Il 2016 sarà l'anno della legalizzazione?

La civiltà è pronta: libera canna in libero stato. Ma siamo sicuri che sia davvero "libertà"?

Parole chiave: cannabis (1), legalizzazione (1), proposte (1), dibattito (8)
Il 2016 sarà l'anno della legalizzazione?

È ormai accettato e diffuso l’uso della cannabis a scopo terapeutico. Ora i più progressisti richiedono una libera canna in un libero stato. A portare avanti l’operazione commerciale in particolare sono coloro che desiderano lucrarci. Parte infatti da Gennaio 2016 la campagna di affiliazione di Nativa, il brand che ha deciso di rivolgersi ad un mercato di fatto ancora illegale. Ma già maturo: si è calcolato che in Italia ci sia un consumo annuo di 3 milioni di chili di cannabis. Soldi che lo Stato non ha modo di tassare. Soldi che comunque vengono spesi, anche se illegalmente.

Soldi che i 20 soci di “Nativa, fatta per essere buona” sperano di accaparrarsi anticipando la concorrenza. Eppure il Ministro della Giustizia Orlando frena, nega l’apertura del Governo in questa direzione. Che sia azzardo o indiscrezione, che sia legale o illegale, Sergio e i suoi 20 soci investono ed organizzano un primo test di mercato. Dal punto di vista di un imprenditore romano di 50 anni, questa è sicuramente la scelta giusta. Il mercato è obiettivamente pronto: con campagne stampa persuasive, programmi a favore, canzoni di tendenza, la marijuana è diventata una moda di cui ci si vanta. Inoltre il consumatore (pare) è spesso scontento della qualità della sostanza che assume, e questo è un altro obiettivo della rete franchising neo-nata: offrire prodotti di pregio, con tanto di certificazioni di qualità. Ma è davvero sinonimo di libertà ed autodeterminazione il poter farsi un tiro di cannabis? Ciò che non viene mai raccontato è il post-sbornia chimica.

Si preferisce credere che sia innocua. Non si racconta dei danni permanenti o appena successivi, soltanto di quelli immediati. È il caso di Dado, un ragazzo di 15 anni. Dado ha voluto provare. Ha emulato i “big” di questa società. Quando però si è sentito male ed i suoi “amici” si sono dileguati, è stato costretto a tornare dai genitori in preda alle allucinazioni. Disteso su un letto in ospedale, alternava momenti di lucidità a crisi convulsive e chiedeva alla madre (ora più arrabbiata che preoccupata): perché dicono che non fa male? Già. Dicono. E ripetono. Ed insistono. Fino a fare il lavaggio del cervello. È inutile controbattere. La cannabis ha effetti distruttivi irreparabili, danneggia il sistema nervoso, la fertilità e troppe altre cose. Può essere definita “libertà” l’essere dipendente da una sostanza? Non importa il prezzo o la qualità, qui la faccenda va ben oltre. La sottomissione è limitazione della libertà personale, lo Stato dovrebbe agire nel bene del cittadino. Non nel suo interesse.

Fonte: Sir
Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo