L’attesa messianica al Politecnico

Nel cuore della cittadella politecnica di Torino un dialogo interreligioso sul natale tra cultura e riflessioni bibliche con i docenti Firrao, Ori Sierra, Gian Luca Carrega e la Pastorale Universitaria della Diocesi 

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L’attesa messianica al Politecnico

Non un titolo da effetto, ma un momento di riflessione promosso dal Collegio Universitario Renato Einaudi con il suo presidente prof. Donato Firrao – che ha moderato l’incontro - insieme alle Pastorali della Cultura e degli Universitari della Diocesi. L’11 dicembre, nell’imminenza del Natale e nella cornice dell’austera aula Magna dell’Ateneo, gli studenti ed i docenti del Politecnico, che ha dato il patrocinio, insieme al pubblico intrigato dall’argomento, hanno ascoltato don Gianluca Carrega, docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologicae direttore della Pastorale della Cultura e Ori Sierra, insegnante presso la scuola Ebraica di Torino, vicepresidente dell’Associazione Amicizia Ebraico Cristiana.

L’aspettativa messianica nella tradizione ebraica prima e dopo Cristo attraverso una carrellata sui testi messianici nella Bibbia e della letteratura giudaica ad essa correlata. Che ruolo ha avuto il Messia nel giudaismo? Quando e da dove nasce l’attesa di un consacrato del Signore - messia in ebraico significa unto – e che cosa avrebbe dovuto compiere? Un percorso condotto a due voci che, nella diversità e nella complementarietà degli argomenti, ha condotto il pubblico a scoprire che Gesù non era così atteso come Messia e che in fondo non è questo il titolo che gli è più proprio e che, d’altro canto, non è forse così vero che il popolo di Israele ancora attenda il Messia, o un Messia personale, anzi per alcuni esso è già venuto, per altri mai arriverà. Nell’incrociarsi degli argomenti e delle letture di testi sacri e rabbinici, esegetici e filosofici, i relatori hanno fatto luce su di un argomento che in prima battuta sembra estremamente tecnico, ma che in definitiva porta alle radici delle attese dell’umano e del suo rapporto con se stesso, il creato e Dio.

Ha concluso il dialogo don Luca Peyron, direttore della pastorale degli Universitari, provando a proporre come concetto non alternativo, ma complementare e condivisibile, quello di speranza, centrale soprattutto per chi è chiamato ad educare le  nuove generazioni e per i giovani che in luoghi come il Politecnico guardano in avanti. Speranza che si fonda su quanto ci precede, le nostre radici, e che più che attirare dal futuro ci spinge ad esso a partire dal nostro autentico rapporto con la realtà, noi stessi e, per i credenti, con Dio. 

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