Quando l'indifferenza fa la differenza

L'appello dell'Agesc per la manifestazione di sabato 20 giugno a Roma in piazza San Giovanni

Parole chiave: famiglia (86), appello (14), manifestazione (6)
Quando l'indifferenza fa la differenza

Una delle frasi più celebri di Don Primo Mazzolari recita così: « Come si fa ad essere cattivi?  Basta girare la faccia dall’altra parte».  Il Sacerdote in odore di beatificazione si riferiva già 40 anni orsono a chi faceva finta di non vedere le enormi masse di poveri presenti sulla faccia della terra per non compromettersi e impegnarsi per cambiare qualcosa. Pensando ai tre progetti di legge (Cirinnà, Scalfarotto, Fedeli) giacenti  simultaneamente in Parlamento, che hanno l’obiettivo dichiarato di eliminare almeno nella legislazione la realtà dell’istituto familiare così come «il mondo»  lo ha sempre conosciuto, non si può non provare ad  immaginare a quanti stia veramente a cuore e a chi serva questo sconvolgimento culturale epocale.  

Qualcuno lo ha detto: «A pochissimi; ma molto ricchi e localizzabili in forti lobby. Smantellata  l’identità più  profonda e unica della famiglia non ci sarà più alcun baluardo verso la prevalenza assoluta del potere  dell’adulto ai danni del  diritto del più fragile, il minore».   

Afferma il prof. Vari a proposito della Raccomandazione del Parlamento Europeo emanata la settimana scorsa: «Accanto ad elementi positivi, come ad esempio la lotta alla violenza contro le donne, il bullismo e la tratta umana, il documento, al quale gli Stati membri non hanno l’obbligo di adeguarsi, contiene proposte molto gravi. Penso al punto in cui si afferma che il concetto di famiglia si evolve, oppure alla promozione dell’aborto. Esso inoltre è incentrato interamente sul concetto di genere, che manca di qualsiasi supporto scientifico ed è soltanto frutto dell’ ideologia».  Cosa può fare quindi oggi il cittadino per incidere  in  questo contesto  così confuso e pericoloso?  « Non girare la faccia dall’altra parte»  direbbe don Primo. 

Ecco allora un buon motivo, care famiglie dell’A.Ge.S.C., per andare sabato 20 giugno a Roma in Piazza San Giovanni alla manifestazione nazionale: per vincere questa indifferenza che alberga anche in  tanti credenti  (pure quando è ora  di andare alle votazioni) e che permette a una minoranza che controlla i mezzi di comunicazione sociale di imporre a tutta la società un modello di famiglia che non corrisponde al bisogno dell’uomo, soprattutto dei piccoli. Contro l’indifferenza dei più subito dopo la manifestazione sarà ancora più opportuno attrezzarci  per continuare nel lungo periodo quell’opera di formazione umana e cristiana che  ci consenta in ogni ambito di «dare ragione della speranza che  è in noi». 

 * presidente dell'Agesc nazionale

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