Costituzione e lavoro un binomio difficile
Recentemente si è svolto a Torino un convegno sul tema condotto con passione e competenza, aperto a nuovi interrogativi
"Inutile cercare la parola "pensione" nel testo della Costituzione italiana: non c'è, poco avvertita in un paese dove ferveva la ricostruzione post-bellica, intorno al 1948". Si può partire da questa nota a margine di Franco Pizzetti, su una realtà ora attuale e scottante, per capire lo sguardo del Convegno "Costituzione e lavoro", svolto a Torino il 7 aprile presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, in collaborazione tra Ordine dei giornalisti, Ismel, Fondazione Donat-Cattin e Centro Piero Gobetti. Importante occasione, ha ribadito in apertura il Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia, per focalizzare aspetti di una tematica controversa e basilare alla dignità umana: il lavoro.
Nella Costituzione riconosce il concetto di lavoro in senso ampio, anche spirituale, il professore dell'Universita' di Torino, Franco Pizzetti. Rimarca la collaborazione nella stesura tra personalità diverse, come Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti; l'introduzione di Donat-Cattin del salario come variabile indipendente, il riconoscimento dei diritti alle donne lavoratrici, la tutela del lavoro all'estero.
Professore dell'Università di Firenze e collaboratore del Centro studi nazionale, Marco Lai rende omaggio a Torino, dove, dice, si respira nell'aria il senso di unità nazionale, raggiunto con vario apporto e sacrificio, da divulgare ai giovani. Parlare di Costituzione e lavoro in una città, dopo la tragedia della guerra, a dimensione industriale è importante oggi, per svolta innovativa.
Si sofferma su tre richiami. Forze antifasciste ma di correnti diverse, come liberale e cattolica, si sono unite in virtuoso rapporto nel preparare il testo costituzionale, che esige quindi in ogni revisione il concorso di tutti. Il principio fondamentale è quello lavorista, legato ad altri due di grande attualità: "personalista" e di "pluralità". Ossia l'individuo, che ha riconoscimento giuridico come cittadino,trova tra sé e lo Stato la società civile, nelle sue varie forme d'espressione. Ed ancora il rapporto collettivo, o partecipazione alla gestione delle aziende, con rappresentanza sindacale libera, per quanto nel nostro paese frantumata.
Infine il contributo di Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro Camera dei deputati, ha ulteriormente attualizzato problematiche sul diritto al lavoro, attraversate da nuove leggi fino al Jobs Act. Da ministro del lavoro, non l'ha come altri subito condiviso, come dimostrano i 37 emendamenti apportati. La svolta segnata dal provvedimento si può ora meglio esaminare anche nei punti di debolezza, come la convenienza economica per l'impresa, il dilatato equilibrio dei voucher, lo scambio tra posto fisso e continuità.
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