Torino a fianco dei Guaranì

La comunità ecclesiale e civica è sempre attenta e in ascolto dei bisogni delle popolazioni indigene dell'Amazzonia

Parole chiave: guarani (1), brasile (10), roraima (3), amazzonia (4)
Torino a fianco dei Guaranì

Una pagina di intensa emozione  e solidarietà nella tutela dei diritti; potremmo così definire la serata dell'incontro con  Ládio Veron dell'11 aprile presso l'Istituto Missioni della Consolata di Torino. L'iniziativa, promossa dal comune impegno di Caffè Basaglia, CarovaneMigranti, Sur Società Umane Resistenti, Centro Studi Sereno Regis, Comitato Università di Torino America Latina e Caraibi, Tamburi Parlanti, Patrimoni in Dialogo, Comitato Roraima di solidarietà con i Popoli Indigeni del Brasile, Soconas Incomindios-Comitato di Solidarietà con i Popoli Nativi Americani, è stata moderata da Carlo Miglietta del Comitato Roraima Onlus di Torino con traduzione dal portoghese di padre Michelangelo Piovano.

L'incontro è stato replicato mercoledì 12 aprile all’Università di Torino presso la sede del Campus Einaudi, Lungo Dora Siena 100, a cura del comitato cittadino di accoglienza a Ládio Veron.

«Facciamo appello a tutte le organizzazioni politiche, accademiche, ambientali e culturali, a militanti ed attivisti per i diritti umani e per la costruzione di un mondo migliore: chiediamo loro di dare il benvenuto al Cacique Ládio Verón durante il suo soggiorno in Europa nel 2017. Con il suo viaggio denunciamo a livello internazionale la violenza continua subita in generale dalle popolazioni indigene in Brasile, e in particolare dai popoli Kaiowá e Guarani»: inizia così il messaggio che nel gennaio di quest’anno il Tribunal Popular brasiliano ha lanciato a cittadini e organizzazioni dei paesi europei per sostenere il viaggio di Ládio Veron, cacique del popolo Guarani-Kaiowá del Mato Grosso. Una popolazione sottoposta a continue e inaccettabili malversazioni e violenze da parte dei grandi fazendeiros che stanno estendendo le loro monocolture oltre misura nel territorio, con la complicità del governo brasiliano, sotto la pressione dalla potente e nutrita lobby di parlamentari possidenti terrieri e latifondisti (dei 594 membri del Congresso Brasiliano, 207 rappresentano direttamente la grande agro-industria).

Il Tribunal Popular è sorto nel 2008, nel sessantesimo anno dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani quando iniziò a discutere delle costanti violazioni dei diritti umani da parte dello stato brasiliano, in particolare nei riguardi delle componenti più povere e indifese, le popolazione negre e indigene.

Il popolo Guarani-Kaiowá è uno dei tre principali sottogruppi del popolo Guarani in Brasile composto da circa 30 mila persone mentre altre 10 mila circa sono presenti in Paraguay (altri sottogruppi Guarani sono presenti in Paraguay, Bolivia, Argentina). I sottogruppi Guarani-ñandeva, Guarani-Kaiowa e Guarani-Mbya hanno forme linguistiche, costumi, pratiche rituali e organizzazione politica e sociale differenti.

Ládio Verón Cavalheiro, il cui nome indigeno è Avã Taperendi, 50 anni, cacique della comunità Takuara, è uno dei leader della Aty Guaçu, l’assemblea generale dei Guarani-Kaiowá ed è il portavoce di questo popolo nel viaggio in corso attraverso sette paesi europei. Professore di Storia, laureato nell’Università Federale del Grande Dorados, ha insegnato nella scuola delle comunità Guarani-Kaiowá. Oggi è un campesino nella sua comunità, negli ultimi mesi ha dovuto vivere in clandestinità, minacciato di morte dai pistoleros dei fazenderos che già uccisero, nel 2003, suo padre Marcos Verón, cacique della comunità, di fronte alla propria famiglia.

Sintetizziamo gli elementi emersi dall'articolata esposizione di Ládio Verón.

