«Amoris Laetitia»: la nuova costituzione per la famiglia
Un commento sull'esortazione post sinodale resa pubblica la scorsa settimana

La «Amoris laetitia» di Papa Francesco è stata definita «la nuova costituzione per le famiglie» perché «supera l’artificiosa, esteriore, netta divisione fra “regolare” e “irregolare” e pone tutti sotto l’istanza comune del Vangelo». Lo dice il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna.
Datata 19 marzo 2016 e presentata alla stampa l’8 aprile 2016, in quasi 300 pagine, 9 capitoli, 325 numeri e 392 note il Pontefice traccia la «summa» biblica e teologica, morale e pastorale sulla famiglia; sottolinea l’importanza e la bellezza della famiglia basata sul matrimonio indissolubile tra uomo e donna; guarda con realismo alle «fragilità e ferite» che vivono i divorziati risposati; incoraggia i pastori al discernimento «per il bene di tutte le famiglie e di tutte le persone».
Sono intonati alla gioia i due documenti post-sinodali di Francesco: «Evangelii gaudium, La gioia del Vangelo» (24 novembre 2013) dopo il Sinodo del 2012 sulla «Nuova evangelizzazione» celebrato da Papa Benedetto, e «Amoris laetitia, La gioia dell’amore» dopo i due Sinodi sulla famiglia, quello straordinario 2014 e quello ordinario 2015.
Nel discorso ecclesiale sul matrimonio e sulla famiglia – osserva Schönborn - «c’è spesso una tendenza, forse inconscia, a condurre su due binari il discorso. Da una parte ci sono i matrimoni e le famiglie che sono “a posto”, che corrispondono alla regola, dove tutto è “va bene” è “in ordine”, e poi ci sono le situazioni “irregolari” che rappresentano un problema, situazione che mi è nota di persona a causa della situazione della mia famiglia»: il cardinale è notoriamente figlio di due divorziati. «Qualcosa è cambiato nel discorso ecclesiale. Le parole chiave “discernere e accompagnare” non valgono solo per le “cosiddette situazioni irregolari” ma valgono per tutti gli uomini, per ogni matrimonio, per ogni famiglia. Tutti siamo in cammino e tutti abbiamo bisogno di “discernimento” e di ”accompagnamento”».
Questo lo schema: «1) Alla luce della Parola di Dio; 2) La realtà e le sfide della famiglia» 3) Lo sguardo rivolto a Gesù: la vocazione della famiglia; 4) L’amore nel matrimonio; 5) L’amore che diventa fecondo; 6) Alcune prospettive pastorali sui divorziati risposati “non si sentano scomunicati” e “rispetto per omosessuali ma nessuna analogia tra matrimonio e unione omosessuali”; 7) Rafforzare l’educazione dei figli; 8) Accompagnare, discernere e integrare la fragilità; 9) Spiritualità coniugale e familiare»
Su alcuni temi controversi, come la Comunione ai divorziati risposati, il Papa non offre nessuna nuova norma ma ribadisce che l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli». Rispetto alla «Familiaris consortio» (22 dicembre 1981) di Giovanni Paolo II – continua Schönborn - «c’è innovazione e continuità». Già Papa Wojtyla al numero 84 ammetteva la Comunione ai divorziati risposati che accettino di vivere «come fratello e sorella».
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