Medio Oriente: islam ed estremismo sui banchi di scuola

La tutela delle minoranze religiose in Medio Oriente passa anche attraverso l'educazione. A Beirut, studiosi provenienti da Iraq, Siria, Egitto e Giordania si interrogano sui rischi della radicalizzazione giovanile

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Le violenze degli ultimi anni in Medio Oriente hanno spesso sollevato preoccupazioni per la situazione delle minoranze religiose ed etniche che abitano la regione, da ultimo le persecuzioni degli Yazidi in Iraq da parte dell’Isis. Questi territori hanno sempre visto musulmani, cristiani e altri gruppi religiosi convivere pacificamente e spesso unirsi contro un nemico comune; negli ultimi decenni, però, tale coesione sociale pare essersi incrinata a causa di una graduale deriva islamica da parte di molti di questi governi e della società.

La protezione delle minoranze passa in primo luogo attraverso l’educazione con l’insegnamento di valori civici, quale il rispetto per la diversità e il pluralismo. Tuttavia, i sistemi educativi del Vicino Oriente presentano in tal senso molte lacune, rischiando di esacerbare le differenze sociali e contribuire ad una progressiva e preoccupante radicalizzazione giovanile.

All’inizio di marzo, cento illustri rappresentanti ed esperti provenienti dall’Iraq, Siria, Territori Palestinesi, Egitto, Giordania e Libano si sono incontrati a Beirut per discutere di questi temi. Tra le principali conclusioni del convegno è stata sottolineata la necessità di una secolarizzazione dei curricula scolastici, che mostrino una preparazione meno unilaterale, conoscenze e informazioni accurate riguardo a tutti i principali credi religiosi. «Attualmente i libri scolastici tendono a minimizzare la portata del cristianesimo e delle altre epoche storiche non musulmane, tanto che tutto il periodo dell’Impero romano viene trattato in due sole pagine», spiega padre Peter Madros, sacerdote del Patriarcato latino e direttore del Centro biblico pastorale di Gerusalemme. «Vi sono errori grossolani quando si parla di cristianesimo, nonostante le sue radici risalgano proprio a queste terre», continua padre Madros.

L'articolo completo sul "nostro tempo" del 20 marzo 2016

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