Bergoglio: "Non siate autoreferenziali ma in comunione con tutti"

Papa Francesco a tu per tu con alcuni dei più significativi e importanti movimenti ecclesiali nati a cavallo del Concilio Vaticano II.

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Bergoglio: "Non siate autoreferenziali ma in comunione con tutti"

Papa Francesco a tu per tu con alcuni dei più significativi e importanti movimenti ecclesiali nati a cavallo del Concilio Vaticano II.

Movimento dei Focolari (4 marzo 2015) – A 60 vescovi di 35 Paesi «amici» dei focolarini, guidati dalla presidente Maria Voce, dal co-presidente Jesús Morán e dal cardinale Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok, il Papa ricorda che nella «spiritualità di comunione» - tipica dell’Opera di Maria di cui Chiara Lubich (1920-2008) è stata la fondatrice e la prima presidente - «è fortemente ancorato all’Eucaristia: senza l’Eucaristia l’unità perderebbe il suo polo di attrazione divina e si ridurrebbe a una dinamica umana, psicologica, sociologica. Come vescovi raduniamo le comunità intorno all’Eucaristia, alla mensa della Parola e del Pane di vita. Il vescovo non raduna il popolo intorno alla propria persona, o alle proprie idee, ma intorno a Cristo presente nella Parola e nel Sacramento. E alla scuola di Gesù il vescovo raduna le pecore: conformato a Cristo, diventa Vangelo vivo e Pane spezzato per la vita di molti».

Cammino neocatecumenale (6 marzo) - «Un dono della Provvidenza che fa un grande bene nella Chiesa». Con queste parole Francesco saluta il Cammino neocatecumenale che gli presenta 220 famiglie in partenza per la missione. Già 1.100 famiglie con 4.600 figli sono sparse nei cinque continenti. Altre 220, con 600 figli, ricevono la benedizione del Papa. Il movimento è nato nei primi anni Sessanta del XX secolo per iniziativa di Francisco José Gómez Argüello Wirtz, detto «Kiko», pittore ateo ed esistenzialista, convertito al Cristianesimo. «Kiko» enuncia i Paesi in cui si recheranno – Francia, Germania, Ucraina, Kosovo, Cina, Vietnam, Papuasia – e le famiglie si alzano. Dice Francesco: «Voi avete ricevuto la forza di lasciare tutto grazie a un cammino di iniziazione cristiana». A queste famiglie rivolge l’invito «Risvegliate la fede» dei non cristiani che non hanno mai sentito parlare di Gesù, dei tanti cristiani che hanno dimenticato chi è Gesù, dei tanti battezzati ai quali la secolarizzazione e la mondanità hanno fatto dimenticare Gesù».

Tra scroscianti applausi confida: «Io dico sempre che il Cammino neocatecumenale fa un grande bene nella Chiesa. Confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione, benedico il vostro carisma». Benedice i Crocifissi, che consegna ai 33 sacerdoti a capo delle missioni. Aggiunge: tanti sono i «doni» che Dio ha elargito, a partire dalle numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata: «Tutto questo conferma che lo Spirito di Dio è vivo e operante nella Chiesa. In diverse occasioni ho insistito sulla necessità chela Chiesapassi da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria. Quante volte, nella Chiesa, abbiamo Gesù dentro e non lo lasciamo uscire».

Comunione e liberazione (7 marzo)- «Un fuoco scoppiettante e non uno strato di nobile cenere, da conservare con cura». Questa e un’altra mezza dozzina di immagini usa per spiegare il carisma ciellino agli 80 mila che lo ascoltano. Sessant’anni fa don Luigi Giussani (1922-2005) iniziava Gioventù studentesca, dalla quale nasce Comunione e Liberazione su un concetto base: «La fede cristiana consiste nell’incontro con Gesù Cristo» - aggiunge il Pontefice - «l’esperienza dell’incontro non con un’idea ma con una Persona, con la carezza della misericordia di Gesù». Per cui la morale cristiana «non è lo sforzo di chi decide di essere coerente e ci riesce, ma è la risposta commossa alla misericordia sorprendente, imprevedibile, addirittura “ingiusta” secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce e conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso, mi stima, mi abbraccia, mi chiama, spera in me, attende da me». Di Giussani elogia «l’urgenza di ritornare agli aspetti elementari del Cristianesimo. Dopo 60 anni il carisma non ha perso freschezza e vitalità. Ricordate: il centro non è il carisma ma solo Gesù Cristo! Quando metto al centro il mio metodo, esco di strada. Tutti i carismi nella Chiesa devono essere “decentrati” perché al centro c’è solo il Signore. Il carisma non si conserva in una bottiglia di acqua distillata. L’eredità di don Giussani non può ridursi a un museo di ricordi e di norme di condotta: don Giussani non vi perdonerebbe se perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri. Siate liberi: da questa libertà nascono braccia, mani, piedi, mente e cuori a servizio di una Chiesa “in uscita”. Quando siamo schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una “spiritualità di etichetta”. “Io sono di Cl” è un’etichetta».

 

Papa Francesco

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