Bergoglio indica la strada, ponti e cammini comuni

Le parole di Bergoglio ai giovani scout dell'Agesci, ai membri del Consiglio Superiore della Magistratura e la proposta della data comune per la Pasqua cristiana

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Bergoglio indica la strada, ponti e cammini comuni

Una realtà preziosa chiamata a costruire ponti in una società dove c’è l’abitudine ad alzare muri. Un colpo d’occhio incredibile: sono in blu gli 80 mila dell'Associazione guide e scouts cattolici italiani (Agesci) e riempiono all’inverosimile piazza San Pietro e via della Conciliazione. Agitano i fazzolettoni al passaggio di Francesco che attacca a leggere il discorso, poi mette via i fogli e improvvisa a braccio.

Lo scoutismo offre «un contributo importante alle famiglie». E aggiunge: «Vi dirò una cosa - ma non vantatevi! -: voi siete una parte preziosa della Chiesa. Grazie!». I genitori affidano i loro figli all’Agesci perché il metodo scout, «basato su grandi valori umani, educa alla libertà nella responsabilità. Questa fiducia non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande comunità cristiana».

Ma cosa c’entra – chiede – la religione con il movimento educativo? Risponde con le parole di lord Baden Powell, fondatore dello scoutismo: «Rispose che la religione non ha bisogno di “entrarci”, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del movimento scout e un lato non… L’insieme di esso è basato sulla religione, sulla presa di coscienza di Dio e sul suo servizio. E questo l’ha detto nell’anno 1926».

Nel panorama delle associazioni scout, l’italiana Agesci è tra quelle «che investono di più nel campo della spiritualità e dell’educazione alla fede. Ma c’è ancora tanto da lavorare, perché tutte le comunità-capi ne comprendano l’importanza e ne traggano le conseguenze».

L’Agesci può portare «un nuovo fervore nella Chiesa e una nuova capacità di dialogo con la società. Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti. E i gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo dove hanno la loro sede. Siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale locale stabilendo rapporti di stima e collaborazione con i vescovi, i parroci e gli altri sacerdoti, gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza “decorativa” alla domenica o nelle grandi circostanze».

AL CSM: «CONTRASTARE CRIMINALITÀ E CPRRUZIONE» - La giustizia «non si fa in astratto» e per amministrarla con efficacia, contrastando corruzione e criminalità, è necessario che le istituzioni attuino «una strategia di lungo respiro orientata alla promozione della persona». È il pensiero di fondo espresso al Consiglio superiore della magistratura. Il Csm è stato recentemente tutto rinnovato. Francesco si aggancia al contesto della globalizzazione che condiziona anche l’amministrazione della giustizia, portando «anche aspetti di possibile confusione e disorientamento». L’amministrazione della giustizia crea confusione e disorientamento «quando diventa veicolo per introdurre usanze, concezioni, persino norme, estranee a un tessuto sociale con conseguente deterioramento delle radici culturali di realtà che vanno invece rispettate; e ciò per effetto di tendenze appartenenti ad altre culture, economicamente sviluppate ma eticamente indebolite. Tante volte ho parlato delle colonizzazioni ideologiche quando mi riferisco a questo problema».

RICORDO DI BACHELET UCCISO 35 ANNI FA - Di fronte a quelle che definisce «scosse profonde delle radici culturali» invita i magistrati a contribuire con le altre forze istituzionali a «dare stabilità e a rendere più solide le basi dell’umana convivenza», attingendo alla tradizione cristiana e al suo fondamento dell’amore di Dio e del prossimo, che sono le basi in grado di «fare argine contro l’espansione della criminalità, nelle sue espressioni economiche e finanziarie, e la piaga della corruzione, da cui sono affette anche le democrazie più evolute. È necessario intervenire non solo nel momento repressivo, ma anche in quello educativo offrendo un’antropologia non relativista e un modello di vita in grado di rispondere alle alte e profonde ispirazioni dell’animo umano». Infine ricorda Vittorio Bachelet, assassinato all'Università «La Sapienza» di Roma dalle  Brigate Rosse a 54 anni il 12 febbraio 1980, 35 anni fa: era vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura: «La sua testimonianza di uomo, di cristiano e di giurista continui ad animare il vostro impegno al servizio della giustizia e del bene comune».

UNA PASQUA UNICA PER TUTTI I CRISTIANI – Bergoglio tratta molti tempi nella basilica di San Giovanni in Laterano incontrando i partecipanti al terzo ritiro mondiale dei sacerdoti, promosso dal Rinnovamento carismatico cattolico internazionale e dalla Catholic Fraternity. C’è la possibilità che la data della Pasqua sia unica, per favorire l’unità tra le Chiese. A novembre compirà il primo viaggio in Africa: Repubblica Centrafricana, Uganda e forse Kenya. Ritorna sull’omelia: «Sappia parlare al cuore della gente, un’idea, una parola, una immagine e un sentimento. Non è una conferenza né una lezione di catechesi». Invita i preti a non rifiutare mai il Battesimo: «Mi fa una gran pena quando un parroco non battezza uno appena nato perché figlio di madre single o di padre risposato. Non ha diritto! Il Battesimo non si nega! Quando questo accade, il cuore di un sacerdote è burocrate, è strettamente legato alla legge della Chiesa,la Chiesache è madre si trasforma per tanti fedeli in una “matrigna”». Sullo scacchiere geopolitico la questione tra Russia e Ucraina «in questo momento è risolta sulla carta: il trattato di Minsk è firmato da tutti, ma anche che ci si rifiuta di metterlo in atto». In questo momento l’Africa «è terra attraente allo spoglio, un luogo di spoglio perché le potenze vanno là a cercare legno, oro, metalli, e portano via tutto e se ne vanno». L’immigrazione dall’Africa (e dal Medio Oriente all’Europa: la risposta emergenziale non basta, è necessario che l’Europa vada in Africa, non a portar via cose dall’Africa, ma a investire in Africa, perché ci sia industria, lavoro e la gente non debba venire qua!».

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