Gli Oratori e il Sindaco, dialogo sulle periferie

Il 17 febbraio all'oratorio Cafasso di Torino confronto a tutto campo fra il sindaco Chiara Appendino e i responsabili dei centri giovanili 

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Gli Oratori e il Sindaco, dialogo sulle periferie

Dagli oratori arrivano spesso le uniche risposte alle grandi emergenze sociali delle periferie torinesi e dei quartieri  in trasformazione. Da sempre luoghi di frontiera i «cortili» parrocchiali portano avanti numerosi progetti educativi per accompagnare giovani e famiglie in un periodo di crisi economica che rischia di perdere un’intera generazione. Oratori e periferie saranno al centro dell’incontro fra il sindaco di Torino e della Città metropolitana, Chiara Appendino, e i responsabili degli oratori della diocesi che avrà luogo venerdì 17 febbraio alle 21.15 presso l’oratorio della parrocchia San Giuseppe Cafasso di Torino (corso Grosseto 72), promosso dalla Pastorale giovanile della diocesi e dall’associazione oratori «Noi Torino».

«Oratorio, sempre ‘AxTo’». È il titolo della serata che fa riferimento al piano «AxTo» 2017-2019 che il Comune di Torino ha presentato a inizio gennaio dopo l’annuncio che dal Governo arriveranno 18 milioni di euro per il recupero delle periferie cittadine.

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«Ebbene ecco allora un confronto a tutto campo», sottolinea don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile della diocesi, «per chiedere al sindaco quali sinergie la Città prevede di attivare con gli oratori, diocesani e salesiani, che da tempo hanno scelto di ‘stare dentro’ alle periferie». Dalla prevenzione e al contrasto alla dispersione scolastica, alla promozione di una cittadinanza attiva contro l’insorgere di fenomeni di dipendenze, bullismo, devianza. Dall’accompagnamento ai minori più fragili, all’inclusione dei disabili, a progetti di inserimento professionale, alle attività sportive che diventano luoghi privilegiati di integrazione per ragazzi e famiglie di diverse nazionalità.

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«La Chiesa torinese», evidenzia don Ramello, «da sempre punta sugli oratori come luoghi di accoglienza e inclusione, ma le nuove emergenze sociali ci chiedono di rafforzare l’impegno perché sia efficace. In alcune zone della città sarebbe opportuno tenere gli oratori aperti tutti i pomeriggi, anche sabato e domenica, per impostare un’‘educativa di strada e di cortile’ che è spesso l’unica via capace di ridare motivazione ai ragazzi e valorizzare i propri carismi per formare ‘buoni cristiani e onesti cittadini’».

Per don Ramello l’impegno prezioso dei numerosi volontari spesso non basta per garantire continuità, soprattutto di orario nelle attività. «Servono maggiori risorse», commenta il sacerdote, «è dunque fondamentale la collaborazione con la Città come una sola squadra in campo».  

«L’incontro», prosegue don Stefano Votta, presidente della Noi Torino, «si inserisce in un cammino che gli oratori portano avanti da tempo con le istituzioni». In occasione del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco,  nel 2015, si tenne, infatti, un incontro tra gli oratori e l’allora sindaco Piero Fassino. In seguito  due appuntamenti pubblici al Salone del Libro di Torino, nel 2015 e nel 2016, con al centro gli oratori come esempi di integrazione fra le culture. «Vogliamo dunque proseguire questo percorso», conclude don Votta, «e rafforzarlo con la nuova amministrazione proprio a partire dalla sfida sulle periferie, una partita che vogliamo giocare insieme».

Per informazioni: www.upgtorino.it, www.noitorino.it.  

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