I dati di Meter dicono che non c'è limite alla malvagità

L'associazione di don Fortunato Di Noto ha reso pubblico il rapporto 2014

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I dati di Meter dicono che non c'è limite alla malvagità

Davvero non c’è limite alla malvagità umana. L’«Associazione Meter» di don Fortunato Di Noto, nella sede di Avola (Siracusa), pubblica il «Rapporto annuale 2014. Crimini contro l’infanzia» e scopre non solo 600 neonati violati ma l’inimmaginabile: che lo hanno fatto, nel 70 per cento dei casi, le donne. Il sacerdote siciliano è allarmatissimo: «I neonati li abbiamo contati a uno a uno. La cosa che fa riflettere è che una percentuale altissima coinvolge le donne che, in maniera chiara, esplicita, drammatica, crudele, hanno violato sessualmente i neonati».

Cifre raccapriccianti – In un anno sono state segnalati alla polizia italiana e alle polizie estere: 574.116 foto pedofile che ritraggono bambini dai 3 ai 16 anni, 95.882 video con bambini dai 3 ai 13 anni, 621 foto e video con neonati. Afferma Meter: «Dietro i numeri ci sono bambini stuprati, in molti casi sodomizzati e torturati, e questi numeri rappresentano un campione delle crudeltà che subiscono. Il pedofilo violenta i bambini e divulga e scambia in rete il materiale. Un fenomeno trasversale, che va dalla produzione artigianale, amatoriale e familiare a quella criminale, cioè set fotografici professionali».

«L’abuso virtuale è un abuso reale» - Per mezzo dell’Osservatorio mondiale contro la pedofilia (Osmocop) si scopre «la drammatica realtà degli abusi sessuali e dei  maltrattamenti sui bambini: l’abuso virtuale è un abuso reale. Le segnalazioni alle autorità giudiziarie in Italia e all'estero hanno permesso di avviare delicatissime indagini e un’attendibile mappatura mondiale su un crimine drammatico, violento, criminale che non risparmia nessuno».

La pedofilia su archivi telematici condivisi - «La pedopornografia è condivisa attraverso gli archivi telematici di singoli utenti che – attraverso Dropbox, iCloud e Box.com - mettono a disposizione della rete». Sono stati monitorati e denunciati gli archivi: 353 Dropbox (5.496 foto, video 2.975), 36 iCloud (1.348 foto e 3.873 video), 3 Box.com (6.676 foto e 1336 video). L’Europa è il continente con il record di segnalazioni: 46,62%, seguita da Africa (24,67%), America (16,98%), Asia (12,93%), Oceania (1,8%)». 

120mila siti segnalati in undici anni - Il numero di siti segnalati alle autorità da «Meter» è cresciuto: dal 2003 al 2014 sono stati 115.493. «Il boom nel 2011 con 20.390, poi 15.946 nel 2012, 6.389 nel 2013. Quest'anno si è toccata quota 7.712. Questo è il punto di partenza e non la fine, perché l’“offerta” di pedofilia ha scoperto un nuovo modo di comunicare con altri canali che non sono necessariamente i siti. Oggi ci sono i social network e gli archivi telematici».

La classifica della vergogna – In Europa 1.179 segnalazioni:Slovacchia con 764 (61,41%), Russia con 117 (9,92%), Montenegro 96 (8,14%), Lettonia 69 (5,85%), Groenlandia 32 (2,71%). Germania, con 44 (3,73%), l'Italia con 14 (1,19%). In Africa 779 segnalazioni: Libia con 701 (89,99%), Mauritius 77 (9,88%), Zambia 1 (0,13%). In America 734 segnalazioni: Colombia con 492 (67,03%),la Georgia del Sud con 198 (26,98%), Stati Uniti con 41 (5,59%). In Asia 408 segnalazioni: Giappone con 287 (70,34%), India con 113 (27,7%), Micronesia 4 (0,99%). In Oceania 57 segnalazioni: Nuova Zelanda con 39 (68,42%), Wallis e Futuna 5 (8,77%), Tukelau 4 (7,02%). 

