Elide Tisi, quali politiche per la famiglia?

Ottanta euro alle neo-mamme? Ne abbiamo parlato don il vicesindaco di Torino, Elide Tisi,  che ha anche le deleghe dell'assessorato alle Politiche sociali della città

Elide Tisi, quali politiche per la famiglia?

Bonus di 80 euro per le mamme: c’è chi plaude all’inziativa ritenendola un primo passo alle tanto attese politiche di sostegno alla famiglia e chi, invece, sostiene che i bonus bebè siano insufficienti se non accompagnati da reali sostegni alla genitorialità quali asili nido e scuole d’infanzia senza liste d’attesa ed orari che vengano incontro agli impegni di lavoro delle famiglie. Secondo il vicesindaco di Torino Elide Tisi «un provvedimento nazionale deve tenere conto che l’Italia è molto diversificata e i servizi alla persona non sono distribuiti in modo equanime su tutto il territorio nazionale.

 È altrettanto vero che gli interventi a sostegno della famiglia, a mio parere, devono essere strettamente collegati con il tema del Welfare,  perché aiutare la famiglia significa dare sostegno nell’educazione dei figli, poter disporre di una assistenza agli anziani che consenta, dove ci sono famiglie che hanno congiunti non autosufficienti, di non essere lasciate sole nella gestione dell’anziano o magari del figlio disabile. Interventi cioè  che le consentano di mantenere una normalità di vita.

Dunque il bonus bebè non basta?

Io credo che non si possa  parlare di famiglia scollegandola dal tema del Welfare, se no facciamo demagogia. Questa stretta correlazione l’abbiamo vista nel merito della sperimentazione, in 12 Comuni del territorio italiano (tra cui Torino), della «social card» (una carta acquisti 12 Comuni del territorio italiano tra cui Torino sperimentazione della sperimentale a sostegno delle famiglie in stato di povertà che obbliga chi ne usufruisce ad un percorso di reinserimento lavorativo, ndr): se di risorse ce ne sono poche bisogna fare delle scelte di priorità. E, laddove si intenda intervenire a sostegno delle povertà famigliari,  ovviamente bisogna farlo a partire dalle fasce di reddito più basse.  

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