Far della vita un dono, Maria Orsola Bussone

Mercoledì 18 marzo papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche della serva di Dio nata a Vallo Torinese, diocesi di Torino, il 2 ottobre 1954.

Parole chiave: Maria Orsola Bussone (1), Lanzo (3), venerabile (5), beati (21), santi (55), diocesi (138)
Far della vita un dono, Maria Orsola Bussone

Il 3 settembre 1998 Giovanni Paolo II, di fronte ad uno Stadio Comunale (non ancora Olimpico), gremito da almeno 60.000 giovani diceva, sorprendendo la quasi totalità dei partecipanti:

«Amare autenticamente da cristiani significa oggi, tante volte, andare controcorrente, essere uomini schietti che dicono male al male e bene al bene, e che con coraggio scelgono contro la maniera comune di far equivalere amore a sesso, validità a successo, autenticità a look o apparenza. Se volete raggiungere lo stile di amore del Cristo, preparatevi a saper soffrire come lui, in compagnia di lui. Voi citate Maria Orsola, una ragazza della zona di Lanzo che confidava al suo parroco: "Sarei disposta a dare la vita perché i giovani capiscano quanto è bello amare Dio". E Dio a 16 anni la prese in parola. Ecco, in questa vostra compagna vi è più che una difesa: vi è la scelta di lasciarsi innamorare in termini assoluti facendo riferimento a Dio stesso, accettando di fare della propria vita un dono, non un possesso egoistico».

Pur già molto conosciuta, la giovane di Vallo Torinese, morta improvvisamente a 16 anni nel 1970, non era ancora nota ai più, nonostante la sua “fama di santità” fosse abbastanza diffusa, grazie alla circolazione dei suoi scritti, alla testimonianza della sua comunità parrocchiale, agli spettacoli del complesso a lei intitolato (e in seguito lo sarà anche grazie anche al periodico: “W la vita”). Ma il papa polacco vedeva lungo, e Francesco lo ha confermato, riconoscendo,  di  Maria Orsola,  le   virtù eroiche il 18 marzo (unica laica, quel giorno,  accanto a persone consacrate): è   una tappa fondamentale per la conclusione del suo  processo  di beatificazione, che speriamo sarà prossima. Ragazza normale, appassionata di musica, ma dotata di una profondissima spiritualità interiore:

"Ti ringrazio Gesù perché ti sei fatto uomo e ti sei sacrificato e morto sulla croce per salvare noi e aprirci le porte del Paradiso. Fa che io sia sempre buona e non abbia più da farti soffrire per i miei peccati e possa un giorno godere della tua gloria",

La sua vita terrena  finì improvvisamente, a causa di una scarica elettrica, il 10 luglio 1970, durante un campeggio parrocchiale, e la sua “fama di santità” iniziò a diffondersi molto presto:“Voglio amare, amare, amare sempre, per prima, senza aspettarmi nulla, voglio lasciarmi adoperare da Dio come vuole Lui e voglio fare tutta la mia parte perché quella è l’unica cosa che vale nella vita, e perché veramente tutti i giovani conoscano che cos’è la vera felicità e amino Dio”.

Figlia spirituale di Chiara Lubich, come Chiara Luce Badano, un gioiello della diocesi torinese, esempio per tanti giovani, sintesi efficace tra spiritualità dei movimenti ed incarnazione nella chiesa locale: Maria Orsola Bussone, una ragazza come tanti, i cui amici cantavano, nel suo ricordo: “Tu eri una di noi, tu sei vissuta per Lui, per la Sua gloria cantar, noi vogliam con te”.

 

                                                                  

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