Francesco: il peccato è lo schiaffo a Dio, è dirgli non mi importa di te

La visita alla Parrocchia di Santa Maddalena di Canossa. All’Angelus l’invito a contemplare la Croce, la porta della salvezza

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Francesco: il peccato è lo schiaffo a Dio, è dirgli non mi importa di te

Nel Vangelo ci sono due momenti in cui incontriamo il Volto splendente di Gesù: la Trasfigurazione e la Risurrezione. Ma fra la Trasfigurazione e la Risurrezione ci sarà un altro volto di Gesù “uno non bello”, “un volto brutto, sfigurato, torturato, disprezzato, sanguinante”. “Tutto il suo corpo sarà così come una cosa da scartare. Due trasfigurazioni e in mezzo Gesù Crocifisso”. Con queste parole il Papa ha introdotto la sua omelia durante la Santa Messa celebrata nella Parrocchia romana di Santa Maddalena di Canossa.

 

Gesù si è fatto peccato per noi

“Per usare una parola forte, forse - ha commentato Francesco - una delle più forti del nuovo testamento, Gesù  si è fatto peccato”. “Ha pagato per tutti noi, Gesù si è fatto maledizione di Dio per noi”. Il Figlio “benedetto nella Passione” è diventato “il maledetto” perché “ha preso su di Lui i nostri peccati”.

 

Ma il peccato è “lo schiaffo a Dio”, è “dirgli non mi importa di te”. Noi siamo abituati a parlare del peccato quando ci confessiamo. Ma noi siamo anche abituati a parlare dei peccati altrui: “Cosa brutta… invece di parlare di quelli altrui non dico di farci peccato noi, ma guardiamo i nostri e Lui che s’è fatto peccato”.

 

Nel corso di questa Quaresima ci farà bene guardare molto la Croce. Questo è il cammino verso la Pasqua con la sicurezza della Trasfigurazione: “andare avanti, vedere questo volto luminoso che sarà lo stesso che troveremo in cielo e vedere questo volto che si è fatto peccato”.

 

L’Angelus della speranza

 

Ed anche all’Angelus il Papa ha parlato della Croce che “non è una suppellettile della casa o un ornamento da indossare”, ma è “un richiamo all’amore con cui Gesù si è sacrificato per salvare l’umanità dal male e dal peccato”. “La Croce - ha proseguito Francesco -  è la porta della Risurrezione”. Chi lotta insieme a Gesù, con Gesù trionferà. Questo è il messaggio di speranza che la Croce contiene, esortando alla fortezza nella nostra esistenza.

 

La Trasfigurazione di Gesù

 

Il Vangelo di oggi (cfr Mt 17,1-9) è “uno sprazzo di luce che si apre improvviso sul mistero di Gesù e illumina tutta la sua persona e tutta la sua vicenda”. Presi in disparte tre degli apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, Egli salì con loro su un monte alto, e là avvenne questo singolare fenomeno: il volto di Gesù “brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.  La luminosità che caratterizza questo evento straordinario ne simboleggia lo scopo: “illuminare le menti e i cuori dei discepoli affinché possano comprendere chiaramente chi sia il loro Maestro”.

 

Un Messia diverso dalle attese

 

Ormai decisamente avviato verso Gerusalemme, dove dovrà subire la condanna a morte per crocifissione, Gesù vuole preparare i suoi allo “scandalo della croce”, uno scandalo “troppo forte per la loro fede” e, al tempo stesso, vuole preannunciare la sua risurrezione, manifestandosi come il Messia, il Figlio di Dio.

 

In effetti, Gesù si stava dimostrando “un Messia diverso rispetto alle attese”: non “un re potente e glorioso”, ma “un servo umile e disarmato”; non “un signore di grande ricchezza”, ma “un uomo povero che non ha dove posare il capo”; non “un patriarca con numerosa discendenza”, ma “un celibe senza casa e senza nido”. “È davvero una rivelazione di Dio capovolta - ha osservato Papa Francesco - e il segno più sconcertante di questo scandaloso capovolgimento è la croce”. Ma proprio attraverso la croce Gesù giungerà alla gloriosa risurrezione, che sarà definitiva, non come questa trasfigurazione che è durata un momento, un istante.

 

Gesù trasfigurato sul monte Tabor ha voluto mostrare ai suoi discepoli la sua gloria non per evitare a loro di passare attraverso la Croce, ma per indicare dove porta la Croce: “Chi muore con Cristo, con Cristo risorgerà”.

 

Contemplare la Croce

 

In questo tempo di Quaresima il Papa ha invitato a contemplare con devozione l’immagine del crocifisso. Gesù in croce è “il simbolo della fede cristiana”, è “l’emblema di Gesù, morto e risorto per noi”. “Facciamo in modo che la Croce segni le tappe del nostro itinerario quaresimale per comprendere sempre di più la gravità del peccato e il valore del sacrificio col quale il Redentore ha salvato tutti noi”.

 

“La Vergine Santa ha saputo contemplare la gloria di Gesù nascosta nella sua umanità. Ci aiuti lei a stare con Lui nella preghiera silenziosa, a lasciarci illuminare dalla sua presenza, per portare nel cuore, attraverso le notti più buie, un riflesso della sua gloria”.

 

La preghiera per il Guatemala

 

Dopo l'Angelus il Papa ha chiesto di pregare per le vittime dell’incendio scoppiato all’interno della Casa Refugio Virgen de la Asunción, causando vittime e ferite tra le ragazze che vi abitavano: “Il Signore accolga le loro anime, guarisca i feriti, consoli le loro famiglie addolorate e tutta la nazione. Prego anche e vi chiedo di pregare con me per tutte le ragazze e i ragazzi vittime di violenze, di maltrattamenti, di sfruttamento e delle guerre. Questa è una piaga, questo è un urlo nascosto che deve essere ascoltato da tutti noi e che non possiamo continuare a far finta di non vedere e di non ascoltare”.

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