Alle radici dell'Enciclica "Laudato Si"

Lo sviluppo di pensiero teologico e biblico nell'arco degli ultimi cinquant'anni che ha portato alla realizzazione del testo di papa Francesco

Alle radici dell'Enciclica "Laudato Si"

L’enciclica ecologica «Laudato si’ sulla cura della casa comune» riunisce in un unico testo, molto articolato, aspetti spirituali, antropologici, scientifici, teologici, ecumenici e linee di azione pastorale sul tema dell'ecologia. Uno degli snodi del testo è la serrata critica all’economia, quella che spesso uccide e che, in mano ai finanzieri, ai banchieri, ai commercianti di armi e di morte, schiavizza i poveri e gli ultimi. Da subito Papa Francesco, nel suo magistero quotidiano, lavora per una «Chiesa povera e per i poveri» come disse ai seimila giornalisti che avevano seguito il Conclave del 2013 che lo aveva eletto.

Sulla scelta preferenziale dei poveri si orientò il Concilio Vaticano II (1962-1965), che si concluse cinquant’anni fa (1965-2015). A favore si schierò l’arcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Lercaro – che era uno dei quattro «moderatori» dell’assiste - che tenne un memorabile discorso nell'aula conciliare. Durante l’evento di grazia per la Chiesa il domenicano francese Yves Congar pubblicò un libro fondamentale «Per una Chiesa serva e povera», recentemente ripubblicato dalla casa editrice Qiqajon del monastero di Bose. Il libro non ha mai perso la propria importanza e attualità. Papa Francesco ricorda che l’invito a una vita povera in senso evangelico, rimanda allo «stile di Dio», che si è rivelato non con la potenza e la ricchezza del mondo ma con la debolezza e la povertà. Congar, che partecipò come teologo al Vaticano II, nel libro si interroga su come la Chiesa può applicare a se stessa le esigenze evangeliche.

Tutti i simboli di prestigio - beni materiali o posizioni di potere - che la Chiesa ha sviluppato nei secoli passati, oggi non si comprendono più, tuttavia continuano a conservare – scrive Congar - «il valore generale di un segno che esprime altra cosa rispetto al servizio evangelico a cui sono votati, coloro che portano tante insegne e titoli di un altro mondo! C’è davvero da interrogarsi, alla luce del Vangelo, sulle conseguenze di tutti questi segni di prestigio». In un mondo segnato profondamente dalla crisi, potere e ricchezza rischiano di essere una controtestimonianza del Vangelo. Congar si augurava che «nel momento in cui la Chiesa intera si guarda nello specchio del Vangelo e si interroga sul suo adeguarsi alle esigenze del mondo», i credenti facciano propria «quella verità evangelica di cui il Concilio Vaticano II ha fatto la sua ragione profonda».

Nell’enciclica «laudato si’» il Papa afferma: «Al di là di ogni previsione catastrofica, è certo che l’attuale sistema mondiale è insostenibile». E Alfonso Cauteruccio, direttore di «Greenaccord», intervistato dall’agenzia Sir, afferma: «Il termine conversione, riferito all'ecologia, ha un senso ben preciso: modificare i nostri stili di vita radicalmente, abbandonare la logica del consumo, privilegiare la qualità rispetto alla quantità, puntare alla felicità con meno cose, dare spazio alle relazioni, gestire la casa comune, che è il creato, e la propria vita con sobrietà».

Affermazioni che trovano la loro base in una dottrina solida e fondata che si diffonde in oltre un centinaio di pagine articolate in 246 numeri con 172 citazioni. L’enciclica parte con i primi 10 numeri senza titolo; capitolo primo «Quello che sta accadendo nella nostra casa» (numeri 17-61); capitolo secondo «Il Vangelo della creazione» (numeri 62-100); capitolo terzo «La radice umana della crisi ecologica» (numeri 101-136); capitolo quarto (numeri 137-162); capitolo quinto «Alcune linee di orientamento e di azione» (numeri 163-201); capitolo sesto «Educazione e spiritualità ecologica» (numeri 202-246). Il testo si conclude con due preghiere, «una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente, e un’altra affinché noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone».

