Francesco: «Se necessario sono disposto a recitare il “Credo”»

Francesco negli Stati Uniti l'incontro con Obama e i tanti appuntamenti pastorali. Gli altri Papi

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Francesco: «Se necessario sono disposto a recitare il “Credo”»

Sull’aereo Alitalia, che lo porta da La Habana alla base di Andrews dell’Air Forse di Washington D. C., Papa Francesco replica con l’ironia a chi mette in dubbio che sia cattolico: «Se necessario sono disposto a recitare il “Credo”». Narra: «Un cardinale amico mi ha raccontato che è andata da lui una signora molto preoccupata, molto cattolica, un po’ rigida ma buona. E gli ha chiesto se era vero che nella Bibbia si parlava di un Anticristo. Lui ha spiegato che se ne parla nell’Apocalisse. Poi la signora ha chiesto se si parlava di un antipapa. Lui ha detto: perché mi fa questa domanda? E lei: io sono sicura che Francesco è l’antipapa. E perché? Perché non usa le scarpe rosse!». L’ultimo incontro a Cuba è con le famiglie: benedice le donne incinte, alle quali chiede di poggiare una mano sul proprio ventre.  

QUATTRO MOMENTI FONDAMENTALI - Incontro con il presidente Barack Obama alla Casa Bianca a Washington (23 settembre) e poi nel santuario nazionale dell’Immacolata Concezione canonizza il beato Junipero Serra, spagnolo e grande evangelizzatore del continente americano nel XVIII secolo; discorso al Congresso, prima volta di un Papa, (24 settembre); intervento alle Nazioni Unite a New York nel 70° dell’istituzione dell’Onu (25 settembre); a Philadelphia la conclusione dell’VIII incontro mondiale delle famiglie (26-27 settembre).

ALL’ONU UNO DEI DISCORSI PIÚ ATTESI – Il suo discorso in spagnolo inaugurerà la 70ª assemblea generale. A Ground Zero, luogo del memoriale degli attentati dell’11 settembre 2001, preghiera interreligiosa per la pace. L’ultima tappa al Franklin Parkwau di Philadelphia: veglia di preghiera e Messa. Rientro a Roma-Ciampino il 28 alle 10. Il viaggio è anche una sfida al sondaggio Gallup sulla popolarità di Francesco negli Usa: a febbraio 2015 era al 76 per cento, in estate è crollata al 59%; tra i conservatori la riduzione è più drastica: dal 71 al 45%.

PAOLO VI CINQUANT’ANNI FA – «Jamais la guerre! Jamais la guerre! Mai più gli uni contro gli altri, e neppure gli uni sopra gli altri ma sempre gli uni con gli altri. Voi state compiendo un’opera grande: l’educazione dell’umanità alla pace. Le Nazioni Unite, sorte contro la guerra e per la pace, è la grande scuola di questa educazione e qui siamo nell’"aula magna". Ascoltate le parole di un grande scomparso, John Kennedy: "L’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità"». Il volto assorto, la voce roca dai toni bassi e marcati, il 4 ottobre 1965 Paolo VI parla in francese all’assemblea Onu, cui aderivano 117 Stati. Rapidissimo il viaggio a New York il 3-4 ottobre 1965: all’aeroporto «Kennedy» è ricevuto dal segretario Onu U Thant, dal sindaco e da un esercito di poliziotti; visitala Cattedraledi St. Patrick; pranza con il leggendario cardinale arcivescovo Francis Spellman; parla al Palazzo di Vetro; incontra il presidente Lyndon Johnson – succeduto a Kennedy, assassinato a Dallas il 22 novembre 1963 – al Waldorf Astoria Hotel perché Usa e Vaticano non intrattenevano relazioni diplomatiche; dice Messa allo «Yankee Stadium».

