Bullismo e dintorni, perché le famiglie hanno paura

Ragazzini che brutalizzano i coetanei, adolescenti che cadono nella spirale di orchi camuffati da «maestri maghi», alcool e droga sempre più in tenera età: cosa succede ai nostri adolescenti? Sono i mass media che amplificano rari fatti i cronaca oppure il disagio giovanile è in crescita? 

Parole chiave: bullismo (4), scuola (84), giovani (205), educazione (29)
Bullismo e dintorni, perché le famiglie hanno paura

Calci e risse fra minorenni, pugni, insulti, minacce, umiliazioni: preoccupano le famiglie  i numeri rilevati dal Nucleo di prossimità della polizia municipale di Torino (vedi box sotto, ndr) nel corso del 2015 e del 2016: 98 vittime di bullismo nell'anno scolastico 2015-2016, di cui il 25% via web, del cosiddetto cyberbullismo. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze vessati, insultati, picchiati e ghettizzatti dai loro stessi coetanei. I recenti  fatti di Vigevano, Napoli ma anche di Torino alzano il velo su una realtà grave a cui cercano di far fronte  genitori, scuola, centri specializzati ma che desta preoccupazione.

Bullismo - Geograficamente il fenomeno in Piemonte oscilla dal 2,9% nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola al 46,6% nella provincia di Torino, al 9,8% nell’Alessandrino, al 4,4% nell’Astigiano, al 5,9% nel Biellese, al 16,7% nel Cuneese, al 7,8% nel Novarese e al 5,9% nel Vercellese. Il bullismo più diffuso è quello verbale, ma il 12% del campione segnala anche forme che si manifestano con atti di violenza come il furto, la rapina o le molestie sessuali.

In generale, gli atti di bullismo coinvolgono solitamente come carnefice e vittima  alunni dello stesso sesso, indipendentemente da un’azione di gruppo o singola. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi, mentre tra le femmine è tra il 10 e il 20% circa.

Un’ indagine dell’associazione Villa Sant’Ignazio di Trento, presentata pochi giorni fa,  ci certifica che il 50% per cento dei ragazzi dice di essere stato vittima di bullismo. Dove? In aula, nei corridoi, nel cortile, sulla strada di casa. Nulla di nuovo, già nel 1997 risultava che c’erano valori elevati: 41% nelle elementari, 36% nelle medie.

Ci sono segnali che permettono di riconoscere precocemente un bullo o un cyber bullo. Comportamenti e tratti della personalità che se individuati in tempo consentono di intervenire e gestire al meglio le situazioni più delicate. I più attenti devono essere i genitori. Proprio a loro, infatti, il presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza ha dedicato un decalogo, diffuso in occasione del «Safer Internet Day 2017», che indica i campanelli d’allarme da non ignorare e i provvedimenti da adottare. Tra i 10 consigli, quello di non giustificare mai gli atteggiamenti aggressivi e violenti del figlio, ma nello stesso momento cercare di capire cosa gli manca, cosa lo spinge ad essere così cattivo nei confronti degli altri più deboli e di comprendere il suo stato emotivo. I ragazzi italiani, come fa sapere il Miur hanno spesso reazioni poco ragionate e guidate da rabbia o odio sui social: 3 su 10 (il 29%) confessano di aver messo un «like» ad un post che insultava o criticava aspramente un loro coetaneo; mentre 1 su 10 dichiara di aver commentato con insulti o criticato «aspramente» un compagno su Internet. Inoltre, l’11% dei giovani approva le offese online e il 13% lo ha fatto nei confronti un personaggio famoso. Ma le insidei per i nostri adolescenti non sono solo i coetanei bulli.

Santoni e magia - Lo diceva già Erasmo da Rotterdam: «La mente umana è fatta in modo tale che è molto più suscettibile alla menzogna che alla verità». E la conferma arriva dai dati dell’Osservatorio nazionale abusi psicologici. «Nella società dei fast-food dei sentimenti e dei principi, la coscienza e la sapienza, colpevoli di sottoporre a sacrifici e quotidiane fatiche, non trovano più spazio. La magia invece offre il vantaggioso ‘tutto e subito’».

È proprio in questa necessità di realizzare ciò che si desidera in tempi molto stretti che l’esoterismo e occultismo si fanno largo tra milioni di italiani, giovanissimi compresi alcuni dei quali diventano schiavi di santoni, guru e psico-sette. Un’«industria», come dimostrano i 15 mila appassionati del settore che provenienti da tutta la Penisola  hanno visitato lo scorso week-end, presso l’ex Foro Boario di Moncalieri, il Festival dell'Esoterismo 2017: un centinaio gli standisti operatori dell’occulto provenienti da tutta Italia con proposte che vanno dalle terapie «olistiche» alla vendita di amuleti vari tra cui teschi di animali (tra i 5 e i mille euro)...

Alcool e droghe - Fumo, alcol e droghe: per i teen ager i rischi sono assai più forti (persino rispetto alle over 19 femmine e agli over 22-23 maschi) e i danni e le alterazioni al sistema cerebrale possono essere, nella fase della crescita, irreversibili.

La più recente indagine Datanalysis, su mille genitori di ragazzi tra 13 e 17 anni, segnala come «motore» che porta ad alcol e droga la «tendenza a sperimentare e la curiosità (del proibito)» (36,5%, con più alta percentuale nel Sud- Isole); ma l’esposizione al rischio di dipendenza sembra dipendere, per ammissione dei genitori, dalla «difficoltà a comunicare all’interno della famiglia» (33,2% del campione, con più elevata incidenza nel Nord Ovest) e, in subordine, nello «scarso/assente controllo della famiglia» (24,9%, con picco percentuale nel Sud Isole). «Quello della mancanza di dialogo nelle famiglie è l’aspetto più importante», secondo Giuseppe Mele, presidente dell’Osservatorio Paidòss.  «Da questi numeri, infatti, traspare una difficoltà di padri e madri di gestire gli adolescenti nel momento in cui questi diventano più chiusi o prendono strade diverse».

