Il Natale di accoglienza e fraternità

Papa Francesco apre «la porta della carità» all’Ostello della Caritas di Roma in via Marsala nell’area della Stazione Termini

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Il Natale di accoglienza e fraternità

Beergoglio invita ad aprire il cuore perché, «sentendosi scartati e peccatori», i fedeli evitino le strade «del lusso, delle ricchezze, del potere» e siano vicino ai poveri, agli ammalati, ai carcerati perché sono loro ad avere «la chiave» del cielo. Agli ospiti dell’Ostello – che gli hanno cantato «tanti auguri a te, Francesco» per il 79° compleanno - ricorda: «È vicino il Natale, è vicino il Signore, quando è nato era in una mangiatoia, nessuno si accorgeva che era Dio. In questo Natale vorrei che il Signore nasca nel cuore di ognuno di noi, nascosto, che nessuno se ne accorge, ma che il Signore ci sia».                                                                                                                           

LA PORTA SANTA DELLA CARITÀ – Si tratta di un’assoluta del Giubileo, anche se la carità è il marchio distintivo di ogni Anno Santo. L’Ostello della Caritas per i senza-tetto fu fondato nel 1987 presso Termini, una delle stazioni ferroviarie più trafficate d’Europa, dallo storico direttore della Caritas capitolina don Luigi Di Liegro. Questo è il primo «segno» del Giubileo della misericordia. Papa Francesco ne compirà uno al mese di venerdì.                                                                                                           DIO NON HA SCELTO UNA PRINCIPESSA MA MARIA – Parlando a braccio dice: «Dio viene a salvarci e non trova miglior maniera per farlo che camminare con noi. Nel momento di scegliere il modo in cui salvarci, lui non sceglie una grande città e un grande impero, non una principessa o una contessa come madre. Non un palazzo di lusso» ma sceglie Maria, «una ragazzina di 16-17 anni, non di più»; ha scelto «un villaggio perduto nelle periferie dell’Impero Romano»; ha scelto «Giuseppe, un ragazzo che amava e voleva sposare Maria, un falegname che guadagnava il pane»; ha scelto «il rifiuto» perché Giuseppe e Maria «erano fidanzati» e quando Maria rimane incinta, «in un villaggio così piccolo voi sapete come sono le chiacchiere no? Vanno in giro…». Giuseppe e Maria fecero tutto «di nascosto» con umiltà.                                                                                                                   

DIO CI GIUDICHERÀ SULLA BASE DELL’AMORE – Con il suo eloquio diretto Papa Bergoglio ammalia l’uditorio: «Così è Dio fra noi. Se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell’umiltà, nella povertà, dove lui è nascosto, nei bisognosi, nei più bisognosi: nei malati, negli affamati, nei carcerati. Gesù quando ci predica la vita, ci dice come sarà il giudizio nostro. Non dirà: ma, tu vieni con me perché hai fatto tante belle offerte alla Chiesa, sei un benefattore vieni al cielo. No, l’entrata al cielo non si paga con i soldi. Non dirà: tu sei molto importante, hai studiato tanto, hai avuto tante onorificenze. No, le onorificenze non aprono la porta del cielo. Cosa ci dirà Gesù per aprire la porta del cielo? Ero affamato e mi hai dato da mangiare, ero senza tetto e mi hai dato una casa, ero ammalato e sei venuto a trovarmi, ero in carcere e sei venuto a trovarmi. Gesù è nell’umiltà. L’amore di Gesù è grande. Vorrei che lo Spirito santo aprisse il cuore di tutti, facesse loro vedere qual è la strada della salvezza. Non c’è lusso, non c’è la strada delle grandi ricchezze, non c’è la strada del potere. C’è la strada dell’umiltà, e i più poveri, gli ammalati, i carcerati, Gesù dice di più: i più peccatori, se si pentono ci precederanno nel cielo».                                                      

IL SIGNORE CI DIA LA GRAZIA DI SENTIRCI SCARTATAI – Spiega il significato dell’apertura della «Porta santa della carità»: «Chiediamo due cose. Primo: il Signore ci apre la porta del nostro cuore, e tutti ne abbiamo bisogno, tutti siamo peccatori, tutti abbiamo bisogno di sentire la parola del Signore. Secondo: il Signore faccia capire che la strada della sufficienza, delle ricchezze, delle vanità non sono strade di salvezza. Il Signore ci faccia capire che la sua carezza di padre, la sua misericordia, il suo perdono, e quando noi ci avviciniamo a quelli che soffrono, quelli scartati dalla società, là è Gesù. Questa porta, che è la porta della carità, la porta dove sono assistiti tanti scartati, ci faccia capire che anche sarebbe bello che ognuno di noi si sentisse scartato e sentisse il bisogno dell’aiuto di Dio. Preghiamo perché il Signore ci dia la grazia di sentirci scartati perché noi non abbiamo alcun merito, soltanto lui ci dà la misericordia e la grazia».   

                                                                                      

DON DI LIEGRO GRANDE APOSTOLO - Alla Messa partecipano solo gli ospiti dell’Ostello – dopo i recenti lavori può ospitare fino a 180 persone – e poi li saluta a uno per uno. Il fondatore e primo direttore della Caritas romana e dell’Ostello è don Luigi Di Liegro, apostolo moderno della carità: fu anche delegato regionale della Caritas Lazio. Nato a Gaeta il 16 ottobre 1928, sacerdote diocesano di Roma, è ben presto conosciuto perché ispiratore e animatore del convegno diocesano di Roma del febbraio 1974 «La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e di carità nella diocesi di Roma»,più noto come «convegno sui mali di Roma», pensato come un momento di riflessione coinvolgente tutte le forze religiose, politiche e sociali che agivano a Roma, celebrato per iniziativa del cardinale vicario di Roma, il novarese Ugo Poletti. A Di Liegro si deve l'idea di creare una rete per combattere insieme l'emergenza sociale e la povertà. Lo storico alessandrino Maurilio Guasco ha scritto il fondamentale libro «Carità e giustizia. Don Luigi Di Liegro (1928-1997)», pubblicato da Il Mulino di Bologna nel 2012.

CONFRONTO CON I GIUBILEI DEL 1975 E DEL 1983 – Presi dall’entusiasmo numerosi giornalisti hanno attribuito a Papa Francesco novità e primati che tali non sono. Nell’Anno Santo del 1975 indetto da Paolo VI ci fu una prima fase nelle Chiese locali dal dicembre 1973 al dicembre 1974, e una seconda fase con i pellegrinaggi a Roma quando arrivarono quasi 9 milioni di pellegrini. A partire da quell’Anno Santo vennero collegate le micro-realizzazioni di solidarietà con il Terzo Mondo. Il Giubileo del 1983con Giovanni Paolo II si svolse contemporaneamente a Roma e in tutte le diocesi del mondo dal 25 marzo 1983 (Annunciazione) al 22 aprile 1984 (Pasqua) per un totale di 394 giorni. Le novità introdotte da Francesco è l’apertura della Porta santa nelle Cattedrali delle diocesi e la Porta della carità».                     

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