Il bilancio ecumenico del 2017, l'anniversario della Riforma e le sfide future

La settimana ecumenica di preghiera per l'unità dei cristiani

Parole chiave: ecumenismo (57), chiesa (665), riforma (44), preghiera (51)
Il bilancio ecumenico del 2017, l'anniversario della Riforma e le sfide future

«Potente è la tua mano, Signore (Esodo 15, 6)» è il tema della 51ª Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2018). Argomento e sussidio da  anni sono congiuntamente preparati e pubblicati dal cattolico Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e dalla protestante-ortodossa Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese.  

Il mondo anglicano-protestante ha avvertito per primo la necessità del dialogo. Nel 1910 la Conferenza missionaria mondiale di Edimburgo segna l’inizio del movimento ecumenico: 1.200 missionari protestanti e anglicani, per la prima volta riuniti insieme, decisero: «Evitiamo di farci la concorrenza l’un l’altro, almeno nelle terre di missione». Un secolo fa i cristiani erano quasi tutti in Europa e nelle Americhe. Oggi sulla ribalta del Cristianesimo si affacciano con vigore e freschezza i popoli dell’Africa e dell’Asia.

DAL CONCILIO A PAPA FRANCESCO - Grazie al Concilio Vaticano II e ai Papi Giovanni XXIII e Paolo VI, il mondo cattolico ha ingranato la marcia e il dialogo ecumenico procede con impegno, soprattutto tra i pastori, più che a livello popolare. Lo dimostra l’ultimo, cordiale incontro, il 12 gennaio 2018 in Vaticano tra il Papa e il pastore evangelico Jens-Martin Kruse che dal 2008 al 2017 è stato la guida della comunità luterana della Christuskirche di Roma e ha accolto le visite di Benedetto XVI il 14 marzo 2010 e di Papa Francesco 15 novembre 2015 del quale sottolinea «il primato ecumenico». Domenica 28 gennaio, dopo il viaggio in Cile e Perù, il Pontefice visita la basilica di Santa Sofia a Roma ed incontra la comunità greco-cattolica ucraina.

CHIESA UNIVERSALE - Il 2017, dal punto di vista ecumenico, è stato positivo, soprattutto grazie alla celebrazione comune del quinto centenario della Riforma protestante (1517-31 ottobre-2017) avviata da Martin Lutero. Per la prima volta luterani e cattolici hanno visto la Riforma da una prospettiva non di scontro ma di dialogo che rende possibile «una nuova comprensione degli eventi del XVI secolo che condussero alla separazione» perché «ciò che ci accomuna è ben superiore a ciò che ci divide». Superare i pregiudizi; intensificare la comprensione reciproca; raggiungere accordi teologici «decisivi». Sono gli obiettivi dei cinquant’anni di dialogo tra luterani e cattolici e fissati in una dichiarazione congiunta della Federazione luterana mondiale e del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani.

Il 31 ottobre 2016 nella «commemorazione condivisa della Riforma» a Lund in Svezia si chiede «perdono per le nostre colpe e per il modo in cui i cristiani hanno ferito il corpo del Signore e si sono offesi reciprocamente nei cinquecento anni dalla Riforma».

LUTERANI E CATTOLICI - Nella preghiera congiunta luterana-cattolica, Francesco e il vescovo Munib A. Younan, presidente della Federazione luterana, si impegnano «a proseguire il cammino ecumenico verso l’unità per la quale Cristo ha pregato» e riconoscono «la comune responsabilità pastorale di rispondere alla sete e alla fame spirituali del nostro popolo di essere uno in Cristo». Nell’abbazia di Westminster a Londra la Comunione anglicana accoglie e recepisce la «Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione», firmata da luterani e cattolici e pubblicata ad Augusta in Germania il 31 ottobre 1999, nella città dove il 25 giugno 1530 venne promulgata la «Confessione Augustana» che fissava i principi dottrinali del Luteranesimo. La «Dichiarazione» è stata accolta e firmata nel 2006 dal Consiglio metodista mondiale e ora dalla Comunione mondiale delle Chiese riformate.

CHIESA ITALIANA - «Riconciliarsi per annunciare il Vangelo» è il titolo del documento firmato da mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, e dal pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia. A conclusione di un convegno a Trento viene elaborata una dichiarazione sul «comune impegno a prendere sul serio queste cose: il cammino ecumenico ci riguarda e ci impegna tutti; la passione ecumenica è passione per il Vangelo, per la Chiesa, per le donne e gli uomini di oggi. È una dichiarazione che coinvolge tutti, non soltanto cattolici e luterani; l’accoglienza, la collaborazione e la testimonianza dell’Evangelo è cosa di tutti. Infatti leggere insieme le Scritture illumina l’esperienza di fede con percorsi ecumenici di ascolto e commento della Parola di Dio in modo da condividere tradizioni esegetiche e formulazioni dottrinali, affidando al Signore i tempi e i modi della realizzazione dell’unità visibile della Chiesa. Cattolici e luterani ritengono che questi percorsi vanno sostenuti e incoraggiati nella prospettiva di favorire un ripensamento della catechesi in chiave ecumenica».

NUOVA STAGIONE ECUMENICA - La commemorazione comune della Riforma di Lutero «ha sicuramente aperto una nuova stagione nel cammino per la costruzione dell’unità visibile della Chiesa con la quale mettere fine allo scandalo delle divisioni.

Cattolici e luterani vogliono rendere sempre più dinamico l’impegno nella cura del creato proponendo un modello di sviluppo economico che non sia interessato alla logica del profitto, che tanti danni ha fatto nel nostro Paese con l’inquinamento dell’aria, delle acque e della terra ma, superando gli interessi individuali o di gruppo. Le peculiarità del cammino ecumenico devono portare a moltiplicare le occasioni per testimoniare l’amicizia e l’aiuto verso i poveri, in particolare verso i migranti che fuggono da guerre e calamità naturali. Davanti al bisogno anche di un numero crescente di concittadini, ci impegniamo a coinvolgere le comunità in uno sforzo maggiore di solidarietà, avendo sempre come modello il Buon Samaritano, quel Gesù che si china sulle ferite dell’umanità sofferente». Infine a Roma, presso la sede Cei in Circonvallazione Aurelia 50, è in funzione una struttura nazionale e stabile in cui le Chiese si ritrovano e parlano. 

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