lui l’immagine bella di Dio” perché quando siamo in peccato l’immagine di Dio è sfigurata. E il compimento di tanto amore sarà proprio il Regno instaurato da Gesù, quel Regno di perdono e di pace che noi celebriamo con il Natale e che si realizza definitivamente nella Pasqua. “E la gioia più bella del Natale - ha proseguito - è questa gioia interiore di pace: il Signore ha cancellato i miei peccati, il Signore mi ha perdonato, il Signore ha avuto misericordia di me, è venuto a salvarmi. Questa è la gioia del Natale!”.

 

I motivi della nostra speranza

 

Sono questi i motivi della nostra speranza: “Quando tutto sembra finito, quando, di fronte a tante realtà negative, la fede si fa faticosa e viene la tentazione di dire che niente più ha senso, ecco invece la bella notizia portata da quei piedi veloci: Dio sta venendo a realizzare qualcosa di nuovo, a instaurare un regno di pace; Dio ha «snudato il suo braccio» e viene a portare libertà e consolazione. Il male non trionferà per sempre, c’è una fine al dolore. La disperazione è vinta perché Dio è tra noi”.

 

Un giorno per aprire il cuore

 

Il messaggio della Buona Notizia che ci è affidato “è urgente”, dobbiamo anche noi “correre come il messaggero sui monti, perché il mondo non può aspettare, l’umanità ha fame e sete di giustizia, di verità, di pace”.

 

E vedendo il piccolo Bambino di Betlemme, i piccoli del mondo sapranno che la promessa si è compiuta, il messaggio si è realizzato. In un bimbo appena nato, bisognoso di tutto, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, è racchiusa tutta la potenza del Dio che salva. Il Natale è un giorno per aprire il cuore: “bisogna aprire il cuore a tanta piccolezza, che è lì in quel Bambino, e a tanta meraviglia. È la meraviglia di Natale, a cui ci stiamo preparando, con speranza, in questo tempo di Avvento. È la sorpresa di un Dio bambino, di un Dio povero, di un Dio debole, di un Dio che abbandona la sua grandezza per farsi vicino a ognuno di noi”.

 

Una simpatica battuta

 

Il prossimo 17 dicembre Papa Francesco compirà 80 anni. All’Udienza Generale, in mezzo agli applausi affettuosi, una signora gli ha presentato una torta con due candeline a forma di "8" e di "0" accese che il Papa ha spento soffiando. Poi, scherzando sugli auguri ricevuti in anticipo, ha detto: “Ringrazio tutti voi degli auguri per il mio prossimo compleanno, grazie tante! Ma vi dirò una cosa che vi farà ridere: nella mia terra fare gli auguri in anticipo porta iella! E chi fa gli auguri in anticipo è uno «iettatore»!”.

 

Ma il Santo Padre oggi festeggia un’altra ricorrenza: il 47° anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale.

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