Però la Grecia affonderà

Intervista all'economista Gustavo Rinaldi sulla sostenibilità delle riforme imposte dall'Unione Europea

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Però la Grecia affonderà

I paesi della zona euro hanno sottoscritto uno sofferto accordo che dovrebbe permettere alla Grecia di restare strettamente legata all’Europa La Grecia potrà riprendersi?

Purtroppo no. La Grecia in base all’accordo sottoscritto dovrà introdurre parecchi cambiamenti  ed in particolare il governo greco  dovrà spendere in beni, servizi e pensioni, molto meno di quanto raccoglierà in tasse e contributi, dovrà avere un forte avanzo primario. L’esperienza internazionale ci insegna che tali avanzi sono in grado di bloccare ogni processo di crescita.

Ma qualche paese in passato è riuscito ad avere un governo  che risparmia tanto…

Si trattava di paesi dove molta della produzione nazionale è destinata all’estero; in essi (per esempio Danimarca, Belgio e Irlanda) tagliare la spesa pubblica ed aumentare le tasse non conduce ad un taglio della produzione molto forte. Inoltre vi è l’esperienza di paesi produttori di materie prime. Quando i prezzi delle materie prime sono alti, questi paesi possono  crescere anche in presenza di grandi  tagli alla spesa pubblica e di forti delle tasse.  La Grecia esporta abbastanza poco e non ha abbondanti materie prime.

In cosa consiste precisamente l’accordo?

Il testo prevede fondamentalmente che la Grecia, oltre ad avere cospicui avanzi primari, debba ulteriormente inasprire il suo sistema previdenziale, debba cambiare in pochi giorni il suo codice civile, debba privatizzare in fretta una grande quantità di beni pubblici, debba garantire l’indipendenza assoluta del suo ente statistico, debba cambiare il suo sistema di contrattazione nel mercato del lavoro, debba garantire l’indipendenza delle banche dai poteri politici, debba rivedere ogni riforma introdotta dal governo Tsipras, qualora essa non sia compatibile con gli accordi con i creditori, infine, limitandosi ad alcuni dei punti principali, la Grecia dovrà , se qualche provvedimento non porterà i risultati voluti in termini di gettito, automaticamente introdurre nuove tasse e nuovi tagli.

Che c’è di male nel riformare le pensioni?

Il sistema previdenziale greco è già stato riformato. L’equivalente greco dell’INPS aveva  investito i suoi soldi in titoli di stato nazionali. Al momento del “salvataggio” della Grecia gli si sono imposte pesanti perdite. Oggi se l’ente previdenziale non è in attivo, lo si deve solo al fatto che in mezzo ad una depressione, le aziende ed i lavoratori pagano pochi contributi e chi ha potuto è andato in pensione. Con una ripresa, i conti sarebbero equilibrati.

Una riforma del mercato del lavoro con più flessibilità però potrebbe essere utile…

Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale dice che non è vero.

A volte per onorare i debiti bisogna fare dei sacrifici…

Beh qui è vero il contrario. Questi sacrifici condurranno la Grecia a non onorare i suoi debiti. Un paese che non cresce non ha le risorse per onorare i suoi debiti.

Comunque la Grecia riceverà dei prestiti.

Non è detto, se ne parlerà poi. Comunque essi saranno unicamente destinati a pagare i creditori. Nulla resterà in Grecia.

Ma allora perché si è arrivati ad un accordo del genere?

Nei fallimenti coloro che vanno ad acquistare i beni alle aste giudiziarie per pochi soldi fanno ottimi affari.

Non le fa una certa sensazione dare un giudizio che contraddice le analisi dei più autorevoli commentatori economici  nazionali?

A livello mondiale alcuni degli economisti più autorevoli come Barry Eichengreen dell’Università di Berkeley  o Paul Krugman di Princeton, negli USA o il Financial Times   esprimono posizioni simili.

Grecia a parte, la zona dell’euro  sta mettendo i suoi conti a posto?

Dopo il 1999 tutti i paesi della zona euro hanno perso competitività verso la Germania e questa competitività non riescono a ricuperarla.

Non tutti i paesi hanno avuto uguali problemi.

Tutti fuorché l’Austria e l’Olanda hanno visto  i loro conti con l’estero peggiorare fortemente. Chi partiva da posizioni migliori, perciò, pur scendendo, non è arrivato troppo in basso.

Ora però la situazione in Spagna, Irlanda, Portogallo ed Italia è migliorata.

Eccezion fatta per l’Irlanda, il miglioramento non è dovuto a sostanziali guadagni di competitività. Dato che questi paesi sono andati in recessione, hanno consumato meno. Consumando meno hanno anche importato meno. Ciò ha fatto migliorare i loro conti con l’estero.

Quindi va bene….

No. Appena ricomincino a crescere sul serio, si ritroveranno ad avere di nuovo deficit con l’estero. La Spagna ha già un disavanzo commerciale. Non abbiamo corretto i problemi che han condotto alla crisi.

Che morale trae lei dalla vicenda europea?

La morale che traggo è che la tradizione biblica del giubileo (Levitico 25,8),  della remissione dei debiti e della liberazione degli schiavi non è solo norma di umanità, ha anche un profondo significato economico. L’economia vive se tanti, possibilmente tutti, sono in grado di comperare. Se molti sono oberati da pesanti debiti, l’economia si ferma e stan male tutti.  Rimettere i debiti è utile a tutti.

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