Voci dal mondo: tutti i mali del pianeta

Rapporti 2016 Amnesty International e Fao

Parole chiave: mondo (65), popolazione (2), guerra (63), fame (7), odio (5), oppressione (2), povertà (47)
Voci dal mondo: tutti i mali del pianeta
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Il mondo in preda alla fame e alla guerra, all’iniquità e all’odio. È la dolorosa impressione che si ricava leggendo i rapporti 2016 di due grandi organizzazioni internazionali.

«IL MONDO È DIVENTATO PIÙ CUPO E INSTABILE» - Constata amaramente Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, nel rapporto 2016 sulla situazione dei diritti umani. Il documento fotografa una realtà molto  preoccupante: l’incapacità dei governanti di gestire la crisi dei rifugiati, un linguaggio politico improntato all’odio, la repressione brutale del dissenso, le persecuzioni contro i cristiani ma anche contro altre minoranze. È la fotografia dolorosa di un mondo che sta tornando indietro e abbandona molte conquiste in materia di diritti umani. Antonio Marchesi, presidente di Amnesty Italia, spiega: «Prevalgono nettamente le ombre, in particolare a causa della retorica del “noi contro loro”, che porta a negare i diritti degli altri». La famiglia umana è in serio pericolo. Le 600 pagine del rapporto attraversano i cinque continenti: distrutta Aleppo, ospedali compresi; 75 mila persone intrappolate nel deserto tra Siria e Giordania; nel Darfur africano, nello Yemen e nel Sud Sudan le armi chimiche provocano stragi; il dissenso è brutalmente represso in Russia, Etiopia, Turchia, Corea del Nord, Arabia saudita e nella maggioranza dei Paesi islamici.

IMPRESSIONANTE LA MOLE DI INFORMAZIONI - Le diseguaglianze economiche scavano voragini sempre più profonde e ampie tra le nazioni e all’interno di una stessa nazione. Il cambiamento climatico colpisce anzitutto le persone più deboli, povere e indifese. Theresa May in Gran Bretagna, Marine Le Pen in Francia, Donald Trump negli Stati Uniti, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Beppe Grillo in Italia esprimono la stessa politica razzista: «Noi prima di loro, America’s first, Prima gli italiani, poi gli altri». Amnesty registra rimpatri forzati verso 36 Paesi che non garantiscono alcun diritto umano. L’Unione Europea ha siglato un vergognoso accordo con la Turchia, dominata dal regime illiberale del dittatore Erdogan. L’Europa non sa e non vuole gestire le migrazioni e non rispetta i diritti umani. In Asia i musulmani Rohingya sono perseguitati e rifiutati da tutti: il buddista Myanmar (Birmania) , dove vivevano da generazioni, li ha espulsi con estrema violenza, delitti di massa e stupri. Amnesty ricorda che tra le minoranze perseguitate in Medio Oriente ci sono i cristiani. In questo quadro a fosche tinte pesa il linguaggio carico di odio, xenofobo e razzista utilizzato nella politica, sui media,nelle campagne elettorali. Ma tra le ombre anche il coraggio di chi affronta sfide e minacce e si sacrifica: Amnesty dice che 22 Paesi uccidono i paladini dei diritti umani..

IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’AGRICOLTURA - Il rapporto dice che la Fao (Food and Agricolture Organization) spera di sconfiggere la fame. Lorenzo Giovanni Bellù, economista italiano della Fao, spiega che «la produzione agricola dovrebbe crescere del 50 per cento e speriamo che aumenti di reddito spingano verso l’alto i consumi di proteine animali: carne, latte e uova. Nel 2050 potremmo essere 10 miliardi di abitanti sulla Terra, quasi 2 miliardi e mezzo in più rispetto a oggi. Da una parte cerchiamo di contenere la domanda, soprattutto nei Paesi ricchi che consumano di più; cerchiamo di ridurre gli sprechi alimentari sia nella produzione e sia nel consumo. Ma è innegabile che 2 miliardi e mezzo di persone in più richiederanno più produzioni agricole». Un altro grave problema è quello dell’energia: di fronte ai cambiamenti climatici occorre ridurre i consumi di energie fossili e aumentare la produzione di energie alternative e bioenergie perché le risorse naturali – terra e acqua – si avvicinano alla fine; occorre cambiare modo di produrre e di consumare. Le tecniche di agro-ecologia cercano di conciliare agricoltura ed ecologia, foreste e agricoltura. Occorre maggiore consapevolezza dei consumatori, educazione nel consumo, prezzi che meglio riflettano il valore di ciò che si compra e si consuma. Le disuguaglianze tra ricchi e poveri aumentano e le otto persone più ricche sul Pianeta usufruiscono di tanta ricchezza quanto il 50 per cento dell’umanità più povera.

GRANDE CARESTIA, ALLARME ONU- Nei prossimi mesi 20milioni rischiano di morire di fame in Yemen, Somalia, Sud Sudan, Nord Nigeria devastati da guerre civili e carestia. Un milione e 400 mila bambini sono a «imminente rischio» di morte. Le dimensioni della crisi «non hanno precedenti negli ultimi decenni. Le crisi sono in larga parte opera dell’uomo anche se la siccità, specie in Somalia, ha contribuito all’aggravarsi dell’emergenza». Il nuovo segretario delle Nazioni Uniti, il portoghese  Antonio Guterres, dice che le Agenzie umanitarie delle Nazioni Unite «hanno bisogno di 4,4 miliardi di dollari entro la fine di marzo per evitare la catastrofe». Finora sono stati raccolti 90 milioni e sul Palazzo di Vetro pesa la minaccia di Donald Trump di ridurre i finanziamenti Usa. Il governo del Sud Sudan ha ufficialmente dichiarato lo «stato di carestia» che interviene quando il 20 per cento della popolazione di un territorio deve far fronte a «carenza estrema di cibo» e il tasso di malnutrizione supera il 30 per cento. Il Sud Sudan è devastato dalla guerra interetnica fra le tribù Dinka e Nuer che appoggiano rispettivamente il presidente e il vicepresidente. Nella Nigeria del Nord la guerra fra i terroristi islamici Boko Haram e l’esercito ha portato distruzione e messo in ginocchio l’agricoltura di sussistenza. In Somalia la guerra è fra il contingente dell’Unione Africana e il gruppo terroristico di Al-Qaeda Al-Shabaab, a cui si aggiunge la siccità. In Yemen i ribelli sciiti Houthi combattono da due anni contro le truppe governative del presidente Mansour Hadi appoggiate da una coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita.

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