Azzardo, ossessionati dal gioco, ecco il bus del casinò

Parte ogni giorno da corso Bolzano verso Saint Vincent l'illusorio viaggio dei torinesi che alla fine non vincono mai. Giro di vite dei sindaci del Piemonte sulle sale gioco d'azzardo, una piaga sociale. Torino a un mese dall'ordinanza

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Azzardo, ossessionati dal gioco, ecco il bus del casinò

È una Regione che marcia compatta, il Piemonte, nelle misure sulla prevenzione del gioco d’azzardo patologico e nella limitazione delle occasioni che possono indurre al gioco compulsivo in denaro, con l’insorgere di dipendenze e perdita di ingentissimi patrimoni familiari. I Sindaci di tutti i capoluoghi di provincia piemontesi e molti di quelli dei Comuni della cintura torinese hanno emanato negli ultimi mesi ordinanze che limitano l’orario di esercizio di slot machines e videolottery all’interno dei locali. Il Sindaco di Torino, Chiara Appendino, ha approvato l’ordinanza per gli esercizi commerciali della Città, il 10 ottobre. Ad un mese dal provvedimento, quali risultati ha ottenuto, quali sono gli obiettivi per il futuro?

Dodici violazioni al giorno

Nei primi dieci giorni dall’emanazione dell’ordinanza, gli agenti della Polizia municipale di Torino hanno contestato agli esercenti 126 violazioni amministrative – per un importo complessivo di 63 mila euro. La media è stata di dodici violazioni al giorno, accertate con una partenza di gran carriera dei controlli e delle sanzioni, che Alberto Gregnanini, comandante del Corpo di Polizia municipale assicura «non si fermeranno, a maggior ragione poiché si tratta di un’attività che ha riflessi sulla salute delle persone, in particolare di prevenzione rispetto a soggetti potenzialmente esposti al rischio di dipendenza patologica dal gioco».

I controlli degli agenti hanno avuto i primi effetti con l’affissione da parte di numerose sale giochi di cartelli che avvisano la clientela della chiusura determinata dall’ordinanza comunale. Le azioni della Polizia, sia in divisa, sia in borghese, continueranno, assicurano dal Comune. Si tratta di azioni a riscontro immediato: infatti basta che la slot machine sia accesa (non occupata da un giocatore) negli orari proibiti per far scattare la sanzione di 500 per ogni apparecchio fuorilegge.

La legge regionale

L’iniziativa dei Comuni è una diretta conseguenza della legge «Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico» approvata dal Consiglio regionale il 2 maggio scorso. Si tratta di una serie di prescrizioni vincolanti, sull’attuazione delle quali sarà ancora più specifico il «Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico» in via di approvazione da parte della Giunta e del Consiglio regionale.

Due i punti fermi fondamentali della norma: la riduzione degli orari e la fissazione di distanze minime da luoghi «sensibili». All’articolo 6 della legge è specificato che «i Comuni, per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica (…) dispongono limitazioni temporali all'esercizio del gioco tramite gli apparecchi (…) per una durata non inferiore a tre ore nell'arco dell'orario di apertura». L’obbligo del mantenimento delle distanze è di almeno trecento metri tra i locali che ospitano video lottery  e «istituti scolastici di ogni ordine e grado; centri di formazione per giovani e adulti; luoghi di culto; impianti sportivi; ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario; strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori; istituti di credito e sportelli bancomat; esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati; movicentro e stazioni ferroviarie». Soprattutto quest’ultima è misura che promette di restringere al massimo la diffusione delle videolottery, anche se i gestori degli esercizi in attività hanno 18 mesi di tempo per adeguarsi alla norma.

Dati incerti

Se i rischi per la salute e le conseguenze economico-sociali della dipendenza da gioco sono note, meno lo è la diffusione delle occasioni di gioco e degli apparecchi in funzione. Nemmeno il Comune di Torino conosce il numero esatto delle installazioni, che si dividono in diverse categorie, alcune più tracciate per obblighi di legge, altre di installazione libera, senza dovere di richiesta di permessi. Questa la situazione a Torino: il Comune ha rilasciato (dati aggiornati a maggio 2016) 57 autorizzazioni a sale da gioco; le sale Videolottery (dati 2014) attive a Torino secondo l’Agenzia dei monopoli sono 104; l’installazione di slot machines ed altri apparecchi automatici da gioco, diversi dalle videolottery, nelle  tabaccherie e negli esercizi commerciali è subordinata alla presentazione di una «segnalazione certificata di inizio attività»: ne risultano 512 negli uffici municipali. Fin qui quanto tracciato, ma i funzionari di Palazzo Civico precisano che «l’installazione di slot machines ed altri apparecchi automatici da gioco diversi dalle videolottery negli esercizi pubblici di somministrazione – tipicamente nei bar – può essere fatta liberamente dall'esercente (senza l'obbligo di inviare alcuna comunicazione al Comune) purché nel rispetto delle norme nazionali in merito». Pertanto di queste installazioni – forse le più capillari – non esiste, legittimamente, in Comune traccia, né censimento.

Azzardo e usura

Un osservatorio privilegiato sul fronte del disagio causato dal gioco patologico è lo Sportello che si occupa di contrasto e prevenzione dell’usura di Libera Piemonte. La responsabile – che chiede di rimanere anonima per la delicatezza dell’incarico e delle situazioni seguite dagli operatori – spiega che «sono frequenti i casi di persone sovraindebitate anche a causa di patologie e quindi anche a causa di gioco d'azzardo, molto spesso con bilanci familiari polverizzati in pochi anni per le perdite continue». Il Servizio Sos giustizia di corso Trapani 91b informa sui diritti previsti dalla legge e, nei casi di indebitamento che possono rientrare per vie legali o di coloro che non sono ancora caduti nella rete degli usurai, fa da garanzia su un prestito bancario erogato per la ristrutturazione del debito. «A questo percorso si affianca quello di presa in carico della patologia da parte delle Asl e di intervento sulla condizione di dipendenza».

Il ricorso di Novara

Ma l’azione di contrasto e prevenzione al gioco non trova tutti sulla stessa linea. L’ex presidente della Regione, Roberto Cota, nel suo ruolo di avvocato, ha depositato una causa al Tar del Piemonte contro l’ordinanza «limita slot» del Comune di Novara. Ad intentare causa all’amministrazione civica è stata la società privata Bingo Oxford srl, chiedendo l’immediata sospensiva dell’ordinanza, lamentando lesioni della libertà d’impresa e contestando anche la norma regionale di riferimento «che – ad avviso dei legali – viola alcuni principi costituzionali». Sulla questione è intervenuto, a difesa della legge regionale e al conseguente provvedimento del Comune di Novara, l’assessore regionale alle Politiche sociali, Augusto Ferrari ricordando che (ultimi dati, aggiornati al 2013) «i Servizi per la cura delle dipendenze in Piemonte sono stati trattati 1234 pazienti per gioco d’azzardo patologico e la spesa media di un giocatore piemontese è stimata in 711 euro».

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