Se l’uso eccessivo di sostanze, in particolare l’alcol (e fenomeni come il binge-drinking, l’abbuffata alcolica) nel periodo adolescenziale è devastante come rileva uno studio del Chicago College of Medicine (Università dell’Illinois) pubblicato su Journal Neurobiology of Diseas, non meno pericoloso è l’uso durante l’adolescenza della marijuana, una delle sostanze illecite più utilizzate. Il gruppo di lavoro di Carlo Foresta, direttore Servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda Università – Ospedale di Padova, in uno studio su 893 studenti delle scuole medie superiori di Padova e provincia  ha evidenziato  che quasi la metà del campione dichiara di aver avuto esperienze sporadiche con la sostanza (48%); una volta al mese il 20%, una volta a settimana il 25% e una volta al giorno il 12%. Dopo la morte dello studente 16enne di Lavagna, che si è gettato da una finestra durante una perquisizione della Guardia di Finanza, si riapre il dibattito.

Il gioco - I giocatori tra i 15 ed i 19 anni sono stati, nel 2016, 60 mila in più dell’anno precedente. I ragazzi si dedicano soprattutto alle scommesse sportive, le ragazze preferiscono il «Gratta e vinci». Il 7% dei giovanissimi gioca quattro o più volte a settimana. «Sono circa un milione  gli studenti che riferiscono di aver giocato somme di denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi. Dal 2014 al 2015 la percentuale è cresciuta dal 39% al 42% e un 7% dei giovanissimi riferisce di giocare quattro o più volte alla settimana. «L’aumento tocca tutte le fasce d’età, in quasi tutte le aree geografiche e per entrambi i sessi, ma la percentuale più alta di giocatori resta quella fra i ragazzi, 51% contro 32% delle ragazze, l’incremento maggiore è quello di quattro punti registrato fra le ragazze 16-17enni, dal 27% al 31%. Anche il 38% dei minori scolarizzati (15-17 anni), circa 550 mila studenti, riferisce di aver giocato d’azzardo nel 2015 (erano il 35% nel 2014)».

È quanto spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e responsabile dello studio Espad®Italia, parte del progetto European School Project on Alcohol and other Drugs, indagine sui comportamenti a rischio tra gli adolescenti, che nel 2015 ha coinvolto un campione rappresentativo di circa 30 mila studenti italiani tra i 15 ed i 19 anni in tutto il territorio nazionale. «La percentuale nazionale rilevata nell’ultima indagine preoccupa anche perché fa segnare un’inversione di tendenza per la prima volta dopo 5 anni: dal 2010 al 2014 si era assistito infatti a una costante riduzione, dal 47% nel 2010 al 39% nel 2014».

Le scommesse preferite - Rispetto alle tipologie di gioco, dal 2010 è diminuita sensibilmente la quota di chi gioca al Lotto/Superenalotto (dal 31 al 21%) e al Poker texano (dal 27 al 18%), aumentano invece gli appassionati di Totocalcio/totogol (dal 10 al 29%), di altre scommesse (dal 6 al 15%) e del «Gratta e vinci »(dal 63 al 69%). Tra i ragazzi le preferite sono le scommesse sportive (67%), seguite da Gratta e vinci (63%) e Totocalcio/totogol (40%); le ragazze preferiscono il Gratta e vinci (79%), seguito da Bingo/tombola (43%) e altri giochi con le carte (24%). Tra i giocatori on line, i ragazzi sono attratti soprattutto da sommesse sportive/Totocalcio (65%) e poker texano (36%), le ragazze da Gratta e vinci/Lotto istantaneo (34%) e scommesse sportive/Totocalcio (30%). Tra i minori il divario è ancora più netto: sono stati giocatori il 46% dei maschi e il 29% delle femmine. Sono in crescita, tra i luoghi dove si gioca le sale scommesse (28%, in crescita dal 22% del 2010).

Online: pc, smartphone e tablet - Ad aver giocato online nel 2015 sono circa l’8% degli studenti, con una forte differenza di genere (14% dei maschi e 3% delle femmine) e una prevalenza crescente con l’età, dal 6% dei 15enni all’11 dei 19enni. Il 48% dei giocatori virtuali usa il pc, il 35 lo smartphone, il 15 il tablet o accede tramite internet point. I ragazzi potenzialmente a rischio sono circa l’11%. La percentuale di ragazzi già problematici) si assesta sull’8% dei giocatori.

Rimane pressoché stabile l’importo delle giocate: l’8%  dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese, il 17% tra i 10 ed i 50 euro, mentre il 75% meno di 10 euro. Si giova molto più al Sud e la percentuale di giovanissimi che ha giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi si attesta al 36,8% nel Nord-Ovest, 30,6 nel Nord-Est, 43,5 al Centro e al 48,8% nel Sud e nelle isole. Stessa graduatoria tra gli studenti problematici: al Nord-Ovest 5,5%, al Nord-Est 4,8%, al Centro 7,6%, nel Sud e isole 10,2%.

Il quadro è desolante. Certo – come documentiamo in queste pagine - c’è un’offensiva ramificata, una rete di aiuti ed iniziative, gli insegnanti e i genitori sono in prima linea, ma l’attenzione deve restare altissima se non vogliamo che la cronaca ci racconti altri  drammi.

(ha collaborato Ettore Giribaldi)

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