LO STREPITOSO SUCCESSO DI MONTINI - Il 14 settembre Montini aveva inaugurato l’ultima sessione del Concilio e aveva annunciato il viaggio. Di ritorno a Roma il 5 ottobre alle 13 entra nell’aula conciliare accolto dall’entusiasmo incontenibile dai vescovi: «Il nostro viaggio oltre l’oceano, qui, donde si mosse, ora si conclude, grazie a Dio, felicemente. Noi abbiamo recato alla straordinaria riunione il messaggio di salute e di pace che questo sacrosanto Concilio ci aveva affidato». Un discorso applauditissimo, milioni di persone nelle strade, il rispetto dei neri perché volle percorrere le strade di Harlem, sempre evitate dai cortei ufficiali.

IL PAPA DI ROMA APPOGGIALA CINA ALL’ONU - Montini rappresenta una Chiesa impegnata per la pace e appoggia l’Onu in un momento di crisi per due atroci conflitti – Congo ex belga e Vietnam – e perchéla Cinacomunista di Mao Tse-tung, esclusa a favore di Formosa, minaccia di far nascere un’organizzazione antagonista. Dice: «La vostra vocazione è quella di affratellare non alcuni ma tutti i popoli. Richiamate tra voi chi da voi si fosse staccato. La pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’umanità. Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani». Parla della libertà religiosa e del rispetto della vita: «Fate abbondare il pane sulla mensa dell’umanità e non favorite un artificiale e irrazionale controllo delle nascite per diminuire il numero dei commensali al banchetto della vita».

KAROL WOJTYLA 7 VOLTE NEGLI STATI UNITI - Passano 15 anni. Quello all’Onu, per Giovanni Paolo II, eletto il 16 ottobre 1978, è il terzo viaggio dopo Puebla in Messico perla IIIassemblea dell’episcopato latinoamericano, dopo il trionfale ritorno in Polonia che innesca la scintilla di Solidarnosc e incrina il comunismo. Visita gli Usaa 7 volte e incontra i presidenti Jmmy Carter, Ronald Reagan, Bill Clinton. Un Papa giovane, sportivo, dinamico, polacco, il 2 ottobre 1979 è accolto dall’assemblea. È assente solo il rappresentante dell’Albania. Rievoca il suo pellegrinaggio nel lager di Auschwitz-Oswiecim: «Fate sparire ogni campo di concentramento sulla Terra. Ogni essere umano possiede una dignità che non potrà mai essere sminuita, ferita o distrutta».

SUPERARE COMUNISMO E CAPITALISMO – Preme per il superamento dei vecchi e fallimentari sistemi, il marxismo e il capitalismo. Il 5 ottobre 1995 tiene all’Onu una «lectio magistralis» sulla libertà. Il Muro è crollato; il comunismo è caduto; Urss e Jugoslavia si disgregano; gli Usa sono l’unica superpotenza. Esplodono estremismo e fondamentalismo. Brutali guerre insanguinano Africa, Medio Oriente, Balcani. Invita ad «assumersi il rischio della libertà»; sostiene l’autodeterminazione dei popoli: «La libertà di religione e di coscienza è il pilastro dei diritti e il fondamento di ogni società libera»; condanna «l’insano nazionalismo, il disprezzo per gli altri, il fondamentalismo».

BENEDETTO XVI PARLA DEI DIRITTI UMANI - «Pace e prosperità con l’aiuto di Dio». All’invocazione, ripetuta nelle sei lingue dell’Onu – spagnolo, inglese, francese, arabo, russo, cinese – l’assemblea esplode in un’ovazione. Benedetto XVI il 18 aprile 2008 «cattura» i rappresentanti di 192 Paesi che applaudono il Papa venuto da Roma, invitato dal segretario generale, il coreano Ban Ki Moon, parla in francese, la lingua della diplomazia, e in inglese, la lingua universale. I diritti umani vanno rispettati perché riguardano l’uomo, devono «includere il diritto alla libertà religiosa». Ricorda che la scienza «deve rispettare gli imperativi etici» e che «disuguaglianze e fame, stenti e disperazione rischiano di diventare fonti di violenza e di fanatismo». I diritti umani sono la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze tra Paesi e gruppi sociali.

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