Cristiani d'Oriente la sfida per la sopravvivenza convegno al Sermig

Martedì 26 aprile alle 17,30 al Sermig  di Torino l’Arcidiocesi e il settimanale il nostro tempo vogliono così celebrare i settant’anni di fondazione del giornale con un tema che la testata culturale ha trattato più volte, anche con corrispondenze e testimonianze da Amman, Beirut, Damasco, Il Cairo.

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Cristiani d'Oriente la sfida per la sopravvivenza convegno al Sermig

Il settimanale Il nostro tempo, insieme all’Arcidiocesi di Torino, organizza un convegno internazionale sulla drammatica situazione dei cristiani in Siria e Iraq nel quadro della guerra civile che insanguina i due Paesi sotto la minaccia dell’Isis/Daesh.

Il Convegno si svolgerà al Sermig di Torino via Borgo d'Ora 61 dalle 17.30

ospiti due vescovi che porteranno il “grido di dolore” di queste comunità: Il Patriarca dei siro-cattolici Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan e il Vescovo di Baghdad S.E. mons. Basel Yaldo. Il convegno sarà introdotto dal messaggio dell’Arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia e dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Hanno inoltre assicurato la loro presenza il vice ministro degli Esteri Mario Giro, l’europarlamentare Patrizia Toia, il vice direttore di Famiglia Cristiana Fulvio Scaglione,il giornalista libanese Camille Eid,editorialista di Avvenire. A moderare l’incontro Paolo Girola, direttore de il nostro tempo

Si metterà così a tema la vicenda delle comunità cristiane preesistenti all’islamizzazione del Medio Oriente e che sono riuscite a sopravvivere per secoli, diventate nel corso dei decenni minoranze in terra di islam. Già vent’anni fa una ricerca della Fondazione Agnelli evidenziava il loro lento declino, pur continuando a rappresentare un importante elemento di pluralismo all’interno di un mondo musulmano che restava in bilico fra modernità e tradizione. In vent’anni le condizioni per queste comunità sono drammaticamente peggiorate, prima con la guerra e la lacerazione dello Stato iracheno e poi con l’avvento di un fondamentalismo islamico sempre più violento e integralista.

In particolare da Siria e Iraq giungono sconvolgenti testimonianze di violenze e orrori, compresa la vendita di donne come schiave e l’uccisione di uomini che rifiutano la conversione all’islam.

Il Parlamento europeo ha chiesto misure affinché il Consiglio di sicurezza dell’Onu riconosca tali violazioni come «genocidio». Diverse relazioni di organismi delle Nazione Unite (tra cui il Consigliere speciale del Segretario generale dell’Onu per la prevenzione del genocidio, il Consigliere speciale del Segretario generale dell’Onu sulla responsabilità di proteggere e l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani) affermano che gli atti commessi dal cosiddetto Isis/Daesh contro le minoranze religiose possono costituire crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio.

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