Non c’è collaborazione contro questo crimine – Don Di Noto spiega in un’intervista a «Radio Vaticana»: «Si tenga conto che con gli Stati, dove sono allocati i siti – lo denuncio chiaramente qui a “Radio Vaticana - non c’è collaborazione per contrastare il crimine. Anche in Groenlandia dove ci sono solo ghiacciai. Anche in Libia, da anni scenario di guerra. Ci sono paradisi sessuali ma anche fiscali. Il problema è che producono il prodotto, lo commerciano, lo smerciano. In tutti questi Paesi c’è una legislazione latente ma non una collaborazione internazionale, anche nella civilissima America».

Perversione  criminale dei pedofili – La pedofilia è l’abuso vero e proprio dei bambini. Ancora don Di Noto: «Per una loro perversione criminale i pedofili preferiscono i bambini che vanno da pochissimi giorni a 13 anni, l’età prepuberale. Quindi anche la produzione del materiale video-fotografico avviene con soggetti che hanno questa età. Bisogna smuovere le coscienze, il mondo della politica, la cultura, le religioni: siamo veramente di fronte a un crimine contro l’umanità».

La nuova insidia si chiama deep web - «La nuova forma di rischio su Internet è una serie di domini dentro altri domini che porta a nascondere tutto e renderlo quasi irrintracciabile. Le indagini sono molto complicate, al punto che le polizie non riescono ad agire con la prontezza richiesta e molto spesso si disperde il lavoro». Per i social network le segnalazioni sono diminuite: «Se nel 2013 Facebook era in testa con 570 segnalazioni e Vkontakte con 463, il 2014 registra 63 segnalazioni per Linkbugs, 34 per Vkontakte, 32 per Facebook, 20 Blogspot, 20 Google, 5 Al Femminile, 4 Ask, 1 Youtube, 1 Twitter. Vkontakte, fondata nel 2006, è la maggiore rete sociale russa, è disponibile in 41 lingue, è accessibile a qualunque fascia d'età. Malgrado Facebook richieda un'età di almeno 13 anni per l’iscrizione, spesso i ragazzini si iscrivono a un'età inferiore. I rischi di molestia e adescamento su Facebook e Vkontakte sono in crescita perché il social network permette al pedofilo di fornire false identità eliminando differenze d'età e culturali che normalmente pongono limiti nelle relazioni de visu tra minori e adulti». Internet serve al pedofilo perché «gli permette l'uso di forme soft di molestia verbale o primi approcci per spingere a un incontro dal vivo».

Molti tipi di pedofili - Il seduttore è molto affettuoso e fa molti regali al bambino ottenendo il silenzio grazie alle sue capacità manipolatorie; l'introverso comunica pochissimo e difficilmente usa approcci seduttivi; il sadico è pericoloso perché trae piacere nel vedere soffrire fisicamente e psicologicamente: tende trappole e utilizza la forza per rapire e uccidere; il voyeur pedofilo o telematico non abusa dei bambini ma usufruisce del materiale pedopornografico che trova in rete o tramite il commercio sommerso. «Meter» ammonisce: «Il pedofilo non ha lo sguardo del mostro, ma spesso è possibile incontrarlo nei panni della persona comune. Molto spesso è di sesso maschile e con fantasie malate e irrefrenabili».

Il più integrato nella società – Alla domanda «Chi è oggi il pedofilo?» don Di Noto risponde: «Il pedofilo è il soggetto più integrato della società. Non si pensi mai che sia colui che non si cura della propria persona, un debosciato, un clochard o un poveraccio di strada. È molto integrato nella società, raffinato e consapevole di poter esser impunito perché la società in fondo in fondo sembra accettare e normalizzare il fenomeno. Proprio per questa logica perversa, non si sentono condannati ma sono  integrati. Personaggi con il colletto bianco, che possono anche fare turismo pedofilico in qualsiasi Paese del mondo senza essere puniti, nonostante la legge. In definitiva il pedofilo è colui che, in fondo in fondo, è quasi accettato dalla società».

 

 

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