Triton senza Mare Nostrum: inadeguata risposta dell’Europa
Il programma europeo raccoglie il testimone dall'italiano Mare Nostrum, istituito un anno fa, dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, ha portato in salvo almeno 100mila vite umane e, pur nella disperazione delle migrazioni
Dopo mesi di accorata richiesta all’Unione europea da parte delle autorità italiane perché il nostro paese non fosse lasciato solo nell’affrontare l’emergenza immigrazione attraverso il Mediterraneo, è arrivato Triton, operazione coordinata da Frontex, agenzia dell’UE per il controllo delle frontiere esterne, che dal 1 novembre “pattuglia” il mare entro 30 miglia dalle coste italiane con una decina di mezzi, tra imbarcazioni e velivoli, e poco più di 60 persone.
Il costo dell’operazione, a cui partecipano 21 paesi europei, è di circa 2.9 milioni di euro a carico dell’UE. Come ha chiaramente spiegatola Commissariaper gli affari interni della commissione Barroso, Cecilia Malmström presentando l’operazione da Bruxelles il 31 ottobre, Triton è un “completamento degli sforzi delle autorità italiane”, che “non può e non vuole sostituire Mare Nostrum”, né - sempre nelle parole della Malmström - “modificherà le responsabilità italiane nel controllo della sua parte delle frontiere esterne dell'UE e nei suoi obblighi nel garantire la ricerca e il soccorso in mare” secondo le regole internazionali e comunitarie. Il problema è che lo stesso giorno, il ministro degli interni Angelino Alfano, spiegando anch’egli ai giornalisti italiani l’operazione Triton, annunciava la decisione del governo di sospendere Mare Nostrum, operazione avviata dall’Italia un anno fa, all’indomani della strage di Lampedusa, con mezzi e uomini della marina militare, dell'Aeronautica Militare, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto, della Croce Rossa Italiana, della Polizia di Stato.
La spesa mensile era di 9 milioni di euro (di cui 1.8 “rimborsati” dall’UE) e l’obiettivo di andare a cercare e salvare i gommoni e le fatiscenti imbarcazioni che dalla costa libica traghettavano uomini, donne e bambini disperati verso l’Europa: 558 interventi, 100.250 persone soccorse, 728 scafisti arrestati. Una straordinaria operazione che ha recuperato persone fino al limite delle acque territoriali della Libia.
Quindi risulta evidente che nel passaggio da Mare Nostrum a Triton si crea un cono d’ombra enorme in cui è scontato si perderanno decine di imbarcazioni, migliaia di persone, senza che nessuno nemmeno se ne accorga. “ La decisione del governo italiano di porre fine all’operazione Mare Nostrum è un gravissimo errore” hanno infatti subito denunciato in un appello al governo un lungo elenco di organizzazioni italiane (tra cui ACLI, ARCI, Caritas Italiana, CGIL, S. Egidio, Emergency, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Libera…).
La richiesta è “di non cedere alle spinte demagogiche e xenofobe” e di “proseguire con la missione Mare Nostrum”, chiedendo all’Europa un impegno maggiore di quello elargito con Triton che non cerca e salva le persone, né si impegna a fermare le partenze, ma difende le coste. Triton e l’Italia senza Mare Nostrum sono l’emblema di un’Europa che chiude gli occhi di fronte a chi è perseguitato, oppresso, privato di ogni bene e dignità dall’altra sponda del Mediterraneo.
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