Il cammino verso l'unità

Il racconto di una giornata particolare con il Cardinale Kurt Koch, prediente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani

Parole chiave: ecumeniasmo (1), cristiani (70), cattolici (72), evangelici (4)
Il cammino verso l'unità

È stata una visita graditissima quella del card. Kurt Koch, venerdì 14 ottobre, a Torino e Torre Pellice su invito della Commissione Interregionale Piemonte - Valle d’Aosta per L’Ecumenismo. La giornata era umida, fredda e piovosa ma le parole del Cardinale calde, lucide e incoraggianti. A Torino, nel teatro piccolo Valdocco, ha tenuto la conferenza sul tema: «Dove va l’Ecumenismo? Sviluppo della situazione ecumenica oggi». Davanti ad una assemblea, soprattutto giovanile attenta e curiosa, con  la presenza dell’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, del card. Severino Poletto e di alcuni vescovi del Piemonte, il card. Koch ha iniziato invitando a leggere la storia dell’ecumenismo con uno sguardo al passato pieno di gratitudine, e il futuro con realistica speranza. Ha poi percorso gli anni del dopo Concilio segnati da un instancabile lavoro per tessere dialoghi e confronti con le varie Chiese dell’Oriente e dell’Occidente, per tentare di ricucire strappi e sanare ferite avvenute dai primi secoli dell’era cristiana fino ad oggi. Si è, poi, fermato sull’appuntamento del 2017 (la commemorazione dei 500 ani della Riforma protestante) per ribadire che questa data è «una opportunità per l’ecumenismo proprio perché non sarà la conclusione, ma un nuovo inizio per l’impegno ecumenico teso al raggiungimento della piena comunione sotto il triplice segno del pentimento, della gratitudine e della speranza; di questi tre nessuno dovrà mancare se la Commemorazione vorrà  essere percepita come una triplice sinfonia».

Ha poi, evidenziato le sfide attuali individuate nel pensiero sempre più confuso su che tipo di unità della Chiesa si vuole costruire, sull’accettazione passiva non della pluralità ma del pluralismo indiscriminato, sulle controversie ecumeniche in campo etico, sul nuovo scenario dei partner ecumenici, in particolare la crescita esponenziale del pentecostalismo.

La conferenza è terminata con un commosso ricordo dei nuovi martiri cristiani. Tutte le Chiese cristiane hanno oggi i loro martiri. Così, il cardinale ha concluso: «Nell’ecumenismo dei martiri va ravvisato il nocciolo centrale di tutti gli sforzi ecumenici tesi verso l’unità della Chiesa, come ha espresso Papa Francesco in modo incisivo: “Se il nemico ci unisce nella morte, chi siamo noi per dividerci nella vita?” Non è infatti una vergogna che i persecutori dei cristiani abbiano una migliore visione ecumenica di noi stessi, poiché hanno capito che i cristiani sono fondamentalmente una cosa sola? Essendo la sofferenza di così tanti cristiani nel mondo odierno un’esperienza comune, l’ecumenismo del sangue rappresenta per Papa Francesco addirittura il “segno più convincente” dell’ecumenismo oggi» .

Nel pomeriggio il cardinale si è recato a Torre Pellice dove è stato accolto con molta cordialità dal Moderatore della Tavola, dott. Eugenio Benardini e dal Centro Culturale Valdese. Ha lasciato una breve intervista al settimanale Riforma e poi ha visitato il Museo, percorrendo idealmente, attraverso i quadri illustrativi, tutta la storia dei Valdesi, da Lione ai tempi delle persecuzioni, sino al grande rimpatrio nelle Valli pinerolesi, con particolare attenzione alle vicende dal 1848 ad oggi. Anche la sosta all’archivio e al Tempio sono state molto apprezzate, conclusasi con un cordialissimo rinfresco che ha sottolineato ancora di più il calore di una ritrovata fraternità. Era la prima volta che il card. Koch veniva a Torre Pellice. Ha desiderato molto compiere questa visita, continuando una tradizione già iniziata con il card. Cassidy e poi il card. Kasper. 

La giornata si è conclusa nella Cattedrale di Torino con la celebrazione ecumenica di preghiera presieduta dal cardinale Koch e la partecipazione di tutte le Chiese cristiane di Torino e del Piemonte. Possiamo che dire c’eravamo proprio tutti in quel momento di preghiera scandito da canti, letture bibliche,  sermoni e gesti simbolici. Un’atmosfera calda e vibrante di passione ecumenica che è riuscita a scaldare il cuore di tutti. Cito le parole conclusive del cardinale che ha commentato Gv. 17,20-26: «Il battesimo nel ministero di Cristo ed il mutuo riconoscimento del battesimo costituiscono il dato di fondo di ogni sforzo ecumenico. La nostra preghiera ecumenica è una proficua occasione per rinnovare il nostro impegno partendo da questo fondamento dell’ecumenismo, aiutandoci vicendevolmente a vivere, come battezzati, con Cristo e, in lui, a vivere gli uni con gli altri. Nel battesimo ci è donata la certezza che la preghiera sacerdotale di Gesù per l’unità dei suoi discepoli viene ascoltata. Con il battesimo portiamo dunque il più bel segno distintivo come cristiani che vivono in comunione ecumenica, un segno che ci riempie di gioia e per il quale vogliamo rendere grazie».

È stata una giornata all’insegna dalla speranza. Davvero l’ecumenismo si fa a piccoli passi, senza fretta, ma con ardore. C’è l’ecumenismo fatto di confronto teologico, l’ecumenismo della preghiera e della carità, l’ecumenismo culturale e dell’amicizia. Ma il denominatore comune è “il cammino”. Per fare ecumenismo bisogna camminare insieme, « l’unità viene in cammino» dice papa Francesco, «la fa lo Spirito Santo nel cammino».

 * Vescovo di Pinerolo e Responsabile Commissione regionale per l’Ecumenismo

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