Torino: ecco chi sono i consacrati

A Palazzo Civico, l'Arcivescovo mons. Nosiglia, il Vicario episcopale per la Vita Religiosa, don Sabino Frigato, e il Vicesindaco Elide Tisi per la presentazione dell'Anno della Vita Consacrata 

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Elide Tisi, monsignor Nosiglia e don Sabino Frigato

È stata illustrata venerdì mattina a Palazzo Civico dall’Arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia e da don Sabino Frigato, vicario episcopale per la vita religiosa, la ricca e diversificata realtà dei consacrati nella diocesi torinese. Un incontro che ha visto anche la partecipazione del Vicesindaco Elide Tisi a testimonianza dello stretto legame tra vita della città e presenza dei consacrati.

L’incontro (vedi Fotogallery) è stato occasione per presentare l’Anno della Vita Consacrata che, voluto da papa Francesco nel 50° anno del decreto conciliare "Perfectae Caritatis", si aprirà con la prima domenica di Avvento, il 30 novembre 2014. Un anno volto a valorizzare una presenza che nella diocesi torinese conta 3.248 tra religiosi (545 preti, 20 diaconi, 233) e religiose (2450), 125 monache su 13 monasteri  e 3 eremiti. Una raaltà che dà anche lavoro: sono 5.200 i dipendenti laici impegnati nelle opere religiose presenti sul territorio della diocesi: dai cuochi nelle scuole o nelle strutture per anziani, ai portinai, agli insegnanti. Senza neanche  contare il lavoro indotto, si tratta dunque di una ampia e attiva realtà che porta avanti e sviluppa quella rete di Welfare che i santi sociali avviarono nell’800 nella nostra città.

«Noi siamo portati – ha sottolineato mons. Nosiglia – a considerare la presenza religiosa in funzione dei servizi che svolgono, ma vorrei che in questo anno si andasse invece a riscoprire alla radice il significato del loro essere parte della nostra Chiesa e della nostra Città. Penso anzitutto al senso della gratuità che i consacrata testimoniano. La crisi che stiamo vivendo ha le sue radici nell’individualismo, mentre la vita consacrata ci richiama al totale dono di sé».

E ancora: l’Arcivescovo ha richiamato l’importanza dello spirito di servizio e della testimonianza della fraternità che religiosi e religiose offrono quotidianamente: «senza la fraternità – ha richiamato mons. Nosiglia - quale città vogliamo costruire?».

Una città che ha ricordato il vicesindaco Tisi: «vivrà già nel 2015 con l’ostensione della Sindone e il Bicentenario di don Bosco un anno speciale e proprio questa riflessione sulla vita consacrata sarà un ulteriore motivo di speranza. Oggi c’è bisogno di prendersi cura l’uno dell’altro e la presenza dei consacrati ci richiama a questo, ci mostra come la nostra città sia un tessuto dove ogni filo è importante e dove la forza sta nell’unione».  

«Con la speranza nel cuore infatti – ha ricordato don Frigato -  i consacrati sono chiamati a vivere il presente con passione. La passione parla di testimonianza della bellezza di una vita vissuta liberamente nella sequela del Signore Gesù. Per Papa Francesco, i consacrati con la loro testimonianza profetica e la loro presenza nelle periferie esistenziali devono ‘svegliare il mondo’. Un Anno della vita consacrata non dovrà esaurirsi in qualche iniziativa; né tanto meno nel raccontare la grande storia che i consacrati hanno scritto nel passato. Essi sono sfidati dallo Spirito a scrivere di giorno in giorno un nuovo e inedito domani non meno bello di ieri».

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