I ricami dell'amore....

La mostra dei paramenti sacri presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino (Cottolengo)

Parole chiave: ricami (1), cottolengo (29), amore (23), congregazione (5)
I ricami dell'amore....

Non è una novità per il lettore esperto che la Piccola Casa della Divina Provvidenza ci riservi da tempo una sorpresa dopo l’altra. La principale sorpresa è quella quotidiana, quella di continuare ad esistere da circa 180 anni, da quando cioè il Santo Giuseppe Benedetto Cottolengo la fondò, seguendo un’ispirazione divina che lo rese artefice di tale e tanta opera.  Il Santo era uomo di grande fede, infinita speranza, profonda carità e incessante preghiera e diede vita ad una realtà che ancora oggi, nonostante l’evoluzione dei tempi e la carenza di vocazioni, continua a Torino e nel mondo la sua opera meritoria. Da volontario esterno posso affermare che non ho ancora trovato nulla di comparabile, senza nulla togliere alle altra realtà di assistenza sociale della città. 

La Piccola Casa mi ha spesso rivelato sorprese, come la Galleria Mariana, splendido esempio di come si possa trasformare un corridoio di passaggio in un vera a propria esposizione permanente di immagini mariane antiche (piccoli capolavori di arte popolare del 1800).La sorpresa di Giugno 2015 è però straordinaria, seppur temporanea in quanto chiuderà con il termine dell’esposizione della Santa Sindone.

Siamo nel padiglione dell’Annunziata, una delle strutture abitative ed assistenziali che ospita una parte dei residenti della Piccola Casa, al fondo del viale che parte dal cortile delle cucine e che porta all’ingresso di Via S. Pietro in Vincoli e, guidati dalle indicazioni precise e puntuali, scendiamo alcuni gradini verso un piccolo cortile. Il profumo è inebriante e ci troviamo per un attimo circondati da gelsomini in fiore e da aiuole di lavanda. L’ingresso della mostra è quasi nascosto , discreto….forse a sottolineare la serietà degli oggetti esposti: i paramenti sacri.

Confesso che, nonostante tutte le Messe servite come chierichetto da ragazzo, di paramenti sacri non ne sapevo molto, soprattutto la loro terminologia, la loro nomenclatura ed il loro utilizzo nella liturgia cattolica…e quindi mi sono avvicinato più con interesse fotografico che culturale, ma devo ammettere che quanto ho visto supera di gran lunga ogni immaginazione e, nonostante la mia totale ignoranza del mondo del ricamo, ho avuto la fortuna di ammirare dei veri e propri capolavori artistici…unici nel loro genere e probabilmente irripetibili.

casula

All’ingresso della mostra ci soffermiamo su un pannello che ne evidenzia il titolo: nel Silenzio: La Bellezza.  Titolo quanto mai azzeccato in quanto le autrici dei paramenti esposti sono state le Suore sordomute della Comunità monastica “di quasi clausura” del Cuor di Maria. La Comunità fu fondata nel 1848 dal successore del Santo Cottolengo, il Canonico Luigi Anglesio, eseguendo la volontà postuma del Santo che già negli ultimi anni della sua vita ne aveva auspicata la nascita. Alla Comunità del Sacro Cuore, composta ancora oggi da suore sordomute, fu assegnata la missione di occuparsi di tutte le necessità delle cappelle e delle chiese presenti nella Casa (ad oggi se ne contano ben 26). La preparazione delle ostie, del vin santo, delle ampolle, delle tovaglie e dei paramenti era sotto la loro responsabilità ed ancora oggi nulla è cambiato: le Suore del Cuor di Maria continuano a svolgere la stessa missione.  Il loro silenzio e la loro vita necessariamente ovattata a causa loro situazione fisica, svilupparono fin dall’inizio una straordinaria abilità nel disegno e nel ricamo, che raggiunse l’eccellenza e che produsse vere e proprie opere d’arte, gelosamente conservate quali esempi di mirabile connubio tra competenza, fede, passione, pazienza e lavoro di gruppo.

 

Contraltari, pianete e casule, piviali, dalmatiche, conopei, stole, manipoli, corporali, camici, albe, amitti, paliotti, veli omerali, tovaglie d’altare, stendardi, palle, purificatori, manutergi ed altro ancora, sono autentici capolavori realizzati con pazienza e perizia, per la perfezione del ricamo, le gradazioni sfumate dei colori, le fantasie di fiori, frutti ed uccelli che adornano le scene liturgiche rappresentate e ne esaltano i misteri di fede.

Ogni pezzo esposto è chiaramente identificato da cartelli sintetici ma esaurienti, per accompagnare il visitatore nella visita.  E’ difficile descrivere le sensazioni provate nell’ammirare questi ricami, alcuni dei quali hanno certamente richiesto molti anni di lavoro e il pensiero corre inevitabilmente ancora alle Suore, pensando che molte di esse non avranno visto completata l’opera iniziata, seppur consapevoli della continuità garantita dalle consorelle. Ci piace pensare che oggi, grazie agli organizzatori dell’evento, possano rivedere in qualche modo i risultati del loro lavoro eccellente.

Siamo usciti dalla mostra arricchiti non solo culturalmente per aver imparato molto sui paramenti sacri, dal loro nome al il loro utilizzo, ma anche e soprattutto emozionati per aver scoperto un mondo silenzioso e sconosciuto, quello dell’eccellenza silenziosa ed umile, devota ed appassionata, che non si pubblicizza né si compiace della bravura e dei risultati, ma che emerge da sola nel tempo e rimane come splendida testimonianza delle vite delle Suore del Cuor di Maria, vite dedicate alla preghiera e al lavoro, per il bene dell’opera di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

 

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