Mons. Nosiglia lancia il patto intergenerazionale

C'erano i massimi vertici del mondo politico il sindaco di Torino Piero Fassino e il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, delle imprese, del sindacato, dell'Università, delle Fondazioni bancarie e del Terzo settore all'Agorà del Sociale voluta fortemente dall'Arcivescovo di Torino, nell'incontro di sabato 27 settembre al Centro congressi di Corso Stati Uniti nel capoluogo torinese.

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All'Agora del Sociale il confronto pubblico sul futuro della città. nella foto l'arcivescovo di Torino, Fassino e Chiamparino durante l'incontro di sabato 27 settembre

L'assemblea - che ha concluso un anno di consultazioni condotte dalla Diocesi con i principali attori politici, economici, sociali ed ecclesiali della città e che ha prodotto una piattaforma condivisa per lo sviluppo di Torino - è stata l'occasione per lanciare il "Patto sociale e generazionale", base di un nuovo impegno collettivo per uscire dalla crisi."Oggi – ha detto monsignor Nosiglia – abbiamo l'opportunità di costruire una grande speranza per Torino e il suo territorio. Sono le persone, i cittadini, il bene che possiamo, tutti insieme, valorizzare per costruire un benessere diverso e più giusto. Sono i giovani i protagonisti della nostra speranza: con loro dobbiamo fondare un patto fra le generazioni, con un obiettivo di crescita e speranza".Sono tre i pilastri del documento elaborato dopo un anno di incontri: il sistema dell'educazione e della formazione, il problema del lavoro e le nuove politiche di welfare."In primo luogo, occorre far passare a ogni livello della società e del territorio – si legge nella piattaforma – il messaggio forte che la formazione, il sistema educativo in senso ampio, è la vera priorità comune di giovani e insegnanti, educatori e genitori, politici e cittadini. Per quanto riguarda l'emergenza lavoro, che ha raggiunto proporzioni enormi e che finisce per favorire esclusivamente le forme di lavoro irregolare, c'è il rischio di far pagare una volta di più alle famiglie deboli tutti i costi della crisi. Tutti avvertono, inoltre, la necessità di costruire un welfare diverso, non solo assistenziale, alle opportunità di rigenerare e responsabilizzare i cittadini, puntando soprattutto sul principio di sussidiarietà"

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