Fca: il polo del lusso non può ancora attendere

Si attendono ancora nuovi modelli e la produzione della maserati a grugliasco È calata  

Parole chiave: lavoro (167), torino (730), auto (5), industria (13), crisi (35), produzione (5)
Fca: il polo del lusso non può ancora attendere

Fiat Chrysler Automobiles ha aggiustato il tiro e mercoledì scorso, in occasione della conferenza sui risultati del 2015 ha pubblicato per gli azionisti un aggiornamento del suo piano industriale 2014-2018. In sostanza, il gruppo italoamericano ha ridimensionato il progetto Alfa Romeo, o meglio l’impegno verso il brand è rimasto immutato, ma a causa della riduzione degli investimenti entro il 2018 e delle restrizioni all’importazione di automobili in Cina (le Alfa saranno prodotte solo in Italia), la gamma prevista sarà completata entro il 2020 invece che entro il 2018. In particolare, entro la fine del 2017 arriveranno solo la Giulia e la Suv media.

Insomma, Fca avrà anche chiuso i conti del 2015 con gli utili aziendali a 2 miliardi di euro (raddoppiati rispetto al 2014), i ricavi a 113 miliardi di euro e l’indebitamento scendo a circa 5 miliardi (7 miliardi 2014), ma per i lavoratori di Mirafiori questo non significa niente.  In sostanza, la settimana scorsa l’ad, Sergio Marchionne, ha confermato gli obiettivi finanziari del gruppo senza che questi siano accompagnati dalla conferma degli obiettivi produttivi.

L’annunciato posticipo del lancio dei nuovi modelli Alfa avrà un impatto pesante sugli stabilimenti italiani, torinesi in particolare. «Annullare l'obiettivo di produrre 7 milioni di auto per il 2018 senza proporne uno nuovo –  ha commentato la segretaria generale Cgil Torino, Enrica Valfrè  - rischia di compromettere il ritorno al lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Si tratta di un rallentamento pesante che nel torinese investe in primo luogo le Carrozzerie di Mirafiori, dove almeno 1.500 lavoratori resteranno in cassa integrazione per altri due anni e modifica le previsioni dei volumi produttivi di altri stabilimenti Fca, a partire dalle presse di Mirafiori, e i programmi delle aziende di componentistica dell'indotto».

In questo quadro, inoltre, non può essere trascurata la necessità di ridefinire la missione produttiva delle Meccaniche di Mirafiori che, da troppi anni, hanno quale unica produzione un prodotto ormai superato. Il piano precedente prevedeva di fatto il rientro in fabbrica entro il 2018 di tutte le lavoratrici e lavoratori italiani, mentre l’aggiornamento del piano prefigura un rientro in fabbrica che traguarderebbe il 2020.

«La situazione di FCA – ha concluso la Valfrè - si inserisce in un contesto torinese dove la crisi ha portato alla riduzione dell'occupazione nel settore manifatturiero e dove, entro i prossimi mesi, circa 12 mila  lavoratori termineranno la mobilità, altrettanti la cassa integrazione straordinaria e circa 18 mila la cassa integrazione in deroga». Insomma il cosiddetto «Polo del Lusso» torinese (Maserati, Carrozzeria di Mirafiori, ex Itca) stenterà a decollare e anzi alcuni segnali offrono un quadro opposto: negli ultimi 5 anni tra pensionati e trasferimenti in altri stabilimenti gli addetti del nascente «Polo» in realtà sono calati di oltre mille unità.

Se con la partenza della produzione del Suv Levante e con il restyling della Mito 1.500 addetti delle Carrozzerie di Mirafiori rimarranno comunque in cassa integrazione, la situazione alla Maserati di Grugliasco non è molto migliore, dato che la produzione è scesa dalle 36 mila vetture del 2014 alle 26 mila del 2015, con un ricorso alla cassa integrazione del 30% rispetto all'orario complessivo di lavoro.

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo