Don Bosco, una storia senza tempo

Un libro di tre generazioni di giornalisti, gli Agasso, racconta la storia e la testimonianza di santità del primo dei Santi sociali

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Don Bosco, una storia senza tempo

Duecento anni dopo, Giovanni Bosco (1815-1888) è un esempio di santità davvero giovane e del tutto particolare nel panorama della dimensione religiosa cristiana. Dopo le celebrazioni del centenario della morte nel 1988, con il bicentenario della nascita fa intravedere come il carisma del primo Santo sociale abbia ancora nel mondo cattolico e nel campo educativo oggi. Una presenza quella salesiana che nel mondo rappresenta un riferimento importante per la forza che la congregazione ha assunto nella sua dimensione globale e universale. Da Torino al mondo, appunto in una dinamica davvero molto articolata.

Quando don Bosco morì il 31 gennaio 1888, i Salesiani erano 773, le Figlie di Maria Ausiliatrice 393, gli oratori250 inItalia, Spagna, Francia, Austria, Inghilterra, America. Oggi la presenza è imponente: i Salesiani sono15.298 in132 Paesi dei cinque continenti. Le 1.811 case e 97 altre presenze sono raggruppate in 8 regioni e 86 ispettorie. Sono il secondo più numeroso istituto religioso maschile, preceduto dalla Compagnia di Gesù e seguito dall'Ordine dei Frati minori. La produzione storiografica salesiana è passata dai primi modesti e moderati profili biografici di don Bosco degli anni settanta del secolo XIX alle numerose biografie encomiastiche, ispirate ad una lettura teologica-aneddotica-taumaturgica della sua vita e della sua opera, che dagli anni Ottanta del secolo XIX fino al secolo XX.  Per orientare nella contemporaneità la ricerca e l’interpretazione storica lungo un percorso pluridirezionale, bisogna indagare con più coraggio e qualità, oltre i condizionamenti di  schemi acriticamente ripetitivi: molte sono infatti ancora presenti le deformazioni e caricature (es. prete “reazionario”, “non italiano”, “paternalista”…), promosse da un mondo con influenze anticlericali. Rimane utile,  piuttosto,  cancellare  ciò che può ancora rimanere di talune forzature  retoriche, e continuare a rivedere con metodo critico le fonti storiche, per ricostruire un humus culturale dal quale si sono propagate nel mondo le intuizioni del primo santo moderno, vicino ai giovani che ha posto al centro la formazione e l’educazione. In questa aurea celebrativa vale la pena di leggere e gustare il volume di Domenico Agasso Sr., Renzo Agasso e Domenico Agasso Jr. “Don Bosco una storia senza tempo” della Elle Di Ci.

Impreziosito dalla prefazione del Rettor Maggiore Artime, decimo successore di Don Bosco, il libro ripercorre da quel 16 agosto 1815 al 31 gennaio 1888, una straordinaria vita di un uomo dalle capacità davvero eccezionali, sostenuto da una fede, che come dice la Scrittura può muovere le montagne. Il sogno di Don Bosco dai Becchi di Castelnuovo alla Torino ottocentesca, risorgimentale ma soprattutto povera e misera, prende il volo verso il mondo: la carità, i giovani, l’educazione, la famiglia, il lavoro, la missione. Dal Santo giovane per i giovani parte tutto, un mondo di bene e di pace, di coraggio e di speranza. L’oratorio e il mondo, il Santo sociale tra i Santi sociali. Un esempio, non nella storia, ma nel presente. Così ce lo raccontano gli Agasso con l’affetto dei cultori e il rigore degli storici.

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