Mons. Galantino illustra l'impegno della Chiesa italiana

Al termine del Consiglio Permanente una riflessione a punti 

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Mons. Galantino illustra l'impegno della Chiesa italiana

«Una legge che riguardi l’eutanasia e la dichiarazione di fine vita, una legge che attribuisca tutto il potere all’autodeterminazione della persona, evidentemente non può essere accettata. Una legge che smonta l’alleanza tra paziente, medico e famigliari finisce per essere il trionfo dell’individualismo». Alla vigilia della 39ª Giornata nazionale per la vita, promossa dalla Cei domenica 5 febbraio 2017 «Donne e uomini per la vita nel solco di Santa Teresa di Calcutta», devono far riflettere le parole di mons. Nunzio Galantino, segretario Cei, nella conferenza stampa del 26 gennaio 2017.

NO ALL’EUTANASIA – Altrettanto netto era stato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente Cei, in apertura della sessione invernale del Consiglio permanente (23-25 gennaio 2017)nella legge del fine vita ci sono «implicazioni delicate e controverse in materia di consenso informato, pianificazione delle cure e dichiarazioni anticipate di trattamento. Ci preoccupano le proposte legislative che rendono la vita un bene affidato all’autodeterminazione dell’individuo, sbilanciando il patto di fiducia tra paziente e medico. Sostegni vitali come idratazione e nutrizione assistite verrebbero equiparate a terapie, che possono essere interrotte. Crediamo che la risposta alle domande di senso che avvolgono la sofferenza e la morte non sia nelle soluzioni semplicistiche».

LA VITA BENE PRIMARIO - L’essere in vita per la persona costituisce il bene primario e assoluto perché è la condizione essenziale per l’esistenza umana. La vita merita di essere tutelata e promossa prima di tutti gli altri beni. Ogni persona (e chi ha il compito di prendersene cura) ha il diritto/dovere, in caso di malattia grave, di intraprendere le cure necessarie per conservare vita e salute. Un dovere verso se stessi, verso Dio, verso la comunità. Un dovere che obbliga all’impiego dei «mezzi ordinari». Resta la condanna morale dell’eutanasia, del suicidio assistito, dell’accanimento terapeutico.

CHIARISSIMO IL MAGISTERO - Negli ultimi decenni la Chiesa si è occupata più volte di questa tematica: Pio XII «Risposte ad alcuni importanti quesiti sulla rianimazione», discorso al congresso di anestesiologia (24 novembre 1957); Congregazione per la dottrina della fede, istruzione «Iura et bona. De eutanasia» (5 maggio 1980); Pontificio Consiglio Cor unum, istruzione «Dans le cadre. Questioni etiche relative ai malati gravi e morenti» (27 giugno1981); Giovanni Paolo II, discorso a un corso internazionale sulle preleucemie umane (15 novembre 1985); «Catechismo della Chiesa cattolica» (11 ottobre 1992), «L’eutanasia» (n. 2276-2279); Giovanni Paolo II, enciclica «Evangelium vitae (25 marzo 1995); Pontificio Consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, «Carta degli operatori sanitari» (1° gennaio 1995); Giovanni Paolo II, discorso al congresso internazionale sullo stato vegetativo (20 marzo 2004); Congregazione per la dottrina della fede, «Risposte a quesiti della Conferenza episcopale statunitense circa l’alimentazione e l’idratazione artificiali» (1° agosto 2007).

POVERTA’ E FAMIGLIE - I vescovi alzano la voce per chiedere un piano contro la povertà perché manca una politica di contrasto alle povertà, e per chiedere i decreti attuativi sui provvedimenti per la famiglia. Osserva Galantino: «Continuare a ritardare una vita serena per le famiglie significa ritardare le condizioni perché il nostro Paese cominci a essere un po’ più pacificato e non stia in balia del primo populista che si alza (è evidente il riferimento ai vari Grillo, Salvini e Meloni, n.d.r.). Rinviare le misure per le famiglie significa finire in balia dei populisti». È anche necessario introdurre lo «Ius soli» e lo «Ius culturae», cioè l’affido a case famiglia per minori non accompagnati e riconoscimento della cittadinanza per quanti hanno conseguito il primo ciclo scolastico.

TERREMOTO – La Cei ha messo a disposizione un milione di euro subito il 24 agosto; 20,6 milioni derivanti dalla colletta nazionale; 7,8 milioni (300 mila euro per ognuna delle 26 diocesi colpite) per la salvaguardia di chiese e beni culturali. Tra gli aiuti provenienti dall’estero un gesto estremamente significativo dei bambini di Bangui in Centroafrica che hanno raccolto 7.350 euro per i bambini di Norcia.

PRETI PEDOFILI – La Cei condanna senza remissione i preti pedofili, «motivo di scandalo e di dolore». Aggiunge Galantino: «Nessuno vuole nascondere la gravità di certi comportamenti. C’è sofferenza e vergogna, ma essi non rappresentano la Chiesa. Vi invito a raccontare anche esempi di sacerdoti a servizio delle loro comunità e di quelli che non hanno abbandonato le popolazioni terremotate e colpite dalla neve. Sulla pedofilia la Chiesa italiana non è reticente, come qualcuno vuol far credere (come «la Repubblica», n.d.r.). Purtroppo la pedofilia tocca altri ambiti: docenti, allenatori, turismo sessuale. Si parla tanto della Chiesa, ma cosa ha fatto la scuola? Cosa fa lo sport? Cosa si fanno gli altri per ridurre i casi di pedofilia?».

IL PRESIDENTE CEI – L’assemblea del 22-25 maggio indicherà una terna di nomi, tra i quali Francesco sceglierà il presidente. Dice Galantino: «Non sono previste autocandidature né un programma. Il presidente Cei non è un capo di governo. Compito del presidente Cei è coordinare quello che i vescovi insieme decidono di fare». 

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