Ecco come il Vangelo si fa più pop con Mons. Antonio Staglianò

“Credo negli esseri umani, la buona novella pop”, edito dalla Rubettino, il libro scritto dal Vescovo mons. Antonio Staglianò presentato a Torino 

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Ecco come il Vangelo si fa più pop con Mons. Antonio Staglianò

“Credo negli esseri umani, la buona novella pop”, edito dalla Rubettino, è il nuovo libro scritto dal vescovo mons. Antonio Staglianò, presentato ieri a Torino. Il  vescovo della diocesi di Noto, non si definisce un prete rivoluzionario, ritiene di essere un vescovo come tutti gli altri. Eppure, durante l’omelia, canta canzoni pop, partendo da quelle di Mengoni fino ad arrivare a “Vuoto a perdere” di Noemi. Il vescovo è divenuto una  popolarità a tutti gli effetti, sul web e in televisione, quando in occasione di una cresima lanciò “la cantillazione”, un nuovo metodo comunicativo di grande efficacia.

Egli attraverso questo metodo alternativo ha l’ obiettivo di raggiungere il cuore di tutti, soprattutto dei giovani, ritenendo che il canto sia il metodo migliore per comunicare, perché permette di esprimere concetti complessi attraverso parole e ritornelli semplici. L’ ‘ecclesiale’ infatti, come dichiara il vescovo in un’intervista, non attira l’attenzione di nessuno. Meglio puntare sulla creazione di un linguaggio fresco ed universale, quello delle cosiddette ‘canzonette’, che possono stimolare più facilmente i ragazzi a fare considerazioni su temi importanti, che li toccano spesso da vicino.

“Il problema fondamentale - osserva Staglianò - credo possa essere il seguente: questi testi hanno dignità letteraria o no? Possono essere messi alla stessa stregua della letteratura dei grandi? Le tragedie greche, oggi considerate unanimemente opere straordinarie di letteratura, erano alla fin fine ‘telenovelas pop’ dell’epoca. E allora? nella musica pop non si può trovare sapienza umana? E quando predichiamo il Vangelo non ci interessiamo all’umano dell’uomo? In verità, i testi delle ‘canzonette’, nella misura in cui intercettano dimensioni dell’umano dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla sua predicazione”.

Con Mons. Staglianò perciò, il Vangelo si modernizza attingendo alla cultura pop, la Chiesa diventa un luogo più familiare e aperto al gioco e il vescovo mette in musica la Parola di Dio.

Sulla serata. Incomincia «cantillando» una canzone, con mitra e pastorale in mano, e finisce per parlare per 28 minuti di Gesù. È così che Mons. Antonio Staglianò – oppure don Tonino, dice lui, per non creare distanze – sviluppa le sue prediche durante la Messa domenicale. Un nuovo modo di comunicare la fede, quello proposto dal vescovo di Noto (Siracusa), è stato l'oggetto dell'incontro di sabato 3 settembre, organizzato dalla Rivista Maria Ausiliatrice, presso il Museo della Radio e della Televisione della Rai, in via Verdi. L'occasione era la presentazione di un nuovo libro del vescovo: «Credo negli esseri umani». Così parte il progetto comunicativo ideato dal prelato siciliano: il primo registro è appunto la citazione di testi «profani» – testi che, dice lui, parlano di Gesù molto di più di quanto crediamo – durante le sue omelie. Predicare il Vangelo di Gesù attraverso i testi di queste canzoni note al grande pubblico, è il secondo registro, che ha inteso fare con la pubblicazione di questo libro, edito da Rubbettino Editore.

Ma il terzo registro si spinge ancora oltre: si tratta di scrivere dei testi ad hoc, da far interpretare poi a qualche cantante, per raccontare la buona novella. I suoi interventi sono stati intervallati dalle domande di Alessandra Ferraro, vice capo redattore della Tgr Rai della Valle d'Aosta, e di don Livio Demarie. La carità, il perdono, il paradiso, l'amore fraterno sono i temi che mons. Staglianò «canta» nelle sue omelie: «dobbiamo essere profondamente umani – conclude don Tonino – per tornare ad essere seri cristiani, e vivere così l'amore che Gesù ci ha insegnato».

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