Giustizia minorile è anche affidamento

Prosegue il dibattito sull'accorpamento dei Tribunali e delle Procure per i minorenni alla Giustizia ordinaria: intervengono le associazioni che si occupano di affidamenti e adozioni - Nel Comune di Torino, progetto pilota nazionale dal 1976, è la Casa dell'Affidamento

Giustizia minorile è anche affidamento

Prosegue il dibattito sulla giustizia minorile avviato dalla Voce del popolo con gli interventi del Procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, (pubblicato domenica 27 marzo 2016) e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, Anna Maria Baldelli (domenica 28 febbraio). Anche gli enti e le associazioni che si occupano di affidamenti e adozioni in queste settimane hanno esternato dubbi e perplessità sulla proposta di riforma allo studio del Parlamento che – in nome della razionalizzazione della spesa – mira ad abrogare i Tribunali per i Minorenni e le Procure Minorili, accorpandoli come «Sezioni specializzate distrettuali» ai Tribunali e alle Procure ordinari.

Il Crc (il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza) a cui aderiscono 90 associazioni che in Italia si occupano della tutela dei diritti dei minori tra cui l’Anfaa (Associazione nazionale famiglia adottive e affidatarie che ha sede a Torino), in un comunicato diffuso in questi giorni sottolinea come il progetto di riforma che mira ad accorpare la giustizia minorile a quella ordinaria sia in contrasto con la Carta costituzionale. «L’articolo 31 comma 2° - evidenzia il Gruppo Crc – dispone che la Repubblica è tenuta a proteggere la maternità, l'infanzia  e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo sia con le convenzioni internazionali e comunitarie in materia».

Anche il Cnsa, Coordinamento nazionale servizi affido a cui aderisce la Casa dell’Affidamento del Comune di Torino, centro pilota su tutto il territorio nazionale, condivide la preoccupazione espressa dai magistrati minorili e dall’ordine nazionale degli assistenti sociali. Il Cnsa in particolare evidenzia la necessità che venga garantita la specializzazione dei magistrati per non disperdere il grande patrimonio di «esperienza accumulato dal sistema giudiziario minorile preso a modello in sede internazionale». Secondo il Coordinamento dei servizi per l’affido solo mantenendo la multidisciplinarietà nella valutazione dei bisogni dei minori viene garantito il «supremo interesse del minore e non solo in funzione dei diritti dei suoi genitori». La Giustizia minorile (penale e civile) infatti non attiene solo alle molte migliaia di minori autori di reato che in Italia vivono in comunità (20 mila) o nelle carceri minorili (400). Ma riguarda anche la tutela di centinaia di migliaia di bambini in difficoltà o abbandonati per i quali si svolgono procedimenti civili, pratiche di adozione, tutela, affidamento, revoca della potestà genitoriale, affidi in caso di separazione o divorzio.

Secondo Piera Dabbene, responsabile della Casa dell’affidamento del Comune di Torino e nella segreteria del Cnsa «è importante non smantellare la cultura della giustizia minorile perché lo sguardo che lo Stato deve posare su un minore, una persona in crescita – a maggior ragione se in difficoltà – deve essere diverso da come si guarda un adulto». Ne sanno qualcosa alla Casa dell’affido di Torino (nella foto il manifesto della campagna 2015) istituita dal Comune nel 1976 ben prima della legge n° 184 del 1983, che ha normato l'affidamento e l'adozione a livello nazionale. La Casa, oltre ad occuparsi degli affidamenti di minori nelle famiglie (375 i bambini e gli adolescenti affidati nel 2015 tra cui una ventina di neonati a cui dal 1995 è dedicato un progetto specifico) si occupa di trovare famiglie affidatarie anche per mamme e bambini a rischio o nuclei che temporaneamente hanno bisogno di sostegno.

«Sono 200 le famiglie nel territorio torinese che nel 2015 si sono rese disponibili ad accogliere un minore che ha bisogno di genitori che suppliscano temporaneamente la mamma e il papà biologici. Nostro fiore all’occhiello è il Progetto neonati che permette ai bimbi più piccoli fino a sei anni di non andare più in comunità». Un terzo dei ragazzini in affidamento sono stranieri nati a Torino ma la novità degli ultimi anni è che sono in aumento le richieste di affido da parte di famiglie straniere. «Si tratta spesso di famiglie miste, è segno che la cultura dell’accoglienza e della solidarietà sta mettendo le radici anche tra i nuovi torinesi. - spiega Mercedes Gentile, già responsabile del Progetto Casa dell’Affidamento e mamma affidataria di una 'famiglia comunità', nuclei che ospitano fino a sei minori. È un bel segnale perché gli immigrati, considerati pregiudizialmente un peso, in questo caso diventano risorsa per la collettività». Tra le difficoltà segnalate dalla Casa dell’Affido c’è il timore da parte delle famiglie ad ospitare ragazzi adolescenti che hanno bisogno di un periodo «cuscinetto» quando i genitori biologici non ce la fanno: «Nonostante nel 2015 le famiglie disponibili ad accogliere siano aumentate, le richieste si concentrano sui  bambini fino a 10-11 anni – conclude Piera Dabbene - L’adolescenza di per sé è problematica: ma per vincere la paura di non farcela la Casa dell’Affido garantisce sostegno, condivisione dei problemi tra famiglie affidatarie, sostegno formativo e psicologico. La coppia spesso con figli naturali che apre le porte della propria casa fa un’opera di genitorialità sociale che è un servizio alla collettività ed è dovere delle istituzioni – in questo caso il Comune di Torino – non lasciarli soli».

Per informazioni: www.comune.torino.it/casaffido/ - numero verde 800254444

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo