Dovis: “pensare in prospettiva per migliorare qualità accoglienza” la diocesi si mobilita

Intervento del direttore della Caritas diocesana sulla grave situazione in città

Parole chiave: senza fissa dimora (10), freddo (5), emergenza (28)
Dovis: “pensare in prospettiva per migliorare qualità accoglienza” la diocesi si mobilita

Per accogliere chi ha bisogno di riparo in questi giorni freddissimi, la diocesi di Torino ha deciso di ampliare il servizio accoglienza notturna che è già in funzione nel dormitorio temporaneo di via Cappel Verde in pieno centro storico. Ad un altro piano dello stesso edificio saranno disponibili altri posti letto per accogliere persone senza fissa dimora (a cominciare da quindici, secondo le necessità). Il servizio viene attivato in collaborazione con il Ser.Mi.G. Gli ospiti potranno consumare, oltre alla colazione, anche la cena. L’Arcivescovo invita inoltre le parrocchie e gli Istituti religiosi, in particolare del Centro storico di Torino, a prestare la massima attenzione ai fratelli e alle sorelle senza dimora che dormono nel proprio territorio, per offrire loro un locale dove possano trascorrere la notte e trovare un’accoglienza fraterna.

 

Per la nostra città queste temperature d’inverno sono la norma; tuttavia siamo preoccupati e lo siamo soprattutto per gli ‘irriducibili’, quelli che per diverse ragioni frequentano i nostri centri diurni ma di notte non vogliono venire nei dormitori. Passata l’emergenza, dovremo fare un confronto serio con tutti gli attori coinvolti per definire risposte ‘personalizzate’ in vista del prossimo inverno”. E’ un invito a “pensare in prospettiva per migliorare la qualità dell’accoglienza”, quello di Pierluigi Dovis, direttore Caritas Torino, interpellato dal Sir sull’emergenza freddo. “Sono stati aumentati in città i posti letto – dice Dovis che da anni lavora a stretto contatto con l’arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia -, ma molti rimangano inutilizzati”. A Torino se ne contano in totale, tra pubblico e privato, circa 700 – 800, ma “alla Pellerina, area periferica accanto all’omonimo parco, i circa 60 posti nei container attrezzati e riscaldati, due sere sono rimasti per metà vuoti” perché la struttura “è decentrata, molti clochard dicono di non voler sottostare a regole o hanno paura di essere derubati di quel poco che hanno. C’è pure chi è in strada da poco e non può accettare l’idea di dormire accanto a tossici o alcolizzati”.

Così la Caritas continua a distribuire, insieme ad altre associazioni, coperte, sacchi a pelo, indumenti pesanti e cibi caldi in strada a questi “irriducibili”, mentre Dovis ricorda che da tre anni il privato sociale, e al suo interno la Chiesa cattolica, “hanno tentato di introdurre l’idea di luoghi più piccoli, con numeri inferiori per un’accoglienza più ‘umana’”, anche se non si nasconde che questo farebbe lievitare i costi di gestione e il Comune non ha i fondi necessari. Nel Seminario metropolita, oggi sede dell’Istituto di Scienze religiose e della Biblioteca del seminario, durante l’inverno vengono intanto accolti una ventina di homeless di sesso maschile: “Siamo in attesa di ampliare i locali, gestiti dal Sermig, per arrivare ad una trentina”, mentre “dovrebbe essere imminente l’apertura di un ‘luogo di sollievo’ in cui ammettere anche ‘coppie’ e cani di accompagnamento all’interno della stazione ferroviaria di Porta nuova”. Intanto, da anni mons. Nosiglia ospita sei persone e una ventina di parrocchie già accoglie uno o due homeless; quella di Rivoli addirittura sette.

Fonte: Sir
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