Non può bastare una sola data

Nel mondo e in Diocesi si celebra la 102esima Giornata del Migrante e Rifugiato

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Non può bastare una sola data

Nella Giornata mondiale del migrante e rifugiato, l’Ufficio Migrantes della diocesi di Torino inaugurerà domenica 17 gennaio alle ore 14 la nuova sede già operativa, in via Cottolengo 22. Per l’occasione si benediranno i locali che ogni giorno accolgono centinaia di migranti e  quanti – si legge in una nota dell’Ufficio – “operano per garantire accoglienza e percorsi di inserimento”. Sarà anche un momento di ringraziamento a quanti hanno reso possibile la ristrutturazione e l’allestimento dei locali. All’evento saranno presenti molte delle realtà con cui l’Ufficio Migrantes opera quotidinamente, nella consapevolezza che per “dare risposte concrete alle persone è necessario lavorare in sinergia con le diverse anime del territorio”. Perché – spiegano i responsabili – condividere percorsi, cercare soluzioni possibili, elaborare nuove strategie che rispondano ai fenomeni complessi della società migrante in cambiamento, è l’unica strada percorribile”. L’incontro si aprirà con i saluti del direttore diocesano Migrantes, Sergio Durando, e la benedizione della nuova sede da parte dell’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia. Seguirà la visita ai locali e l’incontro con operatori e immigrati per conoscere i servizi che ogni giorno si svolgono nella sede.

Doumbia, Hector, Deborah, Amir, Mohamed, Jennifer e Keita sono solo alcune delle persone che oggi sono ospitate da parrocchie, famiglie, enti e associazioni religiosi del territorio torinese. Attualmente sono più di 500 i migranti e rifugiati accolti nella Diocesi di Torino e ognuna di queste ospitalità è frutto di percorsi e scelte che vanno nella direzione dell’incontro, dell’aiuto e della Misericordia.

La 102a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si terrà il 17 gennaio 2016, ha non a caso come tema «Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della Misericordia». Oggi all’uscita delle nostre scuole i bambini ci raccontano di storie lontane attraverso i loro volti colorati. L’integrazione è avvenuta in forma silenziosa, nelle nostre case attraverso l’assistenza degli anziani, e nei settori produttivi. Rileggendo gli ultimi fatti di cronaca che ben conosciamo, e tra questi le due donne gettate da scafisti in mare in prossimità delle coste pugliesi, la realtà ci dice che bisogna continuare a lavorare. Ogni giorno, per una politica non solo di contrasto, ma volta a promuovere l’integrazione e l’incontro quotidiano nel territorio in cui viviamo.   Una giornata non basta.

«La rivelazione biblica incoraggia l’accoglienza dello straniero, motivandola con la certezza che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto dell’altro si manifestano i tratti di Gesù Cristo», ricorda Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata del Migrante e Rifugiato. «L’amore di Dio – continua – intende raggiungere tutti e ciascuno, trasformando coloro che accolgono l’abbraccio del Padre in altrettante braccia che si aprono e si stringono perché chiunque sappia di essere amato come figlio e si senta ‘a casa’ nell’unica famiglia umana».

I 60 milioni di migranti che oggi si trovano forzatamente lontani dai loro Paesi danno la misura delle crescenti crisi umanitarie, della povertà e della sempre più ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta. L’86% trova rifugio nei paesi in via di sviluppo, mentre meno del 10% arriva in Europa e di questi il 3% in Italia. Il nostro territorio è solo marginalmente toccato da questo fenomeno crescente, ma come ricorda Papa Francesco, «l’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi… Ognuno di noi è responsabile del suo vicino:  siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano». Anche la Chiesa è chiamata ad agire e ha scelto di seguire il Vangelo della Misericordia.

La presenza di Migranti e Rifugiati interpella dunque la nostra società, le nostre comunità cristiane e le coscienze di ciascuno, obbligando tutti all’accoglienza da un lato e a lavorare perché sia tutelato il diritto a non emigrare dall’altro. La nostra attenzione, così come sollecita Papa Francesco, dev’essere contemporaneamente concentrata sui Paesi di provenienza delle persone in fuga, «la Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignità», e su quanti arrivano sui nostri territori e hanno bisogno di aiuto. Papa Francesco ricorda quanto sia di primaria importanza la questione dell’identità di chi emigra, «costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non vuole, forza al cambiamento anche ci lo accoglie». Accanto alla gioia di chi ha fatto dell’incontro con l’altro una consuetudine quotidiana, assistiamo ancora a dibattiti e polemiche sui limiti da porre all’accoglienza. Ancora una volta è il Vangelo della misericordia a indicarci strada da percorrere, fatta di speranza, solidarietà e responsabilità. Perché sempre più si riesca a vedere di fronte a noi non l’immigrato, il clandestino, lo straniero, ma la persona e la sua dignità, capace di contribuire al «benessere e al progresso di tutti», assumendosi anche i propri doveri.

Per le comunità parrocchiali

-Ricordare la Giornata mondiale del Migrante e Rifugiato durante le Celebrazioni e le Omelie

-Far conoscere il Messaggio di Papa Francesco per la 102a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato sul tema “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della Misericordia”

- Invitare gruppi di migranti, comunità etniche presenti sul loro territorio

-Valorizzare la presenza dei migranti nei vari momenti della Liturgia, attraverso dei segni all’Offertorio, le Preghiere dei fedeli (anche in più lingue), canti, testimonianze

-Promuovere incontri di scambio fraterno (pranzi comunitari, incontri di preghiera eriflessione)

-Organizzare la colletta a sostegno delle attività della Fondazione Migrantes (tra le 5 collette obbligatorie nell’anno)

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