La Bibbia come guida del quotidiano

All’Angelus di domenica 5 ottobre Papa Francesco aveva elogiato la Famiglia Paolina per la pubblicazione della nuova edizione del Libro nel ricordo di don Alberione

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La Bibbia come guida del quotidiano

Perché la famiglia possa camminare bene, con fiducia e speranza, bisogna che sia nutrita dalla Parola di Dio. Per questo è una felice coincidenza che i nostri fratelli Paolini abbiano voluto fare una grande distribuzione della Bibbia. Ringraziamo i nostri fratelli Paolini! Lo fanno in occasione del centenario della loro fondazione, da parte del beato Giacomo Alberione, grande apostolo della comunicazione. Mentre si apre il Sinodo per la famiglia, con l’aiuto dei Paolini possiamo dire: una Bibbia in ogni famiglia! "Ma, padre, noi ne abbiamo due, tre…". Ma dove le avete nascoste?... La Bibbia non è per metterla in uno scaffale, ma per tenerla a portata di mano, per leggerla spesso, ogni giorno, sia individualmente che insieme, marito e moglie, genitori e figli, magari la sera, specialmente la domenica. Così la famiglia cresce, cammina, con la luce e la forza della Parola di Dio!».

All’Angelus di domenica 5 ottobre Papa Francesco ha elogiato la Famiglia Paolina per la nuova edizione della Bibbia, accessibile a tutti, con introduzione generale alla lettura, cartine, ricostruzioni, introduzioni ai singoli libri, note al testo, da leggere ogni giorno per 365 giorni, da usare per il catechismo perché fornisce ai catechisti preziose indicazioni per spiegare il testo. Una lettura semplice, completa, orante, personale e comunitaria. La Bibbia per tutti: singoli e famiglie, giovani e gruppi,  parrocchie e catechisti, animatori e laici impegnati.   

La Famiglia Paolina fu fondata cento anni fa il 20 agosto 1914 dal piemontese di Alba don Giacomo Alberione (1884-1971), che fu beatificato da Giovanni Paolo il 27 aprile 2003. Le sue intuizioni divennero patrimonio della Chiesa con il decreto conciliare «Inter mirifica» sugli stru­menti della comunicazione sociale, riconosciuti come mezzi di evangelizzazione, che il Concilio - al quale partecipò come «perito» nominato da San Giovanni XXIII - approvò il 4 dicembre 1963.

Diceva Papa Paolo VI, che verrà beatificato da Papa Francesco domenica 19 ottobre: don Alberione «ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e coscienza della sua missione nel mondo moderno e con i mezzi moderni». Aggiungeva San Giovanni Paolo II: «Intuì la necessità di far conoscere Gesù Cristo, via verità e vita, agli uomini del nostro tempo con i mezzi del nostro tempo e si ispirò all’apostolo Paolo, che definiva “teologo e architetto della Chiesa”».

Don Alberione, «editore di Dio», era convintissimo della necessità di far conoscere la Bibbia al popolo: in cin­que anni (1961-1966) la San Paolo ne stampò e diffuse ben 2 milioni e 258 mila copie.

Recentemente a Papa Francesco è stata presentata la traduzione della Bibbia interconfessionale in lingua corrente, per iniziativa della Conferenza episcopale italiana e della Federazione delle Chiese evangeliche. Un grande progetto biblico ed ecumenico. Papa Francesco ha incontrato l’Alleanza biblica universale, che gli ha consegnato  l’ultima versione, frutto della collaborazione tra Alleanza biblica universale, Società biblica italiana e una casa editrice torinese, la salesiana ElleDiCi. Per papa Francesco «è un’idea buona perché la gente semplice può capirla, perché è un linguaggio vero, proprio, ma vicino alla gente. Così la gente può capire espressioni che, se si traducono letteralmente, non si capiscono. Se si pensa che i dibattiti attorno alla Scrittura abbiano influito sulle divisioni tra cristiani». A questa traduzione hanno lavorato decine di esperti, tra cui il gesuita torinese padre Carlo Maria Martini, prima di diventare cardinale arcivescovo di Milano. Ebbene questa edizione della Bibbia, in Italia ha venduto oltre 13 milioni di copie, un record assoluto.

Nessun dubbio che ci sia un grande bisogno di diffondere, leggere e studiare la Bibbia. Lo prova ampiamente l’indagine sociologica «Gli italiani e la Bibbia» pubblicata dalle Edizioni Dehoniane. Su 100 italiani 67 dicono di aver letto la Bibbia (37 l’hanno letta in passato, 30 l’anno letta nell’ultimo anno) e 33 non l’hanno letta. Alla domanda «Nella scuola si dovrebbe studiare la Bibbia?» 63 italiani rispondono sì (22 molto e 41 abbastanza) e 35 rispondono no ((13 per niente e 22 poco).

Spiega nell’introduzione a questa indagine il sociologo Ilvo Diamanti: «È un rapporto singolare quello fra gli italiani e la Bibbia. È al tempo stesso intenso e distaccato,  frequente e intermittente, competente e lacunoso, identificato e lontano, diviso e condiviso. Perché la Bibbia costituisce un elemento di comunione e di distinzione, dal punto di vista religioso, culturale e sociale».

Vita Chiesa

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