Una comunità monastica ecumenica a Lambeth Palace

Un percorso comune, complesso ma importante nel Regno Unito

Parole chiave: anglicani (2), ecumenismo (57), chiese (7), cattolici (72)
Una comunità monastica ecumenica a Lambeth Palace

 

A Lambeth Palace, nel cuore di Londra, dove hanno sede gli uffici e l’abitazione dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa anglicana, dallo scorso settembre vivono anche i 16 membri della “Comunità di Sant’Anselmo”: giovani tra i 20 e i 35 anni provenienti un po’ da tutto il mondo  e anche da diverse denominazioni cristiane, che hanno scelto di dedicare nove mesi della loro vita a Dio, attraverso la preghiera, lo studio e la carità. L’arcivescovo Welby, che ha posto la preghiera, il rinnovamento della vita religiosa e il servizio tra le priorità del suo ministero, ha voluto così dare un’opportunità a giovani cristiani di vivere un’intensa esperienza spirituale. Contemporaneamente, egli stesso, che condivide momenti di preghiera e di scambio con i giovani quando è a Lambeth Palace, può beneficiare di questa presenza orante che lo sostiene e accompagna nel suo ministero, come ha dichiarato di recente. L’esperienza, che è “replicabile” e ha già suscitato attenzioni in molte province, dà un segnale molto chiaro all’intera comunione anglicana.

A guidare il cammino di questa comunità monastica pro-tempore è una “regola di vita” che s’ispira alla tradizione benedettina. Nell’introduzione i giovani s’impegnano a “offrire tutta la nostra persona, corpo, anima e spirito, perché sia plasmata a somiglianza di Cristo nella completa apertura al suo Santo Spirito. Non tratteniamo nulla: non c'è pensiero o dottrina o atteggiamento o valore che sia esente dalla presenza trasformante del nostro Signore”. La regola chiede ai giovani di impegnarsi nella vita comunitaria, di rinunciare ad assecondare senza discernimento i propri desideri, di limitare “l’uso delle comunicazioni elettroniche per raggiungere la semplicità, rendere possibile il silenzio della mente e creare una libertà per scelte consapevoli nelle nostre relazioni”.

I giovani vivono silenzio, preghiera comune e personale, studio e servizio, rispettando un orario comune preciso delle giornate, che prevede due ore di preghiera personale. Una dimensione importante della comunità è l’essere ecumenica e impegnarsi a pregare per l’unità dei cristiani, oltre che affidarsi con fiducia e trasparenza all’esperienza dell’accompagnamento spirituale. Forte è anche la dimensione del servizio, secondo lo stile di San Francesco, per cui i giovani dedicano una parte del loro tempo lavorando a favore degli ultimi di Londra.

Accanto ai “membri residenziali” ci sono anche 20 giovani londinesi che seguono la regola della Comunità e ne condividono alcuni momenti, continuando le loro attività di studio e lavoro in città. Abate della Comunità è lo stesso arcivescovo Welby; c’è poi un priore, Anders Litzell, giovane pastore anglicano, svedese di origine, sposato e padre di due figli; e anche una direttrice della comunità, Sonia Béranger, una consacrata della comunità Chemin Neuf, che coordina, alla luce di altre esperienze simili che questo movimento cattolico, a forte ispirazione carismatica ed ecumenica, ha già condotto altrove. Che cosa succederà a questi giovani? Per ora le testimonianze raccontano di “un’esperienza che trasforma la vita”. Tra di loro ci sono medici, operatori finanziari, pastori, giornalisti e che cosa faranno a giugno, quando terminerà l’esperienza certo ancora non si sa. Il priore Litzell in un’intervista ha accennato alla possibilità che da questa esperienza, che si ripeterà negli anni a venire, nasca una forma di consacrazione simile all’oblatura. In queste settimane, intanto, si stanno svolgendo i colloqui e gli incontri per definire un nuovo gruppo di giovani che dal prossimo settembre vivranno la medesima esperienza.

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