La Festa dei Popoli, Epifania del Signore

Al Santo Volto alle 12 con la celebrazione della Santa Messa presideduta dall'Arcivescovo Cesare Nosiglia

Parole chiave: festa dei popoli (2), epifania (7), nosiglia (114), torino (730)
La Festa dei Popoli, Epifania del Signore

Il 6 gennaio 2016, nel giorno dell’Epifania, si celebrerà come ogni anno a Torino la Festa dei popoli (sl sito della Diocesi di Torino) che coinvolgerà le comunità migranti di religione cattolica, le diverse cappellanie nel festeggiare insieme la manifestazione di Dio a tutti i popoli. E’ un appuntamento che anticipa la Giornata che la Chiesa cattolica ha voluto dedicare da oltre 100 anni ai migranti e rifugiati in ogni angolo del mondo. La ricorrenza sarà il 17 gennaio prossimo ed ha come tema, voluto da Papa Francesco, «Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia».  «In primo luogo, essa è dono di Dio Padre rivelato nel Figlio» – scrive Papa Francesco nel suo messaggio -: «la misericordia ricevuta da Dio, infatti, suscita sentimenti di gioiosa gratitudine per la speranza che ci ha aperto il mistero della redenzione nel sangue di Cristo. Essa, poi, alimenta e irrobustisce la solidarietà verso il prossimo come esigenza di risposta all’amore gratuito di Dio, ‘che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo’ (Rm 5,5)». Del resto, ognuno di noi è responsabile del suo vicino: «siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano. La cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere».

La Festa dei popoli coinvolge i nostri fratelli e sorelle convenuti da altre Chiese che condividono con noi la Fede, seppur nelle differenze culturali e linguistiche, vere e proprie ricchezze per la nostra Chiesa di Torino. Il superamento di chiusure e paure passa anche attraverso la Fede e l’incontro gioioso del 6 gennaio nella Chiesa del Santo Volto lo vuole ribadire. Nella festa dell’Epifania, si rinnoverà la bellezza della Pentecoste e ogni lingua innalzerà la lode al Signore con canti, danze e inni per esprimere l'unica fede in Gesù Cristo.

 Nell’anno giubilare della Misericordia, le comunità migranti hanno scelto di portare all’Offertorio cartelli con su scritte le Opere di Misericordia spirituale e corporale. Un  messaggio di pace e di grande umanità e di impegno dei migranti in questo tempo, segnato da guerre, violenze e morti, di attenzione ai bisogni corporei e spirituali di tanti uomini e donne. Purtroppo continua la strage silenziosa nel Mediterraneo, con i morti  che nel 2015 sono più che raddoppiati: da 1600 a oltre 3.700 di cui almeno 730 sono bambini. Loro e i loro familiari saranno presenti nel ricordo e nella preghiera durante la Messa. Vittime innocenti, martiri del nostro tempo.

Nel 2015 sono 153.600 le persone sbarcate, contro le 170.100 del 2014: meno 10%. Il dato sui migranti e richiedenti asilo soccorsi sulle coste italiane nell’anno appena concluso smentisce gli allarmi sulla pressione migratoria alle frontiere italiane. È cambiata in parte anche la provenienza: nel 2015 le persone arrivate nel nostro Paese hanno lasciato l’Eritrea (26%), la Nigeria (14%), la Somalia (8%), il Sudan (6%) e la Siria (5%), che nel 2014 occupava il primo posto. Rispetto al 2014 è diminuita anche l’incidenza di Mali e Gambia. Alla fine dell’anno il sistema d’accoglienza italiano, aveva in carico quasi 102 mila persone nei Cas (i cosiddetti centri di accoglienza «straordinaria»), nei centri governativi e nei progetti Sprar. La Lombardia è diventata la prima regione di accoglienza con il 13% del totale, seguita dalla Sicilia con il 12% e da Lazio, Campania, Veneto e Piemonte con l’8% ciascuna. Il Piemonte accoglie circa 7700 persone, di cui 3250 sul territorio di Torino.

La sfida più importante quindi sta nello sconfiggere le paure, anche nelle nostre comunità, e a trovare modalità concrete e creative per dare ospitalità e aiutare le persone a raggiungere la loro autonomia e dignità. La rete diffusa di accoglienza che si è creata nelle nostre diocesi e parrocchie italiane (oltre 27.000 persone accolte, rispondendo anche all’appello del Papa), è stata una risposta cristiana nel segno della carità e della giustizia, ma anche un gesto concreto di Misericordia per provocare una risposta diffusa nei territori a chi chiedeva protezione internazionale al nostro Paese.

Nella Diocesi di Torino sono state aperte molte porte, anche grazie all’appello del 29 agosto 2015 del nostro Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia che ha sollecitato Unità Pastorali e famiglie a ospitare migranti. A gennaio 2016 sono 538 le persone accolte in parrocchie, congregazioni, associazioni e famiglie. I numeri dicono tanto, ma non dicono tutto: l’accoglienza non è da sottovalutare e, come ogni incontro, prevede uno sforzo comune fatto di dialogo, confronto e mediazione continui. Ma ci sono belle esperienze che scaldano il cuore e nutrono la speranza di un mondo migliore dove per il «Cristo sbarcato, migrante, venduto e sfruttato» c’è ancora posto.

Nel suo messaggio, Papa Francesco dà importanti indicazioni sul senso dell’accoglienza e su come porsi di fronte alla persona in difficoltà: «La cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere».

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