La Luce nel buio

Cosa si compie davvero a Natale

Parole chiave: Natale (44), natività (4), Gesù (67)
La Luce nel buio

Un vessillo nero sventolato sul mondo ad accompagnare campagne di conquista, ammazzamenti con taglio di gole, distruzione delle testimonianze della storia, continue chiamate alle armi alle quali purtroppo rispondono anche tanti giovani del mondo occidentale per una fragilità che annovera tra le sue radici la crescente mancanza di riferimenti credibili e attraenti. Come se nella Storia il Male si fosse improvvisamente palesato a livello planetario con quel vessillo che parla di una vittoria totale che fortunatamente è ancora da venire.

È questo il contesto in cui sta per sorgere una volta ancora la stella di Natale a ricordarci il Dio di misericordia venuto tra noi per rivelarci il volto del Padre, ricondurci a lui e rimediare con la sua indefettibile obbedienza alla ininterrotta catena delle nostre ribellioni; segno di un evento per tutti che connota in particolare la nostra storia con un messaggio di speranza e di pace. È evidente che questo non può turbare alcuno eppure quanti tentativi di accantonarlo! Ma la fedeltà di Dio sempre torna a riproporcelo, unico riferimento credibile e attraente. Torna anche questa volta dopo la stupenda e provvidenziale preparazione di Papa Francesco: la migliore, credo, dopo quella del «poverello di Assisi» che inventò all’uopo anche il presepio. Non una «Porta santa» a San Pietro ma tante porte sante in tutto il mondo, non solo porte sante nei luoghi di culto ma anche nei luoghi deputati alla carità, non poche porte sante ma milioni di porte sante quante sono le porte delle celle dei detenuti nelle carceri del mondo!

La rivoluzione di Gesù che tutto riconduce al cuore dell’uomo e di tutti gli uomini trova qui un compimento fino a ieri impensabile; infatti, se porta santa è quella delle celle dei detenuti, porte sante sono anche quelle del lavoro e dell’abitazione fino all’ultima e definitiva: la porta santa del nostro cuore che spetta a noi aprire ed attraversare per pregare finalmente Dio «in spirito e verità» come Gesù ci ha insegnato. La conversione del cuore, cui siamo chiamati da sempre e così necessaria a questo nostro mondo, trova qui, in questo Natale del «Giubileo della misericordia», la sua realizzazione più forte e significativa.

Purché ci convertiamo davvero, tutti e ciascuno, e, convertiti, ripensiamo, ridisegnamo, riprogettiamo, ricostruiamo il nostro modo di vivere, insieme e singolarmente, nell’amore di Cristo che, come ci ricorda il «Cantico delle creature», tutto abbraccia, dalle stelle alla terra agli animali alla piante fino a «nostra sorella morte corporale». Solo così ridaremo fiato al lavoro comune, all’operosità reale, nella fabbrica e con la terra, ricondurremo al ruolo di semplice strumento quella finanza che indebitamente e iniquamente domina sui destini dei popoli, contrasteremo la dilagante corruzione che dai nostri cuori trae alimento e, in definitiva, combatteremo la violenza dal nero vessillo che tutti minaccia sottraendole nuovi adepti.

Se sapremo farlo avremo sconfitto violenza, corruzione e iniquità con la forza della debolezza, con la forza dell’infinita Misericordia di un bambinello inerme, accolto da una mangiatoia con alcuni poveri pastori come portavoce, e già votato per «l’amore più grande» alla morte di croce.

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