Il più citato in assoluto è Giovanni Paolo II, 37 volte cioè: 14 discorsi, omelie, catechesi; 9 enciclica Centesimus annus (1991); 6 messaggio per la 23ª Giornata mondiale per la pace del 1990 «Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato»; 2 citazioni ciascuna l’enciclica «Sollicitudo rei socialis» (1887); l’enciclica «Laborem esercens» (1981); la lettera apostolica «Orientale lumen»; 1 citazione ciascuna per l’enciclica «Redemptor hominis» (1979), l’enciclica «Ecclesia de Eucharistia» (2003).

Segue Papa Benedetto XVI con 28 citazioni: 15 l’enciclica «Caritas in veritate» (2009), la più citata in assoluto; 9 citazioni di discorsi, omelie, catechesi; 4 per il messaggio per la 43ª Giornata mondiale per la pace 2010 «Se vuoi la pace, custodisci il creato».

Papa Francesco ha 16 riferimenti: 12 esortazione apostolica «Evangelii Gaudium» (2013); 3 discorsi, omelie, catechesi; 1 enciclica «Lumen fidei» (2013). Paolo VI 5 citazioni: 2 omelie, discorsi, catechesi; 1 ciascuno lettera apostolica «Octogesima adveniens» (1971); enciclica «Populorum pogressio» (1967); 1 messaggio per la 10ª Giornata mondiale per la pace 1977 «Se vuoi la pace, difendi la vita». Di Giovanni XXIII viene citata la «Pacem in terris» (1963).

Quattro volte è citata la «Gaudium et spes», costituzione pastorale del Concilio Vaticano II approvata cinquant’anni fa 1965-7 dicembre-2015; 10 volte il «Catechismo della Chiesa cattolica» (1992); 6 il «Compendio della dottrina sociale della Chiesa» (2004), 1 volta per «Energia, giustizia e pace»: entrambi questi ultimi sono redatti dal Pontificio Consiglio giustizia e pace.

Numerose le Conferenze episcopali nazionali: 1 volta ciascuna Africa del Sud, Filippine, Bolivia, Germania, Patagonia-Comahue, Stati Uniti, Canada, Giappone, Brasile, Dominicana, Paraguay, Nuova Zelanda, Portogallo, Messico, Australia, Argentina, Asia; 2 volte la V Conferenza generale episcopati latinoamericani e Caraibi ad Apacida (Brasile) nel 2007 alla quale diede un contributo determinante ikl cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires.

Otto le citazioni francescane: 2 «Cantico delle creature»; 2 Tommaso da Celano «Vita prima di san Francesco» e «Vita seconda di san Francesco»; 2 san Bonaventura; 2 «Legenda maior». Una volta Dante Alighieri: «L’amore che move il sole e l’altre stelle» (Paradiso, XXXIII, 145). Padri della Chiesa: 2 volte Basilio Magno, 1  Giustino. Dottori della Chiesa: 6 volte Tommaso d’Aquino; 3 volte «Cantico espiritual» di san Giovanni della croce; 1 volta Teresa di Lisieux.

Per la prima volta in un’enciclica papale si citano dei non cattolici: 4 volte il patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I: 3 discorsi, 1 messaggio, 1 conferenza; 1 volta il filosofo e paleontologo gesuita Teilhard de Chardin; 1 il filosofo francese Paul Ricoeur; 8 volte il teologo italiano naturalizzato tedesco Romano Guardini, teologo preferito da Francesco; 1 gli autori dell’America Latina, Juan Carlos Scannone e Juan Carlo Scannone e Marcelo Perine; 1 il maestro spirituale Alì Al-Khawws mistico dell’Islam; 4 volte documenti internazionali: 3 Dichiarazione di Rio su «Ambiente e sviluppo» (1992) e 1 Carta della Terra de L’Aja (2000).

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