Azione Cattolica: “Rendere domestico il mondo”

Il campo estivo degli adulti di Azione Cattolica di Torino sull’Amoris Laetitia per la vita di laici

Parole chiave: amoris laetitia (6), azione cattolica (26), chiesa (665), campo (5), laici (17)
Azione Cattolica: “Rendere domestico il mondo”

 

 L’Amoris Laetitia e la nostra vita spirituale come singoli individui e come coppia, la pratica del discernimento, la coscienza. L’Amoris Laetitia e la fraternità, l’impegno per costruire comunità più accoglienti e fraterne, lo sguardo d’amore per l’altro. L’Amoris Laetitia e la chiamata alla responsabilità verso le giovani generazioni. L’Amoris Laetitia e le sfide per la nostra Chiesa, universale e locale, e per l’associazione tutta del capitolo VIII dell’esortazione, quelle di saper accompagnare, discernere, integrare chi vive situazioni di fragilità. Una rilettura e un confronto schietto sull’esortazione apostolica sull’amore nella famiglia con le “lenti” dei quattro pilastri del Progetto Formativo dell’Azione Cattolica: l’interiorità, la fraternità, la responsabilità, l’ecclesialità. Sono questi i temi portanti affrontati dagli adulti dell’Azione Cattolica di Torino nel tradizionale campo estivo, svoltosi dal 21 al 23 luglio scorso nella cornice naturale di Cesana Torinese, presso la casa “P.G. Frassati”, in un clima di gioia, di fraterna umanità, di amicizia. Un percorso di tre giorni che si è aperto nel primo giorno con la celebrazione della S. Messa e con attività laboratoriali il cui filo conduttore è stato il capitolo IV dell’Amoris Laetitia e l’inno alla carità di San Paolo (1Cor  13, 4-7), stupendo affresco delle caratteristiche dell’amore nel matrimonio, ma anche dell’amore verso i fratelli, affinché sappiamo crescere nella carità reciproca, nel dialogo, nella passione per l’altrui umanità.

Padre Costantino Gilardi, domenicano, psicoterapeuta, teologo, attuale presidente del “Punto Familia” nella seconda giornata ci ha sapientemente guidato attraverso il tema dell’interiorità che, per usare le sue parole, <<[…] attraversa tutta l’antropologia e tutta la spiritualità biblica […]>>. Certamente non una cosa da poco! Una riflessione imperniata sulla domanda su qual è nell’uomo il “luogo” dell’incontro “spirituale” con Dio, nell’Antico e nel Nuovo Testamento; i fattori che predispongono alla vita interiore, i contenuti della medesima, lo stile. Una riflessione ricchissima e stimolante, meditata da ciascuno dei partecipanti, e che lascia spazio alle sfide, come cristiani, nella società odierna frenetica, frammentaria e accelerata, di non perdere di vista beni fondamentali, quali la fede in un mondo eterno, il valore della persona nella comunità, il raccoglimento e la contemplazione individuale, sia nella pratica sacramentale sia nell’azione esteriore quotidiana, sapendo invocare l’aiuto del Signore nelle prove più difficili della nostra vita.

Il tema della responsabilità verso i figli e verso le giovani generazioni (AL, 187-196, 260-290) è stato al centro dei laboratori del pomeriggio, in cui i partecipanti al campo, attraverso tecniche di gioco, di lavoro e di confronto in “stand” hanno vissuto insieme gli aspetti dei nuovi linguaggi di comunicazione dei giovani, della formazione etica e valoriale dei giovani nel mondo del lavoro, del rapporto fra giovani e anziani, della trasmissione della fede ai propri figli. 

Nella giornata conclusiva, guidati sempre da padre Costantino Gilardi e da don Antonio Sacco, assistente diocesano adulti di Ac, una bella chiacchierata e un confronto schietto sui temi del capitolo VIII dell’esortazione e su cosa significa questo per la nostra Chiesa locale di Torino, in primis, e per l’associazione tutta. La gradualità nella pastorale, l’attenzione verso le fragilità, saper usare il “collirio” della misericordia (don M. Andina) verso chi ha sperimentato la ferita di una promessa per la vita infranta, o che semplicemente ha vissuto lo smarrimento, la solitudine, la delusione…Valorizzare sempre il cammino delle persone, il loro impegno di vita cristiana, includere e integrare, trovando per tutti le possibilità di partecipazione alla vita delle nostre comunità. Non rinunciare mai a proporre l’ideale alto dell’amore cristiano, “perché gli sposi si amino come Cristo ha amato noi”, ma sapersi piegare verso chi è ferito, nella logica della Chiesa “ospedale da campo”.

E' in questa logica che dal campo estivo esce l’impegno degli uomini e delle donne dell’Azione Cattolica, che vuole agire quale fermento delle nostre comunità: agire nelle nostre realtà parrocchiali per accompagnare, includere, integrare le persone, a fianco dell’impegno della nostra diocesi e del servizio “Amoris Laetitia”. Cogliere queste sfide per provare a rispondere alla richiesta - non più rinviabile - di essere discepoli-missionari, di <<[…] incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti» (Discorso di Papa Francesco all’Azione Cattolica Italiana, 30 aprile 2017). Lo vogliamo fare con umiltà, consci dei nostri limiti e delle nostre fragilità di persone, ma gioiosi e partecipi, al servizio della nostra Chiesa e del nostro Vescovo, cercando con ostinazione e determinazione terreni comuni d’incontro con chi ha convinzioni diverse o sta vivendo situazioni differenti dalle nostre, ma nella speranza e convinzione di contribuire a comunità cristiane più vive, feconde, immerse della vita reale delle persone  e non disattente o passive spettatrici.

Un grande gioco serale, la visione di un film, la convivialità vissuta insieme sono stati momenti altrettanto belli e intensi di un campo vissuto all’insegna dell’amicizia e della gioia dell’intensità delle relazioni umane.  

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