Scrivo a voi giovani, perchè siete forti

Sono le parole del messaggio del Rettore Maggiore dei salesiani pronunciato ieri, 31 gennaio,  al termine della Messa con il movimento giovanile salesiano che ha suggellato la lunga giornata di festeggiamenti a Valdocco la festa liturgica di don Bosco nell'anno bicentenario - Il raduno dei superiori e dei coordinatori dei 30 rami del grande albero della famiglia presente in 132 nazioni dei cinque continenti 

Scrivo a voi giovani, perchè siete forti

La lunga giornata della festa liturgica di don Bosco ha avuto un altro momento centrale nel tardo pomeriggio nella Basilica di Maria Ausiliatrice: la Messa per i giovani del movimento giovanile salesiano presieduta dal Rettor Maggiore don Angel Fernandez Artime. Una celebrazione festosa (fotogallery)  con i rappresentanti da tutto il mondo delle 30 realtà (laiche e religiose) che compongono la famiglia salesiana e con centinaia di giovani che hanno riempito la basilica all’inverosimile. A loro il Rettor Maggiore, continuando la tradizione del suo predecessore don Pascual Chávez Villanueva, anche lui a Torino per le celebrazioni del bicentenario, ha consegnato ai giovani del Movimento - e idealmente a tutti i giovani dei 132 Paesi del mondo in cui sono sparse le opere salesiane - il messaggio della festa liturgica di don Bosco tratto dalla prima lettera di san Giovanni: «Scrivo a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio dimora in voi». «Ho scelto queste parole tratte dalla prima lettera di san Giovanni – ha detto il Rettor Maggiore - perché mi sembra una bellissima concretizzazione della chiamata che oggi il Signore Gesù fa a ciascuno di voi e che senza dubbio Don Bosco, con la sua genialità educativa, saprebbe tradurre in sfida e traguardo della vita quotidiana per i suoi giovani. Miei cari giovani, non posso nascondervi questa mia profonda convinzione: il Signore, Gesù di Nazareth, Figlio del Padre, è la via autentica per la vera felicità di ciascuno di noi, di ciascuno e ciascuna di voi. Don Bosco credeva ciecamente, pienamente in voi giovani. Faceva sue proprie le inquietudini, speranze e gioie dei suoi giovani (e di voi), vivendo con i suoi giovani, in mezzo a loro e con loro, e in quello che era un dono speciale in lui, di essere uomo della relazione personale, del buon tratto, dell’amicizia e del dialogo, dava ai suoi giovani tutta la fiducia per essere veramente ‘forti’ nel cammino della vita, forti nella fede, credendo realmente nelle proprie capacità e possibilità, credendo che voi potete essere, e dovete essere, perché così chiede il Signore, i veri protagonisti delle vostre vite».

In mattinata i superiori e i coordinatori delle 30 componenti della famiglia salesiana si sono riuniti a Maria Ausiliatrice per la prima volta in occasione del Bicentenario animando il cortile di Valdocco con i colori e le lingue dei 132 paesi dove sono presenti i salesiani: «Ci siamo ritrovati in occasione dei 200 anni dalla nascita di don Bosco – ha detto suor Yvonne Reungoat, madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice – per creare più sinergia tra le varie componenti della famiglia salesiana – è il carisma del nostro santo che ci unifica: ma più riusciamo a conoscerci e a integrarci più serviamo meglio la Chiesa. Per essere segno di pace nel mondo dobbiamo innanzi tutto noi cristiani crescere nel dialogo, abbattere i campanilismi. Don Bosco non è solo della famiglia salesiana ma è di tutta la Chiesa e di tutti coloro anche non cristiani che amano i giovani».  

L’ultima Messa del 31 gennaio, alle 21, è stata presieduta in Basilica dal Rettore Maggiore Emerito, don Pascual Chavez Villanueva: durante la celebrazione, dedicata in particolare alla famiglia salesiana, un gruppo di cooperatori, che hanno terminato il loro cammino di formazione, hanno pronunciato la loro promessa.

* nella foto, nel cortile di Valdocco, la famiglia salesiana: al centro, il Rettor Maggiore don Artime con il Rettore emerito don Pascual Villanueva e la madre generale delle Fma Yvonne Reungoat

    

   

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