I doni della terra sono per tutti

Papa Francesco celebra il 25° di istituzione della «Fondazione Banco alimentare»

Parole chiave: banco alimentare (7), papa (648), anniversario (18)
I doni della terra sono per tutti

«I poveri, gli affamati, i migranti non sono numeri, sono persone» e vanno aiutati a riconquistare la dignità e a «rimettersi in piedi». Papa Francesco celebra il 25° di istituzione della «Fondazione Banco alimentare» che, con la sua rete sparsa in tutta la Penisola, quest’anno aiuta oltre un milione e mezzo di poveri e distribuisce alimenti a più di 8 mila strutture caritative.
La fame «è un vero scandalo che minaccia la vita e la dignità» di uomini, donne, bambini, anziani. Denuncia nuovamente una piaga che definisce «ingiustizia e peccato», con la quale «ogni giorno dobbiamo confrontarci. Non dimenticate che sono persone e non numeri, ciascuno con il suo fardello di dolore che a volte sembra impossibile da portare. Tenendo sempre presente questo, saprete guardarli in faccia e negli occhi, stringere loro la mano, scorgere in essi la carne di Cristo e aiutarli a riconquistare la loro dignità e a rimettersi in piedi. Vi incoraggio a essere per i poveri dei fratelli e degli amici, a far sentire loro che sono importanti agli occhi di Dio».

È alle stelle l’entusiasmo dei 7 mila volontari del Banco stipati nell’aula Paolo VI e di altre migliaia che non hanno potuto entrare e seguono l’incontro sui grandi schermi in piazza San Pietro. A tutti Bergoglio rivolge l’invito «a proseguire, a contrastare lo spreco di cibo, recuperarlo e distribuirlo alle famiglie in difficoltà e alle persone indigenti. In un mondo ricco di risorse alimentari, grazie anche agli enormi progressi tecnologici, troppi sono coloro che non hanno il necessario per sopravvivere. Questo non solo nei Paesi poveri, ma sempre più anche nelle società ricche e sviluppate. La situazione è aggravata dall’aumento dei flussi migratori, che portano in Europa migliaia di profughi, fuggiti dai loro Paesi e bisognosi di tutto».

Il Pontefice ricorda due uomini «che non sono rimasti indifferenti al grido dei poveri»: l’imprenditore Danilo Fossati, che nel 1990 diede inizio e promosse il Banco «senza voler apparire e sempre in punta di piedi». Era il proprietario dell'industria alimentare Star, nome scelto in omaggio alla madre Stella, figura importante della carità lombarda. Egli confidò a don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, il suo disagio nel vedere la distruzione di prodotti ancora commestibili di fronte a tanti che in Italia «soffrivano la fame».

Francesco invita a guardare «a Cristo che, di fronte alle folle affamate, non ignorò il problema, né fece un bel discorso sulla lotta alla povertà» ma moltiplicò pani e pesci in abbondanza: «Possiamo fare qualcosa, di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, che ha la forza di un miracolo. Possiamo educarci a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto».

Fossati e Giussani compresero «che qualcosa doveva cambiare nella mentalità delle persone, che i muri dell’individualismo e dell’egoismo dovevano essere abbattuti». Sprona i volontari del Banco: «Continuate con fiducia questa opera, attuando la cultura dell’incontro e della condivisione. Certo, il vostro contributo può sembrare una goccia nel mare del bisogno, ma in realtà è prezioso! Insieme a voi, altri si danno da fare, e questo ingrossa il fiume che alimenta la speranza di milioni di persone». Gesù - prosegue il Pontefice - «ci invita a fare spazio nel nostro cuore all’urgenza di dare da mangiare agli affamati:la Chiesane ha fatto una delle “opere di misericordia corporale”: condividere ciò che abbiamo con coloro che non hanno i mezzi per soddisfare un bisogno così primario, ci educa a quella carità che è un dono traboccante di passione per la vita dei poveri che il Signore ci fa incontrare».

