Da oggi Madre Teresa è santa: “ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra”

Papa Francesco ha proclamato santa la piccola religiosa albanese che ha difeso la vita “si quella non nata sia quella abbandonata e scartata” e ha denunciato ai potenti “i crimini della povertà da loro creata”.

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Papa Francesco ha proclamato santa la piccola religiosa albanese che ha difeso la vita “si quella non nata sia quella abbandonata e scartata” e ha denunciato ai potenti “i crimini della povertà da loro creata”.

“Penso che, forse, avremo un po’ di difficoltà nel chiamarla Santa Teresa: la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle - Madre Teresa - ”. E’ pieno d’amore il pensiero che Papa Francesco rivolge alla Santa della Misericordia. Amore, gioia e affetto palpitano in una Piazza San Pietro popolata di sari bianchi bordati d’azzurro; ma gli stessi sentimenti popolano anche Piazza Pio XII, via della Conciliazione e le zone limitrofe. Internet, tv e stampa trasportano le immagini di questa gioia in tutto il mondo, passando per l’Albania e per Calcutta, giungono in tutte le periferie del mondo tanto amate da Teresa: la piccola matita nelle mani di Dio è Santa!

La volontà di Dio

“Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?” (Sap 9,13). Con questo interrogativo del Libro della Sapienza, Papa Francesco ha aperto la sua omelia: “I protagonisti della storia sono sempre due: Dio da una parte e gli uomini dall’altra. Il nostro compito è quello di percepire la chiamata di Dio e poi accogliere la sua volontà. Ma per accoglierla senza esitazione chiediamoci: quale è la volontà di Dio?”.

“Gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito” (Sap 9,18). Per verificare la chiamata di Dio, dobbiamo domandarci e capire che cosa piace a Lui. Tante volte i profeti annunciano che cosa è gradito al Signore. “Il loro messaggio - osserva Francesco - trova una mirabile sintesi nell’espressione: Misericordia io voglio e non sacrifici” (Os 6,6; Mt 9,13). A Dio è gradita ogni opera di misericordia, perché nel fratello che aiutiamo riconosciamo il volto di Dio che nessuno può vedere (cfr Gv 1,18). E “ogni volta che ci chiniamo sulle necessità dei fratelli, noi abbiamo dato da mangiare e da bere a Gesù; abbiamo vestito, sostenuto, e visitato il Figlio di Dio (cfr Mt 25,40). Insomma, abbiamo toccato la carne di Cristo”.

Non solo un semplice aiuto

Non esiste alternativa alla carità: “quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio” (cfr 1 Gv 3,16-18; Gc 2,14-18). “La vita cristiana - ha osservato il Papa - non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato, ma sarebbe sterile perché senza radici. L’impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell’amore”.

 

 

Il volontariato dà voce alla fede

Il Vangelo ci dice che: “una folla numerosa andava con Gesù” (Lc 14,25). Oggi quella “folla numerosa” è rappresentata dal vasto mondo del volontariato “qui convenuto in occasione del Giubileo della Misericordia”. “Voi siete quella folla che segue il Maestro e che rende visibile il suo amore concreto per ogni persona. Vi ripeto le parole dell’apostolo Paolo: La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua. Quanti cuori i volontari confortano! Quante mani sostengono; quante lacrime asciugano; quanto amore è riversato nel servizio nascosto, umile e disinteressato! Questo lodevole servizio dà voce alla fede - dà voce alla fede! - ed esprime la misericordia del Padre che si fa vicino a quanti sono nel bisogno”.

Il volontario non si aspetta alcun ringraziamento

La sequela di Gesù è un impegno serio e al tempo stesso gioioso: “i volontari che servono gli ultimi e i bisognosi per amore di Gesù non si aspettano alcun ringraziamento e nessuna gratifica, ma rinunciano a tutto questo perché hanno scoperto il vero amore”. E ognuno di noi può dire: “Come il Signore mi è venuto incontro e si è chinato su di me nel momento del bisogno, così anch’io vado incontro a Lui e mi chino su quanti hanno perso la fede o vivono come se Dio non esistesse, sui giovani senza valori e ideali, sulle famiglie in crisi, sugli ammalati e i carcerati, sui profughi e immigrati, sui deboli e indifesi nel corpo e nello spirito, sui minori abbandonati a sé stessi, così come sugli anziani lasciati soli. Dovunque ci sia una mano tesa che chiede aiuto per rimettersi in piedi, lì deve esserci la nostra presenza e la presenza della Chiesa che sostiene e dona speranza”.

Madre Teresa dispensatrice di misericordia

Madre Teresa, in tutta la sua esistenza, è stata “generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata”. Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che “chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero”. Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; “ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini – dinanzi ai crimini! - della povertà creata da loro stessi”.

La misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza.

Il sorriso di Santa Teresa

“Questa instancabile operatrice di misericordia - ha proseguito Francesco - ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione”.

Madre Teresa amava dire: “Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere”. “Portiamo nel cuore il suo sorriso e doniamolo a quanti incontriamo nel nostro cammino, specialmente a quanti soffrono. Apriremo così orizzonti di gioia e di speranza a tanta umanità sfiduciata e bisognosa di comprensione e di tenerezza”.

 

 

All’Angelus il grazie di Francesco

Al termine della celebrazione la gioia dei fedeli è esplosa in un tripudio di applausi. Il Papa ha poi ringraziato tutti i fedeli presenti, i pellegrini giunti da ogni parte del mondo, le Missionarie e i Missionari della Carità “che sono la famiglia spirituale di Madre Teresa”, le autorità e le delegazioni giunte da ogni parte del mondo.

Un saluto speciale Francesco lo ha riservato ai volontari ed agli operatori di misericordia: “Vi affido alla protezione di Madre Teresa: lei vi insegni a contemplare e adorare ogni giorno Gesù Crocifisso per riconoscerlo e servirlo nei fratelli bisognosi. Chiediamo questa grazia anche per tutti coloro che sono uniti a noi attraverso i media, in ogni parte del mondo”.

Il ricordo di Suor Isabel

Sono molti i volontari che “si spendono al servizio dei fratelli in contesti difficili e rischiosi” e sono molti i Religiosi e le Religiose  “che donano la loro vita senza risparmio”. La preghiera del Papa è andata a Suor Isabel, la missionaria spagnola che è stata uccisa due giorni fa nella capitale di Haiti “un Paese tanto provato, per il quale auspico che cessino tali atti di violenza e vi sia maggiore sicurezza per tutti”. “Ricordiamo anche altre Suore che, recentemente, hanno subito violenze in altri Paesi”.

1500 poveri a pranzo con Francesco

Sono 1500 i bisognosi, provenienti dalle case gestire dalle Suore di Madre Teresa in tutta Italia, che pranzeranno in Aula Paolo VI ospiti di Papa Francesco. Il pasto, a base di pizza, verrà servito da 250 suore di Madre Teresa, 50 fratelli della Congregazione maschile e da altri volontari. La pizza è stata preparata da una pizzeria napoletana attrezzata con 3 forni mobili ed uno staff di 20 persone. Da lassù Madre Teresa sorride contenta: “Quando sarò morta – diceva lei –, potrò aiutarvi di più…”.

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