Vallette, all'oratorio di via Sansovino porte aperte ai ragazzi dei "non luoghi"

Nella parrocchia Santa Caterina da Siena, dagli anni Cinquanta in un quartiere di immigrazione, l'oratorio è scuola di vita per i giovani. Una comunità educante con le suore Domenicane accompagna i ragazzi di frontiera 

Vallette, all'oratorio di via Sansovino porte aperte ai ragazzi dei "non luoghi"

Non vanno a scuola. Non lavorano. Non frequentano attività sportive. In centro non ci vanno. «I giovani dei non luoghi». Sono però all’oratorio. Tutti i pomeriggi. Dove prestano servizio. Dove da scarti diventano risorsa. Dove grazie a chi sceglie di scommettere su di loro iniziano a costruire la propria vita. E ci riescono. Questa settimana il nostro viaggio negli oratori della diocesi ci porta nel quartiere Lucento-Vallette alla periferia nord di Torino, nella parrocchia Santa Caterina da Siena in via Sansovino, dove una comunità educante formata da educatori, volontari, le suore Domenicane di Santa Caterina di Siena, il parroco e i sacerdoti da anni hanno scelto di investire sui propri ragazzi.

«Il solo nome ‘Vallette’», dice suor Barbara Bonfante una delle cinque sorelle Domenicane di Santa Caterina da Siena che prestano servizio nella comunità, «basta per descrivere il quartiere. C’è povertà, c’è la crisi, economica e culturale, c’è delinquenza e degrado. Ma soprattutto c’è una comunità che ogni giorno si spende per riportare vita dove c’è il buio, animare il territorio, creare progetti di rilancio». Le suore hanno scelto di «stare dentro» alla periferia e qui portano avanti la propria missione».

Santa Caterina da Siena come gli altri oratori dell’Up 11 (Pier Giorgio Frassati e Santa Famiglia di Nazaret) è uno dei luoghi missionari nella città.

La zona della parrocchia si popolò nel 1953 con l’ondata dei profughi provenienti da Istria, Dalmazia e dalle città di Fiume e di Pola che dal 1955 alloggiarono in case popolari messe a disposizione dal Comune. L’area del complesso abitativo prese il nome dalla parrocchia: «villaggio Santa Caterina». Ci furono poi le migrazioni dal Sud Italia di famiglie operaie che trovavano lavoro alla Fiat. E negli ultimi anni i flussi migratori dall’Africa settentrionale, centrale (in particolare dalla Nigeria) e dall’Europa dell’est. La parrocchia e l’oratorio sono sempre stati il punto di riferimento per il quartiere, il luogo di ritrovo, ma soprattutto di integrazione e interazione fra i popoli.

Il cortile è aperto da martedì a venerdì dalle 16 alle 19. I ragazzi sono sempre lì d’estate, d’inverno con il sole, pioggia e neve. «Chiudiamo a fine luglio a riapriamo dopo Ferragosto, spiega Andrea Biancotti, uno degli educatori professionali, «perché qui nessuno va in vacanza e l’oratorio è la casa dei ragazzi. La loro scuola, la loro famiglia».

«Lo scorso anno, prosegue suor Barbara,  «abbiamo avviato un percorso formativo apposito per i ragazzi del ‘cortile’ che li ha portati a prestare servizio come animatori al centro estivo insieme ai loro coetanei. Un cammino inclusivo, fatto a gradini, in quanto è necessario rispettare i tempi e il cammino dei ragazzi».

La comunità educante accompagna gli adolescenti con progetti personalizzati.

«Massimiliano aveva abbandonato la scuola, racconta Andrea, «il tasso di dispersione scolastica è elevato qui. Dopo l’esperienza di servizio in oratorio si è reso conto delle sue capacità, che stava sprecando la sua vita. A settembre è tornato a scuola. Ogni giorno ci aggiorna sul suo rendimento scolastico».

«Non abbiamo la pretesa di cambiare nulla», sottolinea suor Bonfante, «ma semplicemente di metterci accanto per accompagnare, cercando di testimoniare comportamenti di accoglienza, che passa dall’integrazione del diverso».

Il nuovo parroco don Aldo Issoglio  da poche settimane prosegue l’opera avviata da don Renato Casetta alla guida della comunità dal 1993. «I giovani e la carità», evidenzia il parroco, «sono i due capisaldi della nostra parrocchia su cui investono numerosi volontari e operatori anche se con la famiglia si sono trasferite in altre zone della città».

Il venerdì pomeriggio l’oratorio chiama a raccolta anche i bambini con laboratori di chitarra, Art Attack e il doposcuola.

C’è poi il cammino dei gruppi giovani delle medie, superiori e over 19 che seguono un percorso a livello di Unità pastorale.

Il responsabili dell’oratorio siedono, inoltre, al Tavolo minori coordinato dalla Caritas diocesana come modello di accoglienza e accompagnamento nelle zone di frontiera. 

Tutti i diritti riservati

Giovani

archivio notizie

18/01/2018

Io voto perchè

Dall’11 gennaio un canale YouTube aperto da «La Voce e Il Tempo» in collaborazione con La Pagina dei Saperi della Pastorale Universitaria della diocesi #Iovotoperchè VoceTempo pubblica piccoli video con le dichiarazioni dei giovani che fra due mesi, il 4 marzo, voteranno alle Elezioni Politiche 

15/01/2018

Caritas Torino, i giovani del Servizio civile alla scuola dell'Opera Barolo

Venti giovani del servizio civile nazionale, in formazione presso la Caritas diocesana di Torino, accompagnati da Graziella Fallo ed Ivan Andreis, hanno vissuto una mattina di formazione all’Opera Barolo. Ecco il racconto di una di loro 

11/01/2018

Un premio per il Politecnico di Torino, con 5 dipartimenti finanziati

L'Agenzia nazionale perla Valutazione premia l'eccellenza torinese. 41 milioni di euro in cinque anni per le aree di eccellenza dell’Ateneo individuate 

23/11/2017

I giovani il 10 agosto pregheranno davanti alla Sindone verso il Sinodo

I giovani piemontesi il 10 agosto pregheranno davanti alla Sindone prima di partire alla volta di Roma per il raduno della gioventù italiana con Papa Francesco in vista del Sinodo dei Vescovi sui giovani