Torino: ecco l'icona che accompagnerà i giovani nell'attesa del Papa

Il 3 marzo nella chiesa Torinese di San Francesco d'Assisi, mons. Nosiglia benedice l'icona che «girerà» per gli oratori della diocesi accompagnando la preghiera dei giovani che si preparano all'Ostensione e alla visita del Papa. L'icona è frutto di tre mesi di «lavoro» e preghiera: sotto il dipinto le tracce dei Salmi che hanno guidato l'opera dell'iconografa Alice Arpaia.

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Torino: ecco l'icona che accompagnerà i giovani nell'attesa del Papa

Il «lavoro» che Alice Arpaia ha iniziato il 1° dicembre vede il 3 marzo, nella chiesa di San Francesco d'Assisi la sua conclusione con la benedizione (fotogallery) di mons. Cesare Nosiglia (su La Voce del Popolo di domenica 8 marzo la cronaca della celebrazione).

Si tratta di un'icona realizzata per accompagnare la preghiera dei giovani che si preparano all'Ostensione della Sindone, alla visita del Papa, e a celebrare il Bicentenario di don Bosco, un'icona che sarà portata nelle parrocchie e negli oratori della diocesi (per ospitarla occorrre scrivere a info@turinforyoung.it) e poi a Papa Francesco il 21 giugno. 

«È stato un lungo percorso - racconta - di confronto, condivisione e preghiera per arrivare a scrivere questa icona che richiamasse il tema dell'Amore più grande, che aiutasse i giovani in questo tempo. Il progetto è stato più volte rivisto e modificato prima di arrivare all'icona definitiva. Il riferimento scelto anzitutto è stata  l’icona bizantina de la «Crocifissione con santi» di Costantinopoli del XII secolo: i Santi sulla cornice, la Crocifissione nella culla (la parte concava al centro), lo spazio completamente dorato».

«Per la Crocifissione - prosegue - in particolare ho studiato la grafia che mi ha donato l'iconografa Rossella Crespi, prendendo da essa le proporzioni e gli spazi. Il Cristo che 'danza' sulla Croce è stato studiato prendendo come modello il Crocifisso di Fratel Paolo presso il Monastero Dominus Tecum. I fratelli del Monastero di Bose hanno condiviso con me dei modelli per i volti. Per i Santi ho studiato foto e modelli diversi in quanto dei Santi più moderni non esistono molte icone, ma piuttosto fotografie o ritratti».

L'icona  (120 cm per 90 cm) infatti ha un corpo centrale occupato dalla Crocifissione con Maria e Giovanni, mentre nella cornice  sul lato destro dall’alto sono raffigurati il Beato Piergiorgio Frassati, San Leonardo Murialdo, San Guiseppe Benedetto Cottolengo, San Giovanni Paolo II, mentre alla sinistra dall’alto San Giovanni Bosco, San Filippo Neri, San Carlo Borromeo e San Luigi Gonzaga. Santi vicini ai giovani in tempi diversi e con sensibilità diverse. Nella parte bassa una raffigurazione delle Nozze di Cana.

Tra le particolarità dell'Icona, il desiderio di trasmettere nella rappresentazione dela Crocifissione «più gli sguardi d'amore che la sofferenza» richiamando così il tema dell'Amore più grande e l'uso dell'oro. «L’oro - spiega - ci riporta alla dimensione della regalità in quanto metallo prezioso e della divinità poichè non è un colore, ma il suo spettro cromatico contiene tutti i colori e li riflette, così come la luce di Dio, che pur essendo totalmente altra dall’uomo e dal creato, li contiene e ne riflette le più piccole sfumature. La parte esterna, che contiene i testimoni di storie di amore, è stata dorata e lucidata per riflettere la luce, ma poi è stata invecchiata, ad evidenziare come i testimoni sono inseriti nella storia, nel tempo. Il centro invece ha il cielo dorato per portarci immediatamente al divino. Il fondo è lavorato e non liscio e in ogni quadrato con 4 foglie c’è un’ Ave Maria».

Se nel 2010, per la precedente Ostensione della Sindone, Alice Arpaia aveva già realizzato l'icona Maria Madre dei Giovani che oggi si trova nella Casa Pier Giorgio di viale Thovez, questa volta la modalità è stata differente.

«5 anni fa - conclude - avevo realizzato l'icona durante i giorni dell'Ostensione, in un laboratorio appositamente creato in viale Thovez dove arrivavano i giovani pellegrini e la preghiera, che è una delle componenti del lavoro iconografico era stata la preghiera dei ragazzi che passavano di li, mentre io lavoravo... Questa volta l'icona è stata realizzata nel mio laboratorio e la preghiera che l'ha guidata è stata quella delle lodi mattutine che davano inzio al lavoro. Ho fatto risuonare i salmi delle Lodi durante la realizzazione dell'icona e molti versetti che sono stati la mia preghiera sono scritti  a matita sulla tavola. Ora ricoperti dal colore sono parte invisibile dell'opera e confluiranno nella preghiera dei giovani che accoglieranno l'icona nei prossimi mesi».

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