Museo della Sindone, nuovo logo e partecipazione alla notte dei ricercatori

Anche il Museo dedicato al Sacro Lino venerdì 29 settembre alla Notte dei Ricercatori che ha presentato il nuovo logo

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Museo della Sindone, nuovo logo e partecipazione alla notte dei ricercatori

Torino capitale della scienza per una notte. Ritorna nella nostra città la manifestazione europea che è giunta alla dodicesima edizione promossa e co-finanziata dalla Commissione Europea e il Museo della Sindone è parte di questo progetto insieme ad altre realtà museali. 

Durante la serata scientifica apre le porte della sua struttura dalle 18 alle 23 per mostrare alcuni reperti che normalmente non sono visibili per offrire ai visitatori tre percorsi tematici sulle principali ricerche che coinvolgono la Sindone e cioè quella fotografica-informatica, quella storia e quella interdisciplinare. 

Molti i reperti messi in mostra: La lastra originale di vetro, ottenuta dal primo scatto fotografico realizzato nel 1898, con autorizzazione di Umberto I, dall'avvocato e fotografo amatoriale Secondo Pia; la macchina fotografica da paesaggio di Secondo Pia, tre lastre di vetro originali degli scatti del volto sindonico, realizzati nel 1931 dal fotografo Giuseppe Enrie e molto altro, naturalmente

Tra le molte novità nei progetti e nell’allestimento del Museo della Sindone è stato anche realizzato un nuovo logo. Per metterlo a punto il Direttivo del Centro Internazionale di Sindonologia ha coinvolto l’ istituto di Grafica e Comunicazione Bodoni-Paravia, che nell’ambito delle ore di alternanza scuola-lavoro e con il coordinamento del corpo insegnante e del Centro, ha prodotto il nuovo segno iconico del Museo.

Dagli studi condotti dalle due classi quarte At e Bt, è nato il logo Moods – crasi del Museo della Sindone – che il Direttivo del Museo apprezza per la dinamicità del segno e per l’efficacia dei simboli: innanzitutto il rivolo di sangue ben evidente sull’impronta del Volto Sindonico, all’altezza della fronte. Quindi il tratto di inchiostro a mano libera, che richiama il movimento avvolgente del lenzuolo.

Da notare anche il voluto accostamento delle lettere “O” e “D” a formare il simbolo dell’infinito: un richiamo al mistero dalla Sindone, che attraversa tempo e spazio.

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