L’idea del Banco alimentare è nata a Phoenix in Arizona (Stati Uniti) negli anni Sessanta, frutto delle osserva­zioni e della presa di coscienza di John van Hengel, un playboy fallito e diventato filantropo, stupito che una madre povera riuscisse a mantenere una famiglia con 10 figli chie­dendo a ristoranti e supermercati il cibo invenduto e desti­nato al macero, pur essendo ben commestibile. Van Hengel incominciò a raccogliere gli alimenti avanzati, a fine della giornata e ancora in buono stato, e a donarli alla mensa dei poveri della parrocchia francescana, dove era stato accolto dopo i suoi fallimenti. Raccolse tanto cibo che incominciò a distribuirlo anche alle altre as­sociazioni della città. Nacque così la «St. Mary Food Bank», prima Banca alimentare, un sistema caritativo ora diffuso in numerosi Paesi. È un aiuto alle strutture caritative che permette di «dare accoglienza» al povero, incontrato nel momento del bisogno più acuto: la fame.

Il Banco alimentare - a quell'epoca solo gli istituti di credito potevano chiamarsi banca - si è costituito anche in Italia attraversola Fondazione Bancoalimentare, che ha la sua manifestazione pubblica l'ultimo sabato di novembre quando i volontari con la pettorina gialla, all’ingresso dei supermercati, distribuiscono ai clienti un sacchetto giallo con l’invito ad acquistare e donare ai poveri: olio, omogeneizzati, alimenti per l'infanzia, legumi in scatola, tonno e carne in scatola, pasta, pelati e sughi. Il prossimo novembre sarà la 19ª Giornata nazionale della colletta alimentare (Gnca). Iniziata nel 1987 in Francia,la Giornatasi è estesa in tutta Europa e in America.

In Italia è approdata nel 1997, si è consolidata e irrobustita. E i volontari sono passati dai 15 mila degli esordi a circa 150 mila: tra loro primeggiano membri e simpatizzanti di Comunione e liberazione, della Società San Vincenzo de' Paoli, dell’Associazione nazionale degli Alpini. Da sempre la «San Vincenzo» nelle sue varie manifestazioni, è a fianco dei poveri. Le tonnellate di alimenti raccolti sono passate da 1.700 a quasi 10 mila; i punti di raccolta da 1.200 a più di 9.800; il valore economico di quanto donato dal 3 milioni di lire a oltre 30 milioni di euro. Una crescita costante, addirittura impetuosa fino al 2007, quando la crisi economica ha moltiplicato i «clienti».

La Giornataè solo la parte visibile dell'attività della Fondazione Banco alimentare onlus. Ogni anno recupera circa 60 mila tonnellate di eccedenze - alimenti in ottimo stato, non immessi sul mercato per ragioni diverse e destinati alla distruzione - che vanno a unirsi a quelle raccolte nella «Giornata». Secondo l’Istat  quasi 4 milioni di persone vivono in Italia in condizioni di «povertà assoluta», ovvero in condizioni di «assoluta incapacità di acquisire i beni e i servizi necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile».

Il giornalista Giuseppe Rusconi nella ricerca «L’impegno. Comela Chiesaitaliana accompagna la società nella vita di ogni giorno» del 2013 valuta in 200 milioni di euro il valore del cibo del Banco; le strutture caritative contribuiscono con altri 200 milioni: «Siamo a un totale di 400 milioni di euro annui. Il mondo cattolico aiuta i poveri nel solco di una tradizione millenaria e non stupisce che almeno i due terzi degli enti caritativi siano stati fondati e/o siano gestiti da sacerdoti, religiosi, laici cattolici. Da queste considerazioni la valutazione finale: il mondo cattolico contribuisce annualmente per 650 milioni di euro ad alleviare nell'ambito alimentare la povertà assoluta di tante persone e famiglie indigenti».

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