Pecetto: ecco l'Eremo dell'Armonia

Inaugurato dal Presidente della Repubblica Mattarella il quarto arsenale pensato da Ernesto Olivero, dedicato a Madre Teresa di Calcutta, per aiutare i bambini malati e disabili

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Pecetto: ecco l'Eremo dell'Armonia

Ancora un sogno, proprio di quelli che da subito appaiono irrealizzabili è diventato realtà, suggellata dalla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un clima di grande festa. È il 7 novembre e il desiderio di Ernesto Olivero di dare vita a una nuova comunità per offrire speranza e fiducia a famiglie che portano il peso della malattia dei loro piccoli, per offrire opportunità di realizzazione a giovani in difficoltà ha assunto i contorni materiali dei 900 metri quadri dell’Eremo dei Camaldolesi a Pecetto attorniati da quasi 40 mila metri quadri di terreno. Questo è l’Arsenale dell’Armonia, il nuovo «Arsenale», dedicato a Madre Teresa «che ci ha insegnato», ha ricordato Olivero, «a mettere i bambini e giovani al primo posto, a portarli a casa, in luoghi sicuri dove offrire loro una vita migliore» e che si aggiunge a quello della Speranza a San Paolo del Brasile e a quello dell’Incontro di Madaba in Giordania.

Abitato da alcune giovani della fraternità, l’Arsenale dell’Armonia ospiterà una ventina di bambini con le famiglie provenienti (grazie a una rete di associazioni internazionali) da Paesi in cui non avrebbero possibilità di cure e che a Torino potranno invece essere assistiti nei nostri ospedali. È il sogno di guarire dunque che ora abiterà le stanze dell’eremo prima luogo di preghiera dei padri Somaschi che nel 2004 hanno regalato la struttura al Sermig. Per circa 13 anni, passo dopo passo, giovani, amici del Sermig, benefattori hanno lavorato e contribuito a vario titolo per ridare vita a quegli spazi segnati dal tempo e dall’inutilizzo e per preparare una terra che ora saranno «progetto di vita» per tanti bambini ma anche per ragazzi che non vi abiteranno, ma che potranno imparare a coltivare, cucinare, recuperare elettrodomestici.

Ragazzi come Luca, 19 anni, che emozionato di fronte al Presidente dice «Già adesso qualche volta mi sto esercitando a cucinare, ma appena finirò la scuola verrò qui ad imparare a fare tante cose, come biscotti, torte e pizza. Mi piacerebbe diventare un bravo cuoco».

Il sogno di Luca come quello di tanti che all’arsenale dell’Armonia troveranno laboratori per mettere a frutto quelle capacità che la disabilità tante volte nasconde o imprigiona. Vite che all’Arsenale potranno sbocciare e crescere come le tante piante che saranno coltivate con quella cura («qui ho scoperto cosa vuol dire ti voglio bene spiega il piccolo Zholboldou arrivato dal Kirghizistan con un osteosarcoma»)  che la Fraternità del Sermig riserva a tutti coloro che accoglie. Ed ecco che proprio al presidente Mattarella è stato affidato il compito, dopo la visita ai laboratori e l’incontro con i bambini, di piantare nel grande parco quello che sarà il simbolo dell’Arsenale dell’Armonia: un cedro del Libano donato a Olivero da da Frère Nour - durante una missione di pace in Libano, come segno di unificazione di quella terra e di tutte le terre martoriate dalla guerra. Cedro segno di pace, di armonia: quell’armonia che, ha spiegato Ernesto Olivero illustrando l’opera al Presidente «è il progetto di questa casa e di chi la abita, ma è anche un metodo per tutti, per cambiare il mondo. Perché il mondo oggi soffre proprio perché non trova questa armonia. Armonia è completezza di ogni persona. È la certezza che ogni uomo possa trovare casa, il senso della vita, possa scoprire in sé le potenzialità per portare il proprio contributo. Armonia è dare la possibilità  ad ognuno di esprimersi  partendo dai propri valori. Armonia è permettere ai bambini di vivere una vita piena, di non aver paura, di andare a scuola, di giocare, di essere curati, di crescere circondati dall’affetto. Armonia sono i giovani che diventano buoni cittadini, persone rette, uomini e donne di Dio».

Parole ascoltate dal Capo dello Stato che ha esordito ritornando sul tema del sogno: «Le idee e i sogni sono più veloci della realtà ma quelli del Sermig sono ancora più veloci a realizzarsi. Tra le varie frasi di Olivero c’è ne è una che mi ha sempre colpito: la bontà è disarmante. Pensare che l’Arsenale era una fabbrica di armi e adesso è luogo di bontà, accoglienza e apertura dimostra che è vero che la bontà è disarmante. Abbiamo appena piantato un Cedro del Libano che nella Bibbia rappresenta il giusto. È un gesto che richiama tutti quanti alla responsabilità personale, alla saggezza, all’apertura, alla disponibilità che sono le caratteristiche del giusto. Per questo non posso che ringraziare il Sermig per tutto quello che fa».

Parole di gratitudine su cui è tornato mons. Nosiglia al termine dell’inaugurazione ricordando come il nuovo Arsenale sia un altro segno prezioso per la nostra città «il segno di come il male si vince solo con il bene» e di quell’importanza di investire sui giovani che anima tutta la Chiesa di Torino.

 

Il presidente al Cottolengo

La giornata torinese del Presidente della Repubblica che nella mattinata ha inaugurato l’anno accademico del Politecnico di Torino «un punto d’eccellenza del nostro Paese» e ha visitato le nuove Ogr  ha fatto tappa anche alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, il Cottolengo, dove ha voluto recarsi nel primo pomeriggio in visita privata. Accolto dal Padre Generale don Carmine Arice e dai Superiori Maggiori, dopo aver salutato gli alunni delle scuole, il Presidente ha sostato davanti all’urna del santo torinese. Quindi ha percorso le strade della cittadella della carità salutando personalmente, tra grande commozione ed entusiasmo ospiti, religiose e religiosi, operatori,  e quanti festanti erano lungo i viali della Piccola Grande Casa. Visibilmente commosso dall’abbraccio, il Presidente ha ripetuto più volte: «Grazie, grazie per quello che fate; a voi la riconoscenza di tutta l’Italia».Quindi, in una sala gremita e festosa, alla presenza di una rappresentanza della grande Istituzione caritativa, il saluto di Padre Arice che, ringraziando il Presidente per la sua presenza tra i «piccoli», ha sottolineato la gratitudine per i suoi rinnovati appelli a favore della dignità delle persone fragili e con disabilità, come pure le iniziative a loro favore nelle residenze del Quirinale.

Prendendo la parola il Presidente ha ricordato come il Cottolengo sia «un’opera che è nel cuore di tanti italiani e che onora tutto il Paese essendo uno dei punti più alti della solidarietà e del dono di amore per gli altri». Il Presidente Mattarella ha ricevuto in dono delle tovaglie finemente ricamate da ospiti e suore, una litografia del Cottolengo e un libretto con gli insegnamenti del Santo torinese.

Il presidente Mattarella è il 4 presidente a far visita alla Piccola Casa, per lui la prima volta.

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