In Europa si estende il rischio povertà, il rapporto Caritas

Presentato il terzo rapporto sulle ricadute della crisi economica. Situazione pesante a livello sociale in 7 Stati definiti "deboli"

Parole chiave: caritas (52), poveri (38), rapporto (9), crisi (35), economia (65)
In Europa si estende il rischio povertà, il rapporto Caritas

In Europa una persona su 4 è a rischio povertà (24,5%). Una su 3 nei sette Paesi "deboli" dell'Ue: Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda, Romania e Cipro. Caritas Europa ha presentato il 19 febbraio il terzo rapporto sulla crisi nel Vecchio continente, indagando i dati in sette Paesi ritenuti più "deboli". Ne emerge una panoramica sconfortante: le strategie europee che dovevano portare a una diminuzione della povertà entro il 2020 hanno fallito, perché l'impatto della crisi, le politiche di austerity e i tagli al sociale imposti dalla recessione e dai governi hanno aumentato la povertà e le disuguaglianze sociali. Quasi come dire, paradossalmente, che i poveri hanno arricchito di più i ricchi. La rete Caritas - che ha moltiplicato le iniziative solidali e anticrisi - chiede quindi all'Europa di invertire la rotta, suggerendo tutta una serie di misure concrete. Nel rapporto si evidenzia la crescita delle persone gravemente indigenti, la disoccupazione giovanile, le famiglie in cui non si lavora come si dovrebbe (aumentano lavori precari e part time), i giovani che non studiano né lavorano, la dispersione scolastica, l'impossibilità di pagare le cure mediche.

"Scelte politiche terribili". Nel 2013 - ultimi dati definitivi disponibili - il 24,5% della popolazione europea (122,6 milioni di persone, un quarto del totale) era a rischio di povertà o esclusione sociale (1,8 milioni in meno rispetto al 2012). Nei 7 Paesi maggiormente segnati dalla crisi economica e sociale lo stesso fenomeno coinvolge il 31% della popolazione residente (+6,5% rispetto alla media Ue). La Strategia di Lisbona 2020 doveva portare l'Europa a 96,4 milioni entro il 2020, "ossia 20 milioni di poveri in meno - ha precisato Walter Nanni, responsabile dell'Ufficio studi di Caritas italiana -; i poveri sono invece aumentati. Viene da chiedersi se la medicina per risanare la spesa pubblica non abbia invece ucciso il paziente". Jorge Nuno Mayer, segretario generale di Caritas Europa, parla di "scelte politiche terribili". Dopo sette anni dall'inizio della crisi, ha fatto notare Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana, "in tutta Europa la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni diminuiscono, il rischio di razzismi e odio è in aumento". Da qui la proposta di "una revisione complessiva del modello sociale per una migliore giustizia sociale". 

Più giovani disoccupati in Grecia. Nei 7 Paesi presi in considerazione vi è un tasso di disoccupazione generale del 16,9%, in Europa dal 2012 al 2013 è passato dal 10,4% al 10,8%. Nei 7 Paesi spicca l'esplosione dei Neet: sono il 18,1% rispetto alla media del 13% nei Paesi Ue, con il triste primato dell'Italia. Nell'Ue28 nel 2014 erano più di 25 milioni i cittadini privi di lavoro (8,4 milioni in più rispetto al 2008). Le persone più colpite sono quelle con bassi livelli di istruzione e i giovani (oltre 5 milioni sotto i 25 anni, il 22,5%). La disoccupazione è particolarmente grave in Grecia: 27,3% e 58,3% quella giovanile. Ma il problema si ripresenta in diversi altri Stati.

Meno sanità e scuola. A causa dei tagli alla sanità e alle spese scolastiche aumenta anche il numero di europei che rinunciano alle cure mediche essenziali (22,8% in media nei 7 Paesi). In Grecia la spesa sanitaria pro capite è scesa dell'11,1%, in Irlanda del 6,6%. Nel corso del 2013, in Italia, il 10,5% degli utenti dei Centri di ascolto ha richiesto una prestazione di tipo sanitario (+6% rispetto al 2012). I tagli alle spese scolastiche hanno visto un aumento della dispersione scolastica (in Romania è scesa del 9,4% dal 2010 al 2014). In Romania è anche altissimo (40,4%) il numero dei working poor. Negli altri 6 Paesi è invece aumentato il numero di famiglie quasi totalmente prive di lavoro: erano il 12,3% nel 2012 e sono diventate il 13,5% nel 2013.

Le iniziative anticrisi. Un Focus sull'Italia fornisce altri dati interessanti. Nella penisola dal 2010 a oggi le Caritas diocesane sono state costrette a raddoppiare (+99%) le iniziative contro la crisi. Più 70% gli empori della solidarietà che distribuiscono cibo gratuitamente in 109 diocesi e più 77,7% i progetti sperimentali per contrastare la crisi (da 121 a 215 nel 2013). Caritas ha attive 1.148 iniziative anticrisi: 139 sportelli diocesani di consulenza al lavoro e servizi informativi sul disagio abitativo in 68 diocesi (+77,7%). Nel corso del 2013 Caritas italiana ha attivato un "fondo straordinario anticrisi" per sostenere le Caritas diocesane. Da giugno a dicembre 2013, il 76% delle Caritas diocesane ha presentato richiesta di rimborso per un importo pari a 5 milioni 650mila euro. Prevalgono le spese per i contributi al reddito (il 39,6% dell'ammontare complessivo) e l'acquisto di beni di prima necessità (32%). Nel Sud del Paese vengono chiesti più fondi di garanzia bancari per attività di microcredito, contributi al reddito e sostegno alle esigenze abitative. Al Nord, invece, le spese per i voucher lavoro.

Fonte: Sir
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