Obbligati a fuggire. L'immigrazione forzata nel mondo

Serata a cura dell'Associazione "Insieme senza Confini" nel quartiere Borgo Vittoria: "L'accoglienza, gesto concreto di Misericordia"

Parole chiave: borgo vittoria (2), torino (730), immigrazione (42), chiesa (665), profughi (55), misericordia (105)
Obbligati a fuggire. L'immigrazione forzata nel mondo

Mercoledì 6 aprile, il salone della parrocchia di San Vincenzo de' Paoli, nel quartiere torinese Borgata Vittoria, ha ospitato una serata di confronto sul tema Obbligati a fuggire. L'immigrazione forzata nel mondo, durante la quale sono intervenuti alcuni "operatori di misericordia", per raccontare esperienze di accoglienza concreta sul territorio.

"Perché restare?" "Quale la meta?" "Come mai si fugge?" Le domande di senso introdotte da don Ermis Segatti provocano un senso di smarrimento di fronte ai primi dati citati. L'immigrazione forzata coinvolge ogni anno circa 1 miliardo di persone. Tuttavia, la risposta di orizzonte cristiano arriva dal nuovo modo di pensare l'universalità. L'intervento di Sergio Durando ha messo in evidenza l'importanza di un impegno concreto, che sfati i falsi miti di invasione e valorizzi la ricchezza dei migranti che arrivano qui. Grazie all'Ufficio Pastorale dei Migranti, la Diocesi di Torino accompagna questi fratelli cattolici che arrivano dalle più svariate parti del mondo nel loro percorso di inserimento nella comunità di accoglienza. «Il tema delle frontiere è un tema che riguarda anche noi. Oggi ci vuole coraggio, nel portare avanti un'accoglienza seria, ognuno col suo ruolo e sapendo che la strada non è facile», ha dichiarato il Direttore Pastorale Diocesana Migranti.

A seguire, le testimonianze di Francesco Iuliano del Progetto Leonardo Onlus e di Odilia Negro, Associazione Trame di Carignano. Nel primo caso, si tratta di volontariato di strada da parte di una realtà giovane che applica indirizzi valoriali di vita, con la missione di portare sostegno e sollievo ai senza dimora. Nel secondo, un'azione laica di accompagnamento al percorso per lo status di "rifugiato", un lavoro educativo nel pieno rispetto dei reciproci diritti e doveri. Odilia Negro ha ricordato anche come «tutti i Comuni d'Italia devono affrontare il problema dell'immigrazione e trovare una strategia». In sinergia con gli spunti della serata, è bene ricordare che Papa Francesco ha già invitato le oltre 120.000 parrocchie d'Europa ad accogliere nei propri locali le famiglie migranti. Accogliere è azione cristiana, l'accoglienza è un gesto concreto di Misericordia.

L'Anno giubilare della Misericordia ci invita a riflettere ed agire sulle orme della bolla pontificia inaugurale, a quasi un anno dalla sua emanazione. «È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia», questo è quanto si afferma al numero 12 della Misericordiae vultus. Il tema dell'immigrazione ci ricorda che nel volto dello straniero, come nella Parabola del Buon Samaritano, si nasconde lo sguardo profondo del nostro prossimo, di colui al quale dobbiamo il nostro amore. Per realizzare questo gesto, è necessario accogliere «coloro che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita», ci ricorda ancora il Santo Padre.

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