I Guarani-Kaiowá hanno un’intensa vita spirituale legata alla terra, e la cacciata dai loro territori è causa di traumi profondi che hanno portato molti suoi membri, soprattutto giovani, a suicidarsi. Nel 2012, i Kaiowà in Aty Guassù, dopo l’ennesimo decreto di espulsione, avevano provocato il governo e l’opinione pubblica con una dichiarazione: «Decretate la nostra estinzione e seppelliteci quaggiù». Come reazione, ebbe origine nel paese una campagna di solidarietà col lemma «Io sono Guarani-Kaiowá». Gli aderenti a questa campagna pospongono al loro nome la sigla GK (Guarani-Kaiowá).

Nonostante il contenuto della Costituzione brasiliana del 1988, i governi brasiliani sono sempre stati reticenti nel mantenere l’impegno di demarcare e proteggere le terre indigene e la situazione si va facendo più difficile con l’attuale governo che ha proposto un emendamento costituzionale in base al quale i popoli indigeni vedrebbero ridotti i loro territori dal 13 % al solo 3 % del territorio nazionale. Attualmente, i Guarani-Kaiowà occupano un territorio ampio meno dello 0,2 % del Mato Grosso do Sul.

Gli atti normativi di tutela dei diritti delle popolazioni, mancanti spesso della sola promulgazione ufficiale, sono  stati ignorati dalle istituzioni governative succedutesi nel tempo con l'occultamento, senza scrupoli, dei documenti predisposti o in attesa di perfezionamento.

I Guarani-Kaiowá – che vivono nello stato del Mato Grosso do Sul, alla frontiera del Brasile con il Paraguay -  sono insediati da due millenni nei loro territori in un rapporto eco-vitale armonico con le valli e le foreste di circa 400mila Kmq. Essi sono ora vittime di un metodico progetto espulsivo dalle proprie terre ancestrali, fomentato dal sorgere di grandi unità agro-industriali con gli opportuni alleati politici e del settore esportazione, protesi a vendere o concedere terre indigene come se in esse non vivesse alcun essere umano. Di fronte alla minaccia di estinzione, la richiesta dei Guarani-Kaiowá alla comunità internazionale è dunque quella di impedire l'attuazione di  questo perverso disegno, non permettendo il concretizzarsi di un vero e proprio genocidio, mentre sul piano antropologico l’espulsione dai propri territori significa la morte lenta del popolo e della cultura Guarani-Kaiowá.

Il messaggio inviato dal Tribunal Popular termina enunciando lo scopo del viaggio di Ládio Veron in Europa: «Di fronte a un futuro così cupo, il capo Ládio Verón dei Guarani-Kaiowá, figlio del capo Marco Verón, assassinato nel 2003 davanti alla sua famiglia da guardie assoldate dai fazendeiros (proprietari di grandi aziende agricole), è in viaggio per l’Europa dove intende trovare alleati internazionali per sostenere con fermezza la lotta delle popolazioni indigeni in Brasile. Cacique Ládio (capo Ládio) vuole parlare della situazione delle popolazioni indigene in Brasile, in particolare nel Mato Grosso do Sul, al fine di trovare appoggio politico e finanziario per aiutarle ad organizzarsi e lottare contro le violazioni dei loro diritti annunciate per i prossimi anni. Il governo brasiliano ha già colpito il supporto legale alle popolazioni indigene, indebolendo la Fundación Nacional do Índio (Funai), l’agenzia governativa che garantiva alcune condizioni minime per la sopravvivenza dei popoli indigeni nelle loro terre tradizionali e altrove. Pertanto, per mezzo di questa lettera, esprimiamo con la massima sincerità il bisogno del vostro sostegno per Cacique Ládio Verón, che sarà in Europa da marzo a maggio 2017. Riteniamo che, rafforzando la protezione dei popoli indigeni in Brasile, ne difendiamo anche l’ambiente, cioè le foreste e le acque del Brasile».

All'esposizione di Ládio Verón Cavalheiro hanno fatto seguito gli interventi e le domande dei presenti sollecitati dalla drammaticità delle problematiche evidenziate.

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo